Night in Paradise _ Noir coreano che si tinge di Kitano

Night in Paradise è un film noir sudcoreano del 2020 scritto e diretto da Park Hoon Jung (già
noto al pubblico per aver scritto la sceneggiatura di quel capolavoro di I saw the Devil). Tra i
protagonisti troviamo Uhm Tae Goo, Jeon Yeo Been, Cha Seung Won e Park Ho San. Inoltre
il film è stato presentato in anteprima mondiale il 3 settembre 2020 alla 77° Mostra
Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia
ed il 9 aprile 2021 è uscito su Netflix.

Night in Paradise
Locandina del film Night in Paradise

Night in Paradise

Park Tae Goo è un gangster e dopo che la sua sorellastra e sua nipote vengono uccise,
decide di vendicarsi tentando di uccidere a sua volta il boss del clan rivale. Di conseguenza è costretto
a tagliare la corda per un po’ e sotto consiglio del suo boss si rifugia nell’isola di Jeju, dove
conoscerà la giovane Jae Yeon e con cui condividerà una triste storia che profuma di
morte…

Malinconico, Nostalgico, Bluastro e Kitaniano

Cercherò di non fare nessun tipo di spoiler, perché credo sia un film bello potente e che va
assaporato minuto dopo minuto e fotogramma dopo fotogramma. Cercherò, a mio modo, di
spiegarvi perché questo film va assolutamente visto.

Partiamo dalla fotografia, che
padroneggia in maniera egregia l’utilizzo di colori tendenti verso il blu. Perché il “blu” è così
importante per un film del genere?

Perché il blu è anche il colore dell’oceano e del mare, che
ricopre l’isola di Jeju, perché trasmette un senso di tranquillità, di pace interiore ma al tempo
stesso, nasconde il suo lato freddo e ci trascina nel vortice della malinconia e della
tristezza.

Un colore che, se usato bene, riesce a giocare con i nostri ricordi e tocca corde
emotive senza l’uso della parola. Anche i due protagonisti, all’apparenza pacati e tranquilli,
nascondono un passato malinconico e non vedono un futuro roseo davanti a loro.

Il paradiso
del titolo, in realtà non esiste, è soltanto riferito alla ricerca di ogni essere umano, di un luogo
terreno dove poter vivere, amare ed essere amati. Nel paradiso idilliaco e nel profondo blu
del mare, probabilmente c’è anche tanto cinema di Takeshi Kitano.

Soprattutto perchè per lui il mare rappresentava una via di fuga
dai mali del mondo, un luogo in cui tornare bambini e dimenticarsi di tutto il resto. Film come
Sonatine e L’estate di Kikujiro hanno molto in comune con Night in Paradise, e credo che in
qualche modo, sia anche una sorta di omaggio verso Kitano, che ha avuto un ruolo
fondamentale nel cinema gangsteriano…

Night in Paradise ha in comune con Sonatine
anche il finale, triste e malinconico, ma a differenza di quel film, è ancora più tragico, cupo,
brutale e drammatico. Night in Paradise vi farà sentire tristi e abbattuti, sapevatelo!

Night in Paradise
Una scena del film

Giudizio personale su Night in Paradise

Che dire, il cinema coreano ormai da anni sforna gioielli su gioielli, riescono a raccontare
storie che forse ad altri non verrebbero mai. Se vi è piaciuto The Yellow Sea, Memories of
Murder
e altri titoli della mia rubrica asiatica, non vi resta che fidarvi e lasciarvi trasportare da
Night in Paradise, in un viaggio solitario, unica fermata, la morte, che arriva inesorabilmente
per tutti…

Se il film ti è piaciuto, dai uno sguardo alle altre nostre recensioni “orientali” come Snowpiercer e gli altri articoli della mia rubrica.

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