Il 25 Febbraio torna al cinema il regista Matthew Vaughn che, dopo aver rinunciato all’ultimo capitolo di X-Men (diretto poi da Bryan Singer), torna a raccontare dopo Kick-Ass (2010) una storia tratta dai fumetti di Mark Millar e con un Colin Firth ineditto: arriva anche nelle sale italiane Kingsman – Secret Service.
Kingsman – Secret Service
Dopo la morte dell’agente Lancillotto Galahad (Colin Firth; Magic in the moonlight, Il discorso del re), uno degli agenti dei servizi segreti londinesi Kingsman, dona al piccolo figlio del collega una medaglia con un numero di telefono in caso di emergenze. Diciassette anni dopo quel ragazzino, Eggsy (Taron Egerton), incontra Galahad che gli offre una vita da spia come il padre mentre un folle miliardario americano (Samuel L. Jackson; The Avengers, Django Unchaned) sta per impossessarsi delle menti dell’intero pianeta attraverso una sim card per dispositivi cellulari dalle forti e ‘ambigue’ possibilità.
Trailer Ufficiale del film:
Da Kick-Ass a X-Men
Dopotutto anche questo Kingsman – Secret Service è un superhero movie. Il citazionismo, l’esasperazione delle scene action e dei dialoghi si possono notare in ogni singola inquadratura. Vaughn non va a cercare particolari virtuosismi o una propria originalità stilistica ma fa in modo di emancipare al grande schermo, con più sicurezza rispetto al precedente Kick-Ass, il lavoro del fumetto di Millar.
La contrapposizione tra il giovane e acerbo Egerton e il sapiente e maturo Firth, sia a livello recitativo (quindi professionale) che narrativo, funziona perfettamente nel delineare una storia che richiama gli spy movie e più facilmente la figura di James Bond, dove si ci diverte continuamente a sovvertire le regole classiche con funzioni e accorgimenti più moderni e dove si ammicca persino al pubblico abbattendo la quarta parete, fino ad arrivare ad esasperare ogni scena, una dopo l’altra, fino all’altissimo finale.
Forma & Contenuto
C’è spazio, oltre alla violenza gratuita e persino alla blasfemia, ad un discorso di fondo presente anche negli altri fumetti di Millar come, ad esempio, nel cinema del collega Edgar Wright (L’alba dei morti dementi, La fine del mondo): una libertà dell’english humor sulla commercialità americana, la visione negativa della globalizzazione legata ai media e al progresso tecnologico, un’iniziazione dell’uomo (in questo caso il protagonista Eggsy) alla vita reale (anche se il concetto di reale qui si mescola presto e facilmente con quello di fantastico), alla vita di tutti i giorni dove tutto può accadere, dove la verità non è sempre ciò che appare e la fiducia è qualcosa che si costruisce col tempo e con la creazione di un rapporto reciproco e quotidiano.
È principalmente intrattenimento, spettacolo, evasione, il cinema di Matthew Vaughn. Non fa troppi giri di parole e non ammicca a nulla di più. Ma è un cinema ben condito, coatto quanto basta e agitato, tra dialoghi eclettici e action mozzafiato, con uno stile indiscutibile. E se poi dentro questo piatto troviamo un sublime ed inedito Colin Firth, con accanto attori del calibro di Jackson, Caine e Mark Strong, direi che vale senza dubbio il prezzo del biglietto di Kingsman – Secret Service.