Sleepless – il giustiziere, tutto in una notte

Nel film Sleepless – il giustiziere, diretto dal giovane regista svizzero Baran Bo Odar, tutto accade in una sola notte. In un intervallo di tempo brevissimo, il poliziotto Vincent Downs (Jamie Foxx) dovrà lottare con ogni mezzo per salvare la vita di suo figlio, preso in ostaggio da un potente trafficante di droga.

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Sleepless – Il giustiziere

Sleepless – il giustiziere

Vincent Downs è un poliziotto infiltrato di Las Vegas. Per un errore si ritrova immischiato nella sparizione di 25 kg di cocaina e nel mirino di spietati criminali che cercano di riprenderli con ogni mezzo. Tra questi, Stan Rubino (Dermot Mulroney) decide di rapirgli il figlio quindicenne e ricattarlo. La sfida all’ultimo sangue ha inizio.

Sleepless, come tutto degenera in una sola notte.

recensione di Sara Sonia Acquaviva

La vita di un poliziotto infiltrato può essere dura, ma mai come quella del protagonista di questo thriller, il tenente Vincent Downs. Già in crisi con la famiglia per via del lavoro, sull’orlo di una separazione con la moglie Dena (Gabrielle Union), Vincent si ritrova invischiato e direttamente collegato ad un imprevisto furto di cocaina che gli costerà il rapimento del figlio e quasi, la sua stessa vita. L’interprete del poliziotto più sfortunato di Las Vegas è il premio oscar Jamie Foxx, che affiancato da un potentissimo cast, si destreggia tra scazzottate e sparatorie dando vita ad un thriller poliziesco dal profilo fortemente americano. 

Con un soggetto così semplice, l’evoluzione delle situazioni e dei personaggi, che passano dal male al peggio in poco tempo, è quasi caricaturale e nel susseguirsi rapido e caotico di ogni scena non manca davvero niente: nell’arco di una sola notte ci sono omicidi, caos, droga, sospetti, tradimenti e ricongiungimenti.

In questo turbinio di accadimenti, svolti quasi tutti all’interno di un brulicante Casinò di Las Vegas, di proprietà dell’uomo d’affari senza scrupoli, Stan Rubino, i personaggi negativi si danno manforte, diventando la causa del peggioramento l’uno dell’altro. Mentre il protagonista viene braccato anche dalla collega integerrima Jennifer Bryant (Michelle Monaghan) che renderà ancora più complicata ogni situazione.

Il set del Casinò, curato nei minimi dettagli, è lo scenario ideale dove far incontrare, intrecciare e scontrare tutti i personaggi: dalla luminosa e affollata sala, alla discoteca, fino alle cucine e ai parcheggi, ogni inquadratura e ogni scena sono state studiate per restituire allo spettatore il sentimento che muove ogni personaggio e in particolar modo, il protagonista. A stretto contatto con il regista e già abituato a collaborare con Odar, il Direttore della Fotografia Mihai Malaimare ha curato ogni inquadratura per dare al pubblico la percezione delle emozioni che guidano ogni scena: all’inizio del film la macchina è ferma, le inquadrature più ampie, quando Vincent scopre che il figlio è stato rapito la telecamera è più traballante e le inquadrature più “sporche”.

Il film di Baran Bo Odar è piacevole da vedere, l’inesperienza del regista è chiaramente percepibile, ma nel complesso è un buon film di intrattenimento che dura il tempo necessario per non annoiare. Chi ama i thriller in stile americano ne uscirà abbastanza soddisfatto, seppure è inevitabile sorridere su alcuni passaggi poco credibili e semplicistici.

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