Film horror: Incubi sotterranei dalla Francia

Non sopporto la serialità dei film horror, quel voler a tutti i costi prolungare una storia che termina spontaneamente con i titoli di coda e la testa ancora frastornata, con l’uscita dal cinema e gli occhi visibilmente sbarrati e con qualche incubo notturno ricorrente tra le coltri.

Non mi va giù che si prendano in giro gli amanti della paura con basse ridefinizioni del genere (tanto più che noi assidui frequentatori del macabro abbiamo i nostri beniamini impressi indelebilmente nei nostri crani e non ci facciamo ingannare tanto facilmente).

Che il cinema horror sia in autentica crisi lo dimostrano pellicole ininfluenti uscite negli ultimi tempi, dai vari Sanvalentinidisangue alle case infestate di Messaggeri ai Mainati; se con il primo Saw e con il primo Hostel si era intravisto un barlume di originalità nella ricca produzione di genere, barlume che si è spento ineluttabilmente, negli ultimi tempi è il cinema francese a solleticare la viscere di noi amanti del sano brivido saltapoltrona.

Il cinema horror salvato dalla Francia?

Dopo l’interessante À l’intérieur diretto da Alexandre Bustillo e Julien Maury in cui una ritrovata Beatrice Dalle è vittima di una crudele vendetta, è Martyrs a sorreggere per un poco le impalcature dei nostri turbamenti.

Presentato in anteprima al 61ª Festival di Cannes e proiettato al Festival Internazionale del Film di Roma, Martyrs è un film crudo, violento, angosciante, claustrofobico, di grande forza visiva, che torna sui sentieri che furono oggetto di Hellraiser (il supplizio, la morte e tutto quello che c’è oltre) ma virando nettamente verso una visione meno favolistico-fantastica e più reale dei confini che l’uomo cerca incessantemente di superare.

La storia di Martyrs

locandina film horror Martyrs

La pellicola del 2008 di Pascal Laugier, già dietro la macchina da presa dell’onesto Saint Ange, ruota intorno a diverse figure femminili intrappolate in un torbido meccanismo di inspiegabile follia (la parte iniziale con il massacro di una famiglia) e di martirio (la seconda parte).

E’ la storia di Lucie (un’inquietante ed indifesa Mylène Jampanoï), brutalizzata da piccola e segregata per anni ad opera di sconosciuti, che si presenta, anni dopo, armata di fucile alla porta di una tranquilla casa e compie una strage efferata, sterminando la famiglia che vi abita e togliendosi la vita.

Lucie viene soccorsa inutilmente da Anna (Morjana Alaoui), sua amica, che occulta i cadaveri della famiglia e scopre un passaggio segreto nei sotterranei della casa.

Sarà Anna la nuova vittima sacrificale di un gruppo di personaggi, indefiniti fino al sorprendente finale, che la martirizzeranno fisicamente allo scopo di ricavare il segreto dell’aldilà attraverso la trascendenza rivelata dal suo sguardo.

Una lieve boccata d’aria nel panorama torrido della produzione horror contemporanea

Martyrs è un film che scava nelle radici del dolore, che racconta una storia di sofferenza e pone allo spettatore dubbi e domande sul bisogno che ha la nostra società di creare vittime sacrificali, di occultare le vite degli indifesi nei sotterranei della tranquillità domestica.

Atto di denuncia contro il proliferare di congreghe e sette pseudo religiose, dove l’insanità mentale è comodo rifugio per la fede e i suoi atti inspiegabili, Martyrs gioca le sue carte migliori specialmente nella seconda parte, quando assistiamo impotenti alla martirizzazione di Anna, con un susseguirsi di provocazioni visive scandite dall’incessante e disturbante saliscendi della scala di ferro che porta alla stanza dove è rinchiusa ed incatenata Anna.

Attraverso un ottimo uso della fotografia e la sobrietà delle inquadrature (che non risparmiano certo particolari macabri allo spettatore), il film di Laugier è una lieve boccata d’aria nel panorama torrido della produzione horror contemporanea.

Lungi da diventare un blockbuster che si autoriproduce (per nostra fortuna), Martyrs può egregiamente entrare a far parte della lista dei film (del sottoscritto almeno) che mescola l’originalità di uno script non banale ed intrigante ad un certo gusto per il proibito mostrato senza revisione alcuna.

2 Comments

  1. Luigi Coccia

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