Three the movie: Elisabetta Minen racconta il suo esordio

Udinese, Elisabetta Minen, già nota ai lettori di Cinemio per la sua opera prima Tre-sè –shalosh ha rivisto il suo film che nel final cut ha il titolo Three the movie interessante lungometraggio che ha per sfondo la bellissima Udine. Nell’articolo la recensione del film e l’intervista alla regista.

three the movie scena

Una scena di Three the movie

Three the movie

di Francesca Barile

Gli attori di cui intravediamo i profili ascoltano delle direttive in inglese che spiegano il senso numerologico del titolo del film. La storia ha inizio. I personaggi attorno ai quali ruota la vicenda: sei, doppio di tre e numero meno perfetto, sono di età ed estrazioni differenti, ciascuno con un alone di mistero, ciascuno con un senso recondito di spiritualità e dolore.

Tra le figure che emergono e turbano al tempo stesso: il sacerdote monsignor Angelo, la “signora”, una enigmatica dama vestita sui generis che incarna le radici del male e il cieco, un anziano in bilico tra fede ed incredulità, speranza ed abisso. La fede, i diversi modi di interpretarla ma anche la tentazione e il dubbio sono al centro della vicenda. Più che azione, c’è parola e simbolo, metafora e riflessione.

Vince la tentazione l’anziano sacerdote o è ghermito dalla misteriosa signora, nero vestita come la dama con la falce ? Chi è il cieco? Quali sono le radici del bene? Elisabetta Minen conclude la sua ricerca già iniziata nella sua prima pellicola mantenendo gli stessi personaggi e la sua analisi sui diversi modi di vedere la fede nelle varie confessioni rappresentate da Pavel ebreo, Irene cattolica e Mehdi musulmano.

Dubbi, pensieri si accavallano come le immagini nel corso della vicenda lasciando lo spettatore turbato, pensieroso, in ricerca e intanto Udine placida e bellissima continua a guardare.

three the movie film

Elisabetta Minen con il supervisore artistico Ronald Kosturi (di spalle), Yassine Marco Marroccu (co-regista, di fronte), Mattia Vale (organizzatore generale, a destra)

Le domande alla regista Elisabetta Minen

Ciao Elisabetta, bentornata su cinemio. Three the movie è il final cut del tuo film d’esordio che noi conoscevamo come Tre – Sé – Shalosh. Perché hai voluto rivedere la strada intrapresa?

Three the movie è la versione definitiva di  Tre-sè –shalosh.

Tre-sè –shalosh è un po’ una versione beta del film attuale, versione nella quale ero consapevole di diversi problemi tecnici e soluzioni registiche non proprio centrate ma che per difficoltà produttive non ero in grado affrontare. Nei tre anni successivi ho potuto rimetter mano al filmed e, benché consapevole presentasse diversi punti un po’ ‘ruvidi’ ed un audio senz’altro da migliorare, si tratta dello stesso film.

Tre-sè –shalosh è stato forse un ‘parto prematuro’. Scusate la parafrasi, ma parlando con tutto il rispetto possibile, è stata comunque un’edizione che ho voluto tentare per vedere di saggiare il gradimento della critica. Se me l’aveste bocciato, forse non me la sarei sentita di insistere, ma i risultati mi hanno invece spronato a perseguire l’opera.

three the movie scena

Una scena di Three the movie

Nel film il montaggio ha un ruolo importante. Quali sono le tue fonti d’ispirazione e qual è il tuo percorso da regista?

Il montaggio è l’anima di Three the movie (un’anima che non era pienamente espressa neanche in fase di scrittura). Personalmente ritengo il cinema l’arte del montaggio. E’ questo infatti che rende il battito, che pulsa, che distilla le emozioni. Le mie fonti di ispirazione Alejandro Gonzalez Inarritu. O forse dovrei dire Arriaga, lo sceneggiatore dei film di Inarritu? Che poi non è un aspetto che emerge mai abbastanza quanto il regista è anche autore del montaggio, se lo è anche della sceneggiatura… ci si ferma in genere a dire il regista! Almeno qui posso dire di essere autrice anche di soggetto, sceneggiatura e montaggio, mentre sono co-regista, nel senso di co-direzione delle riprese assieme a Yassine Marco Marroccu. E poi c’è Tarantino, naturalmente.

Il mio percorso di regista lo ritengo appena iniziato. Questa è comunque un’opera prima, mi ritengo più che una ‘regista’ mi sento una ‘regista apprendista’. Gli altri lavori che ho fatto non sono minimamente paragonabili a questo (qualche videoclip, videoeventi di spettacoli teatrali, concerti e prodotti audiovisivi ormai un po’ datati).

three the movie cast

Una scena di Three the movie

Chi vince nel tuo film, il male rappresentato dalla bravissima Chiara Pavoni o il bene che tenta di perseguire monsignor Angelo?

Non c’è un vincitore in Three the movie. Chi vuole può credere che vince il bene sul male perché siamo stati educati così o perché siamo degli eterni ottimisti, o può vincere il male, perché non cede alla speranza… Il finale è aperto. La situazione può essere un ‘nulla di fatto’ o tutto può ribaltarsi a piacimento del pubblico. Gli intenti della Donna Misteriosa (confermo la bravissima Chiara) sono volutamente ambigui. Il personaggio è camaleontico ed inafferrabile.
Un aforisma di Gustave Flaubert è un claim perfetto per questo film: Non c’è verità, c’è solo percezione.

Le storie che racconto non sono verità assolute, sono solo i punti di vista dei vari personaggi (non scevri da giudizio né da condizionamento) e si lasciano interpretare dagli altri personaggi e dal pubblico a seconda della sensibilità e dell’estrazione culturale di ciascuno.

three the movie recensione

Il backstage di Three the movie

Nel vecchio cieco hai voluto rappresentare l’archetipo del veggente, una sorta di Tiresia dei nostri giorni?

Più che un veggente, in lui è forte l’archetipo del vecchio saggio, che anche cieco è più sensibile alla natura umana, e al vibrare delle emozioni… No a Tiresia non avevo pensato.

three the movie backstage

Una scena di Three the movie

Quale sarà il futuro di Three the movie? Dove potremo vederlo?

Vorrei poter rispondere a questa domanda, ma ancora non lo so. A voi di Cinemio ricordo che siete state uno delle 4 redazioni di cinema da me contattate la prima volta e di nuovo ora con Three the movie. Non ho ancora iniziato una vera promozione del film, per il momento sto solo cercando di uniformare le informazioni che ci sono in internet, cassando se possibile tutte quelle relative al first cut Tre-sè –shalosh e aggiornando il parere della critica consultata, e sto cercando un agente che abbia voglia di promuoverlo).

Nonostante il parere lusinghiero di autorevoli registi (non fatemi per cortesia fare i nomi, il parere e i consigli su come muovermi sono stati chiesti in via del tutto privata) ho già avuto prova che il passato come Tre-sè –shalosh non permetta più la partecipazione a certi concorsi cinematografici e che la possibilità di avere una distribuzione cinematografica importante qui in Italia, segua lo stesso percorso in salita.

E’ mia intenzione cercare di interessare il mercato estero (è gioco forza poi che se del film se ne sente parlare all’estero, qualcuno poi se ne accorga qui in Italia…). Se la distribuzione in sala non dovesse funzionare, c’è sempre il VOD che non dà la stessa visibilità agli autori ma raggiunge comunque numeri importanti di pubblico. Di ogni sviluppo vi terrò informata.

Grazie a voi per questo spazio.

Elisabetta Minen

Elisabetta Minen sul set di Three the movie

Anche noi ringraziamo Elisabetta Minen che ha voluto condividere con noi il processo di crescita della sua opera prima Three the movie che ha raggiunto la maturità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *