Leonora Addio, ultima opera del regista Paolo Taviani (il primo senza il fratello Vittorio) che in questo film mette al centro il letterato Premio Nobel Luigi Pirandello.
Leonora addio due realtà che si incontrano
Al cinema il 17 febbraio e attualmente in corsa al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, Leonora Addio è una miscela tra due realtà contrapposte, la prima è il cammino durato anni delle ceneri di Pirandello da Roma ad Agrigento, la seconda invece si basa sull’ultima novella “il chiodo” scritta dall’autore prima della sua morte, novella ispirata ad un articolo letto su una bambina uccisa da un ragazzo italiano.
Paolo Taviani in questo film cita altri grandi del cinema italiano, Rossellini e Antonioni per citarne alcuni, facendo riferimento anche a “Kaos” opera di Taviani del 1984.
Il trailer del film
Leonora Addio, da una novella, un film
Il film si apre con la premiazione di Luigi Pirandello avvenuta in Svezia nel 1934, con un susseguirsi di situazioni paradossali, citando la scena di una famiglia che ride quando vede passare l’urna con le ceneri dell’autore siciliano in una tomba per bambini.
Leonora Addio è il titolo di una novella di Pirandello e dell’aria dell’opera di Giuseppe Verdi “Il Trovatore”, nel corso del film però non sarà mai citato, portando nello spettatore un dubbio sul perché il film abbia tale titolo.
Nonostante il cast sia composto da attori come Fabrizio Ferracane e Massimo Popolizio, non sono loro ad essere posti al centro del film, aspetto molto raro considerando quanto nella cinematografia la figura dell’attore e l’interpretazione siano elementi fondamentali, a tal punto da diventare pilastri del film stesso. Spesso molte pellicole diventano capolavori, resistendo alla prova del tempo, proprio grazie a dei professionisti che donano una vita al personaggio con una sensibilità tale da portarlo al successo.
In questa circostanza la forza del film, come avveniva nel cinema neorealista, è data dalla regia, dove Paolo Taviani utilizza un linguaggio così raffinato, nella cura del singolo particolare, che porta lo spettatore ad essere incollato allo schermo dal primo all’ultimo minuto, godendosi a pieno la bellezza della settima arte.
Pochi dialoghi poca musica il cinema quii recupera la sua essenza le immagini i colori l’insistenza su particolari occhi sguardi mani. piedi cappelli quasi arrivassero a noi gli odori i profumi in un bianco e nero essenziale e connotativo per aprirsi poi al colore dei paesi siciliani il mare la terra il grigio della cenere il verde del pino marittimo il rosso dei capelli della bambina come Rosso Malpelo!
Un capolavoro ! La vita la morte l’assenza la perdita!