Diciottanni il mondo ai miei piedi

Doppia recensione in anteprima di Diciottanni – Il mondo ai miei piedi, opera prima di Elisabetta Rocchetti, con Marco Rulli, Elisabetta Rocchetti, Alessia Barela, Rosa Pianeta, G-Max e Nina Torresi, dal prossimo 29 aprile al cinema.

Diciottanni – Il mondo ai miei piedi

Ludovico (Marco Rulli) è un diciottenne romano, orfano di buona famiglia la cui eredità viene gestita (in modo assai discutibile) sino al compimento della maggiore età dallo zio Sandro (G-Max), cocainomane e giocatore d’azzardo.  Per colmare la mancanza d’affetto e il suo profondo senso di solitudine il ragazzo non fa che oziare,  flirtare e andare a letto con donne più grandi di lui (come la madre del suo migliore amico e la sua insegnante di lettere).

In questo suo vagabondare affettivo si convince persino di aver trovato il vero amore: Giulia (Elisabetta Rocchetti). Ma la delusione non tarda ad arrivare quando viene a scoprire che la donna in realtà è l’amante di suo zio e che la casa dove Giulia abita è stata acquistata a sua insaputa e con il suo denaro.

Uno sguardo originale sui diciottenni

a cura di Antonella Molinaro

Elisabetta Rocchetti, in questa occasione nei panni di sceneggiatrice, attrice e, per la prima volta, regista, ci presenta un film che vuole essere uno sguardo sul mondo dei diciottenni senza sollevarsi ‘tre metri sopra il cielo‘ ma rimanendo con i piedi ben piantati a terra.

Ad osservare questo mondo, nella persona del giovane Ludovico, interpretato tra alti e bassi dal comunque bravo Marco Rulli, sono donne di età e situazioni differenti: ognuna di loro, con modalità e reazioni differenti resta affascinata da questo ragazzo che, attraverso relazioni con donne più grandi vuole allontanarsi dai suoi coetanei per non mostrare la fragilità tipica di questa età, ponte tra adolescenza e maturità.

Ludovico tiene tutte in pugno e sfrutta il suo fascino per ottenere ciò che vuole, senza però farsi coinvolgere emotivamente. A metterlo in crisi è Giulia, ottimamente interpretata da Elisabetta Rocchetti, che al contrario di Ludovico, non vuole accettare di aver oltrepassato quel ponte e pur di non affrontare i problemi della sua età, un lavoro e un marito, si lascia abbindolare dalle bugie dello zio di Ludovico.

Tutte molto brave le attrici più mature, da Rosa Pianeta, la mamma di Luca, a Monica Cervini la zia imbrogliata dal marito, ad Alessia Barela l’insegnante attratta dallo studente,  a cui si deve aggiungere il cantante G-Max nella parte del tragicomico zio Sandro. Un po’ più sottotono gli attori più giovani tra i quali risalta ancor di più la prova insolitamente sfortunata di Nina Torresi.

Nel complesso Elisabetta Rocchetti, anche se con qualche imprecisione di sceneggiatura e montaggio, che rischia di lasciare in alcuni momento lo spettatore un po’ confuso, supera a pieni voti la prova del debutto alla regia. Non ci resta quindi che attenderla, forte di questa bella esperienza, in una prova più matura.

Marco Rulli ed Elisabetta Rocchetti

Ma esistono diciottenni così?

a cura di Chiara Ricci

Il film di Elisabetta Rocchetti (che,oltre a interpretare Giulia, è anche produttrice e sceneggiatrice) si rivela essere un film che non racconta nulla di interessante accompagnato dall’immancabile happy end. Vedere sullo schermo un diciottenne di questo stampo fa quasi rabbia poiché con i mezzi che possiede non riesce a far altro che cambiare lenzuola ogni sera e girare per la città con una fiammante auto sportiva.

Questo film può mostrare un aspetto del modus vivendi dei diciottenni di oggi, questo è giusto dirlo, seppur è uno degli aspetti più nascosti. In questo la regista è stata coraggiosa e le si deve dar atto di questo. Il protagonista, Ludovico, sembra avere quasi il potere di onnipotenza, ogni donna è ai suoi piedi, non soltanto la sua stessa vita, e questo appare un tantino forzato, non troppo credibile.

In fondo, nella realtà dei fatti, nessuna età ha – né deve avere – il mondo ai suoi piedi. Quando accade, però,  è solo l’illusione di un momento: quello di non crescere e di non assumersi quelle responsabilità cui si farebbe volentieri a meno, poiché si è convinti che nulla accadrebbe senza il proprio consenso. Per accorgersi immediatamente dopo dell’errore, senza rendersi conto che, nel frattempo, son trascorse anche ore, giorni, anni.

L’unica vera sorpresa del film, infine, è l’interpretazione di G-Max il quale, grazie al personaggio dello zio Sandro, accanito giocatore di poker, libertino, truffatore, traditore, tossicodipendente, dall’inconfondibile e verace – perché naturale – accento romanesco, è l’unico ad attirare l’attenzione su di sé regalando un po’ di colore e di vivacità alla storia.

Insomma: é un film che gli amanti di Tre metri sopra il cielo, Scusa ma ti chiamo amore e  Scusa ma ti voglio sposare non devono né possono assolutamente perdersi.

Marco Rulli e Marco Iannitello

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