Cinemio incontra i registi emergenti: intervista a Francesco Hazzini – Prima Parte

E dopo aver parlato della sua piccola impresa, quella del cinema più piccolo del mondo, non potevo non intervistare il suo ideatore, Francesco Hazzini che è anche un regista. nell’articolo parliamo di due suoi interessanti documentari.

Francesco Hazzini si occupa del formato breve dalla produzione alla distribuzione da oltre 15 anni e da cinque di CORTOMOBILE, il cinema più piccolo del mondo; inoltre è anche art director di Hulot Distribuzione. Tra i suoi cortometraggi ho avuto la possibilità di vederne due.

Il primo è Noi ci siamo già, un interessante documentario che racconta la vita di una famiglia che per scelta vive in un casale in completa armonia con la natura e praticamente senza tecnologia. Jimmi e la compagna Simona vivono lì da tanti anni e hanno avuto anche due figli ora adolescenti. Ma il loro equilibrio è adesso messo a rischio dalla costruzione di 14 pale eoliche.

Firenze, dall’immobilismo all’immobiliarismo

Il secondo documentario è invece un’interessante inchiesta sull’abusivismo immobiliare a Firenze. Attraverso le parole di un simpatico personaggio, il Professor Cemento (Docente di Teorie e Tecniche di Cementificazione di Massa ad Agrigento) che rimane estasiato dagli scandalosi cantieri fiorentini, si scoprono, sorridendo, gli abusi edilizi della città. Un modo originale, leggero e divertente di portare avanti un’inchiesta seria incuriosendo chi la guarda.

E ora le domande al regista con il quale abbiamo parlato del secondo documentario.

Francesco, Come è nata l’idea del corto?

L’idea di girare Firenze: dall’immobilismo all’immobiliarismo nasce dalla visione dell’ennesimo scempio ambientale operato dal sindaco Domenici, ex sindaco di Firenze, sulle mura della Fortezza Da Basso, grande opera architettonica rinascimentale di Antonio Da San Gallo e patrimonio Unesco (opera riconosciuta dalla Comunità Europea come patrimonio dell’Umanità dal 1992).

La politica urbanistica progressista del primo cittadino è stata di avallare un progetto di costruzione di un centro commerciale e di un enorme parcheggio proprio a ridosso delle mura cinquecentesche della Fortezza, fregandosene delle leggi che regolano la costruzione di qualsiasi edificio vicino ad un opera vincolata e tutelata dal Ministero dei Beni Culturali.

Constatato personalmente l’avanzamento del cantiere abusivo della Fortezza, ho deciso di intervenire con la realizzazione del corto situazionista da presentare presso la facoltà di Architettura di Firenze. Giro le immagini e dopo due settimane occupo un’aula della facoltà di Architettura ed invito professori e studenti alla presentazione del video con dibattito finale dal titolo:

I giardini pensili alla fortezza: da fu centro commerciale e grande parcheggio alla realizzazione di giardini pensili tibetani.

Una scena del cortometraggio

Conduceva l’acceso dibattito Lorenzo Scoles, voce storica del programma radiofonico Atlantis di Rai stereo 2, insieme al mitico Professor Adriano Cemento protagonista del cortometraggio in questione. Il Professore è docente di Teorie e Tecniche di Cementificazione di Massa presso la facoltà di Agrigento e visita Firenze a bordo della sua Alfa Romeo 2000 targata Enna per ammirare i nuovi cantieri ed i faraonici e mafiosi progetti della politica urbanistica della giunta Domenici: dal Mostro alla Fortezza, appunto il centro commerciale, alla futura scuola dei marescialli dei carabinieri nella Piana di Castello, area contigua con l’aeroporto fiorentino di Peretola.

Nel 2010 è esploso lo scandalo della Lista Anemone e l’inchiesta giudiziaria Grandi eventi che parte da questa politica urbanistica fiorentina. Posso dire che il Professor Cemento, l’attore cinematografico Giuseppe di Franco (partecipazione nei film Romanzo criminale, Natale in India ecc.), ha anticipato la magistratura.

Il corto, fin dalle prime immagini, denuncia e mette in evidenza alcuni esempi di edifici architettonici e urbanistici privi di un legame culturale con la città di Firenze e degni rappresentanti in cemento della dilagante cultura ed estetica del brutto così imperante in Italia e nel resto del mondo.

Il regista Francesco Hazzini

Termina qui la prima parte dell’intervista a Francesco Hazzini. Continua a leggere la seconda parte.

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