Eccoci arrivati alla seconda parte dell’intervista ad Antonella Sibilia, che ha girato, all’interno del Progetto Memoria, il documentario Mimmo Mimino & Mimì, ossia Domenico Modugno, insieme al regista Michele Roppo.
Lo showreel del Progetto Memoria
Le domande ad Antonella Sibilia
Avendo girato altri lavori in precedenza avrete sicuramente notato la differenza legata ad una produzione con maggiori fondi. E’ stato tutto più semplice? O avete avuto altre difficoltà non strettamente legate al budget?
Questo per me è il primo film da regista. Ho fatto esperienza su svariati set, come assistente alla regia, location manager, toccando un po’ tutti i campi. In casi di necessità mi sono anche improvvisata segretaria di edizione. Tutto questo sempre con la voglia di potermi esprimere un giorno. Oggi la Puglia è un’isola felice per il cinema, da tutta Italia vengono qui a girare i film; le opportunità per avvicinarsi a questo ambiente non mancano.
Il budget che avevamo per il documentario è stato sufficiente a farci girare a Palermo, in giro per la Puglia e a Roma senza privarci di nulla ma, nemmeno senza eccedere.
Uno dei punti di forza del documentario, a mio avviso, è l’inserimento di immagini di animazione che rendono più piacevole la visione. Come siete arrivati a questa scelta?
Sono d’accordo con te. Giuseppe Laselva, il nostro animatore (ha 30 anni anche lui) è bravissimo e ha vinto anche molti premi con i suoi lavori. La collaborazione tra il nostro autore e Giuseppe è di lunga data, era doveroso che ci fosse, arricchisce e impreziosisce il discorso su Domenico Modugno.
Del resto anche altri giovani artisti si sono avvicinati a Modugno con la propria arte rendendogli omaggio, penso ai Negramaro e al loro brano “Meraviglioso”. Noi l’abbiamo fatto in un modo originale e diverso, con le animazioni.
Com’è stata l’aria durante le riprese? Avete degli aneddoti da raccontarci?
Di esperienze in ambito cinematografico ne ho fatte quanto basta per poter giungere a delle conclusioni. Lavorare per questo documentario è stato molto bello. Abbiamo cercato di non trasportare sul lavoro ansie, fretta, frenesia, caratteristiche che ho riscontrato su molti set. Si lavorava con la voglia di capirsi, di proporre, di creare cose belle. Abbiamo cercato la bellezza in ogni cosa che si presentava davanti ai nostri occhi.
Spero che questa intenzione raggiunga allo stesso modo chi vede il film. L’esperienza di Gianni Torres, che ci ha affiancato per tutta la durata del film, ha portato quell’equilibrio delle parti e quella spensieratezza fondamentale per lavorare in armonia.
Aneddoti… si, molti. Te ne racconto uno che a ripensarci ora mi fa ancora sorridere. Quando siamo arrivati a Palermo, tutta la “famiglia” (così ci chiamavamo) dovevamo letteralmente lanciarci tra le stradine dei meravigliosi mercati palermitani per intervistare le persone del posto. Quando ci hanno visti arrivare, con le macchine da presa, il fonico, la steadycam, tutti hanno cominciato a guardarci con diffidenza, non ci volevano rispondere.
Quando poi nel mercato si è diffusa la voce che non avevamo intenzione di parlare di mafia la gente faceva a gara per farsi intervistare su Modugno; per poi giungere davanti ad un simpatico e sdentato pescivendolo che ci ha cantato una canzone ironica di Modugno intitolata “Mafia”!!!! E’ stato davvero molto divertente.
Quali sono i vostri progetti futuri? C’è un lungometraggio nel cassetto?
Personalmente, essendo anche giornalista, ho un progetto per un documentario – inchiesta da girare sempre qui dalle mie parti. Ci sto lavorando al momento come soggetto e ricerca di fonti. Essendo nato un gruppo di lavoro affiatato durante questo progetto, con l’ autore Gianni Torres e con il co-regista Michele Roppo, sono in cantiere diversi progetti. Quando l’energia è positiva si ha voglia di fare sempre di più e sempre meglio.
Ringrazio di cuore Antonella Sibilia per avermi concesso questa intervista e faccio un in bocca al lupo a lei, Michele Roppo e Gianni Torres per i loro progetti futuri.