Questa settimana per la rubrica I Grandi Maestri del Cinema curata da Davide Cinfrignini parliamo di un vero e proprio colosso del cinema mondiale che ha ispirato generazioni di registi, ossia 8 e 1/2 di Federico Fellini, una pellicola che è uscita nel lontano 1963. Vale proprio la pena di rinfrescarsi la memoria.
Trama
Guido Anselmi (Marcello Mastroianni) è un regista di quarantatrè anni che in procinto di girare un nuovo film, trascorre dei giorni di relax in una stazione di cure termali. Gli attori e i produttori del suo film continuano a chiedergli chiarimenti sul corso della sua pellicola che è in una fase di pre-produzione, ma la sua vena creativa sembra essersi ormai esaurita.
Analisi del film
La crisi esistenziale di Guido Anselmi è il punto di svolta della vita di un uomo sull’orlo di un precipizio, che sentendosi abbandonato dalla realtà comincia a lanciare uno sguardo al suo passato e ai personaggi creati dalla sua fantasia. Guido fatica a mettere in ordine la sua vita, i rapporti con le persone che gli stanno vicino continuano a sfuggirgli sempre più di mano, fino a palesare completamente la sua deriva.
Fellini dirige un film autobiografico, intriso di visionaria genialità dove sogni e fantasia costituiscono la spina dorsale della vicenda mentre la realtà è un freddo specchio che si confronta senza timore con l’aridità emotiva del personaggio principale.
Un capolavoro dove Fellini nega un approccio razionalmente rigido al cinema, un film caldo con un Marcello Mastroianni in totale sintonia con il personaggio interpretato.
Guido Anselmi è un uomo rancoroso, pieno di nostalgia verso il passato, in difficoltà con se stesso e in preda ad un vero e proprio vuoto esistenziale. La perdità della sua solita brillantezza creativa non fanno che dilatare il suo senso di smarrimento. Le strutture fondanti della sua vita crollano come un castello di sabbia, costringendolo a tornare a pensare all’innocenza ormai perduta, di quando era bambino. Guido sente la stringente necessità di dare un senso alla sua vita e di dare un ruolo alle persone che rappresentano i suoi affetti del passato e del presente.
Riconoscimenti
Federico Fellini, riceve il suo terzo Premio Oscar per il Miglior Film Straniero nel 1964, dove la pellicola riceve il Premio per i Miglior Costumi per film in bianco e nero, oltre che la nomination come Miglior Regia , Miglior Sceneggiatura Originale e Miglior Scenografia per film in bianco e nero.
Fellini conquistò anche l’Europa, nel nostro paese vinse 7 Nastri d’Argento, in Russia si portò a casa il Gran Premio al Festival Internazionale del Film di Mosca e in Danimarca, il Premio Bodil come Miglior Film Europeo.