Arriva al cinema il nuovo film di Alessandro Capone, con un cast di all-stars americane che riemergono dal cinema anni ottanta e novanta per una reunion in un paese post-apocalittico: è in sala dal 24 Luglio 2047: Sights of Death.
2047: Sights of Death
Nel 2047, il mondo è in mano ad un governo che stermina chiunque cerchi di opporglisi. Appartenente all’organizzazione ribelle GreenWar, l’agente Ryan Willburn ha il delicato compito di raccogliere prove sufficienti ad inchiodare l’esercito governativo alle responsabilità dei terribili genocidi che si susseguono di zona in zona. Il ritrovamento di una sopravvissuta, Tuag, che cercherà di aiutare Ryan,porterà a conseguenze imprevedibili per tutti.
Trailer del film:
Di Luca Arcidiacono
Alessandro Capone (classe 1955) non ha di certo una filmografia degna di nota o spessore tale per rendere plausibile o credibile un progetto come 2047: Sights of Death: oltre a molte produzioni televisive e teatrali, porta ultimamente al cinema film come “E io non pago – L’Italia dei furbetti” (2012) che, seppur porti avanti un tentativo legato al sociale e a raccontare la realtà odierna del nostro paese, sempre non poco colorata, rimane un risultato sbiadito e lontano da un’oggettiva sufficienza o profondità.
Qui di certo Capone lavora con del materiale e con degli attori che più gli sono vicini, cresciuto con il filone di cinema d’explotation, action, thriller, di matrice americana anni settanta, ottanta. Chiama vecchie leve quasi in stile “I Mercenari”: Daryl Hannah, Danny Glover, Rutger Hauer, Michael Madsen, Stephen Baldwin e le mette insieme per raccontare di un’ennesima società distopica che cerca quindi una fotografia (molto televisiva) ed una color correction accentuata in luoghi chiusi e semi-illuminati con pochi esterni (per favorire il budget basso e agevolare la messa in scena).
Nell’insieme il prodotto risulta estremamente lento, soprattutto nella prima parte, con coreografie di combattimento molto elementari che non trovano ritmo neanche con il buon montaggio apportato, le musiche estremamente pompose accanto a dialoghi che fin troppo spesso spezzano un clima serioso con cadute di stile che si avvicinano al già citato film di Stallone e Co., senza però poter essere lontanamente paragonabile. Film più che dimenticabile e di piccola distribuzione, si apprezza comunque il tentativo del regista e del produttore Andrea Iervolino di mantenere il film di genere nel nostro paese come fortunatamente si cerca sempre più di fare negli ultimi anni, con risultati più o meno altalenanti.
2047: Sights of Death
Di Francesca Barile
Arriva sugli schermi 2047: Sights of Death ennesima declinazione di quel filone distopico fantascientifico in voga ormai dagli anni Ottanta e che direttamente da trent’anni fa si porta dietro molti attori (Daryl Hannah e Rutger Hauer).
Clima cupo, scene interamente in interni e con scarsa illuminazione a dimostrazione di un budget non altissimo il film risente molto per impostazione di base delle tematiche di 1984 ma ovviamente gli aficionados del genere ritroveranno stile e pensiero di pellicole di anti-utopian science fiction del passato.
L’idea di base del film può risultare sicuramente appetibile per un fan , ma sin dalle prime scene purtroppo2047 mostra le sue pecche che, a prescindere dalla povertà delle scenografie, nasce da una quasi totale mancanza di azione, conditio sine qua non in una pellicola del genere e soprattutto nella fissità recitativa di molti interpreti. Stranita come non mai l’ex sirena di Manhattan, Daryl Hannah mentre Rutger Hauer continua instancabile nel suo ruolo di cattivo del futuro , ormai appiccicato a francobollo dall’epoca di Blade Runner.
Stereotipato e stantìo, decisamente artigianale e non aiutato da un doppiaggio altrettanto rigido, il film rischia di cantare per i pochi giorni di estate al quale è destinato dalla nostra programmazione.