Speciale Sudestival 2018: Toni D’Angelo racconta Falchi

Terzo film in concorso al Sudestival 2018 è Falchi del regista Toni D’Angelo. In questo articolo l’intervista che il regista ci ha concesso in occasione della proiezione del suo film al festival.

Toni D'Angelo

Toni D’Angelo regista di Falchi

Intervista a Toni D’Angelo, regista di Falchi

Ciao Toni benvenuto su cinemio. Per cominciare parlaci un po’ della tua carriera: dagli studi alla voglia di fare il critico cinematografico come sei arrivato a fare il regista?

Toni D’Angelo: A 18 anni dopo il liceo scientifico decido di andare a vivere a Bologna e frequentare il DAMS indirizzo cinema anche se avrei voluto in realtà fare musica perché suonavo la chitarra. Mi sarebbe piaciuto avvicinarmi ad un’analisi teorica della musica. Però poi ho scelto cinema perché essendo un appassionato mi piaceva l’idea di vedere e analizzare i film senza aver mai provato a prendere una macchina da presa in mano.

Non avevo mai pensato fino a quel momento di poter fare cinema in senso pratico. Dopo un piccolo periodo di teoria (circa un anno e mezzo) ho iniziato a rendermi conto che iniziavo a giudicare in maniera troppo negativa e a volte anche gratuita un po’ tutti i film compresi i grandi film dei grandi autori che in realtà erano meravigliosi. Così ho fatto autocritica e ho deciso di mettermi in gioco cercando lavoro come assistente alla regia volontario per capire un po’ come funzionava in modo pratico la materia.

Dopo un po’ di lavori come assistente alla regia mi sono reso conto di tante cose e soprattutto che era un lavoro che a me piaceva tantissimo fare. Mi faceva sentire vivo stare sul set e ho deciso in modo kamikaze di mettere su la produzione di un primo cortometraggio mio per vedere se potevo riuscire a fare un lavoro filmico mio.

Il cortometraggio si chiamava Bukowski Casoria, prendemmo in maniera casuale un racconto di Bukowski che in quel periodo leggevamo noi studenti per il DAMS e provammo a scriverlo pensando ai nostri luoghi di origine e io trasformai un racconto che riguardava la città di Los Angeles, trasportandolo a Casoria vicino Napoli.

Era un menage a trois una specie di commedia soft erotica che ebbe tanta risonanza in quel periodo. Lo girammo con delle telecamere scadenti, lo montammo con i primissimi software di montaggio video e li mi resi conto che qualcosa potevo fare, la risposta c’era e avevo avuto la prova di avere la capacità di poter raccontare una storia per immagini.

Da lì ho iniziato la mia carriera dal punto di vista professionale. Sono tornato a Roma ho cominciato a fare assistenza alla regia. Mi sono poi laureato e poi c’è stato l’incontro con Abel Ferrara sul cui cinema mi sono laureato, la tesi si intitolava Il mondo poetico di Abel Ferrara siamo diventati amici lui mi ha chiesto di essere il suo assistente alla regia. Ho lavorato per tre anni con lui ed è stato proprio lui a dirmi che ero sprecato a fare l’assistente alla regia ma che dovevo prendere una telecamera e girare anche a bassissimo costo il mio primo lungometraggio: così è nato Una notte.

Falchi

Lo scrittore Osvaldo Capraro parla di Falchi al Sudestival

Falchi è già il tuo terzo lungometraggio e del film, oltre che regista, sei anche autore di soggetto e sceneggiatura. Ci parli della genesi del film?

Toni D’Angelo: Di Falchi ho scritto soggetto e sceneggiatura, così come ho fatto con tutti gli altri miei film, sono anche sceneggiatore. La genesi di Falchi è un po’ casuale nel senso che stavo cercando insieme al mio produttore la storia da mettere in piedi per un nuovo progetto e siccome sono un amante dei film di genere polizieschi camminando per la città con il mio produttore mi sono reso conto che c’erano degli energumeni in moto senza casco che mi inquietavano.

Ho chiesto chi fossero e mi è stato detto che erano dei poliziotti in borghese dei Falchi e che erano un po’ dei personaggi al limite tra la criminalità e la legalità e da lì ho unito tutte le mie esigenze tra cui anche quello di fare un film di genere in Italia e abbiamo iniziato la stesura della sceneggiatura di questo soggetto. Abbiamo incontrato tanti poliziotti, tanti falchi ci siamo informati e dopo un po’ di tempo siamo riusciti a scrivere questa sceneggiatura.

A parte L’innocenza di Clara, girato in Lazio, sia Falchi che Una notte sono girati e raccontano Napoli, tua città natale. Come mai? Voglia di sentirsi a casa o voglia di raccontare storie della tua città, così bella ma anche piena di contraddizioni?

Toni D’Angelo: Per quanto riguarda Napoli al di là del fatto che sia la mia città di nascita, che io la scelga come set dei miei film è dovuto fondamentalmente al fatto che io credo che sia la città più internazionale che abbiamo in Italia. Mentre Roma è una città molto politica o da commedia, molto classica e Milano la città della finanza e della moda, Napoli è una città che racconta in ogni angolo che si attraversa delle storie originali e a volte uniche, è una città che abbraccia tutte le razze che si mescolano ai napoletani, è un calderone di emozioni.

Toni D'Angelo

Toni D’Angelo sul set di Falchi

Il film vede come protagonisti Fortunato Cerlino e Michele Riondino. Come li hai scelti e come hai lavorato con loro per definire la psicologia dei personaggi ed il loro rapporto?

Toni D’Angelo: Lavorare con Cerlino e Riondino è stata un’esperienza incredibile, sono due grandissimi attori, Michele Riondino è un grandissimo attore di teatro e di cinema così come lo è Fortunato, hanno delle formazioni molto simili, Fortunato viene dal grande teatro, sono due attori che hanno avuto grandissimo successo grazie anche alla televisione.

Sono anche molto popolari quindi sono stati scelti per la loro somiglianza con i personaggi che avevamo scritto in sceneggiatura e chiaramente anche per la loro fama dei confronti del pubblico televisivo.

Parliamo della fase delle riprese. Come sono andate? Ci sono degli aneddoti che ti va di raccontare?

Toni D’Angelo: Ricordo Fortunato Cerlino che girava per Napoli sul set del film e veniva rimproverato da tantissime persone perché si era convertito alla polizia. ‘Ma come? Il boss Sabatino diventa un poliziotto?‘ e il povero Cerlino a dover spiegare che la realtà non è un film e che lui era un attore che interpretava ruoli.

Falchi

Falchi al Sudestival 2018

Il film ha partecipato a numerosi festival e vinto anche un bel po’ di premi tra cui 2 al BIF&ST che cinemio segue con passione. Qual è stato il riscontro di pubblico e critica sul tuo film? Ci sono dei complimenti che hai particolarmente apprezzato?

Toni D’Angelo:Il film ha avuto tanti riconoscimenti in giro per il mondo e ha avuto un successo importante, peccato che ci sia stata una distribuzione scellerata, è stato distribuito male non per il numero di copie ma per la programmazione. In alcune sale veniva proiettato solo alle 11 di sera, in altre solo per due spettacoli anziché quattro.

È stata una distribuzione un po’ a spezzatino però è un film che ha avuto un ottimo riscontro soprattutto di critica e quasi tutti i critici più importanti ne hanno parlato molto bene: Mereghetti lo ha citato come un film di genere da prendere d’esempio nel magazine Ciak.

Falchi

Falchi al Sudestival 2018

E per concludere uno sguardo al futuro: so che stai lavorando al tuo nuovo film dal titolo Calibro 9. A che punto è? Ti va di parlarcene?

Toni D’Angelo: Calibro 9 è un continuo ideale del film di Fernando Di Leo Milano Calibro 9. Sono passati 45 anni e le cose non sono cambiate, anzi cambiando gli strumenti (computer digitalizzazioni, non più la valigetta con i soldi rubati) le cose forse sono peggiorate. Gireremo quest’anno tra Milano Marsiglia e Francoforte facendo anche un salto in Calabria. 

Ringrazio Toni per la sua disponibilità e gli faccio, a nome della redazione di cinemio, un in bocca al lupo per il concorso del Sudestival.

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@Foto Credits Sudestival.org

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