Dopo il successo di WandaVision, Kathryn Hahn torna su DisneyPlus dal 7 aprile: questa volta l’interprete di Agatha Harkness riveste il ruolo della protagonista assoluta nella miniserie in otto episodi Le piccole cose della vita. Tratta dal bestseller di Cheryl Strayed, è prodotta da Hello Sunshine, garanzia di qualità per le serie con protagoniste femminili (e non solo) – non per niente tra i produttori esecutivi ci sono Reese Witherspoon e Laura Dern. Nel cast anche Sarah Pidgeon (The Wilds), Merritt Wever (Nurse Jackie) e Michaela Watkins (SNL, Casual).
Le piccole cose della vita
Claire (Kathryn Hahn) sta attraversando quel classico momento della vita in cui niente va come dovrebbe. Il suo matrimonio con Danny (Quentin Plair) è in crisi, il suo rapporto con la figlia Rae (Tanzyn Crawford) altrettanto. E pure il lavoro, che già non è che sia quello che sognava da giovane, non va alla grandissima.
Il fatto che sia anche sulla soglia della fatidica cinquantina non aiuta certo a sollevarle il morale. E infatti va a fondo. Beve, sbaglia, urla. Insomma, reagisce come può ad una vita che ha preso una piega che non le appartiene, non sa bene dove né perché. E che ormai sembra quella di qualcun altro.
Mentre lei annaspa, riemerge dal passato un amico dei tempi in cui tutte le possibilità parevano ancora aperte, e in cui lei sembrava avere un promettente futuro da scrittrice. Inviato dal caso o dalla provvidenza, propone a Claire di prendere il suo posto in una rubrica di risposte ai lettori online.
Come può dare proprio lei consigli di vita agli altri, quando ogni aspetto della sua esistenza pare naufragare? – pensa Claire. Ma sarà proprio firmandosi Dear Sugar che piano piano, tassello dopo tassello, l’insieme caotico di storie, ricordi e traumi che è la sua vita ricomincerà ad avere – o a trovare – un senso.
Suggestiva, agrodolce, a tratti poetica: una serie che affronta la difficoltà di crescere, di essere madre, di essere figlia, e molto altro ancora
Le piccole cose della vita (nella versione originale inglese, Tiny Beautiful Things) è una di quelle serie che ti fanno a tratti ridere, a tratti piangere, spesso riflettere. In gran parte grazie a Kathryn Hahn, che ha quell’attitudine, simile alla nostra Valeria Bruni Tedeschi, ad essere tragica e buffa al tempo stesso. Intrinsecamente incasinata, per così dire.
Incasinata al punto che è facile identificarcisi e simpatizzare a prescindere. Anche se non si è in quella situazione e non si ha la sua età. Ma più ancora se la si ha. Se si è sulla quarantina abbondante e sentire Claire pensare “Cosa scriverei alla me stessa di vent’anni” fa venire in mente una versione più datata del monologo sanremese di Chiara Ferragni. O di quello social di Selena Gomez. Che evidentemente è la moda del momento parlare al sé di (qualche decina di) anni prima.
Le piccole cose della vita è un viaggio indietro nel tempo a singhiozzo, che Claire fa rivivendo pezzi della sua vita come se fossero in presa diretta. Come se a fianco a lei ci fosse ancora la madre. Come se lei fosse ancora, e solo, una figlia. Se sua figlia fosse ancora bambina. Bellissima l’idea, pur se non nuova, di lei che vede le versioni di sé o degli altri più giovani. A chi non è successo, vedendo i propri figli cresciuti, di rivederli piccini, traballare per venirci incontro?
Bello anche il filo conduttore e le continue riflessioni sui diversi modi di essere madre. Sui problemi che i traumi irrisolti arrecano al presente. Sul fatto che per essere una buona madre bisogna risolvere ciò che ci ha bloccato nella posizione di figlia. E che, alle volte, è proprio la figlia (o i figli) che aiutano la madre a riappacificarsi con la “giovane sé” e a fare il passo in avanti che permette di crescere. Che a volte è anche lasciare andare. Accettare.
Gli uomini, alla fine, sono giusto di contorno, e non fanno nemmeno una gran bella figura, nella serie. Le piccole cose della vita è una storia di donne. Di mamme. Di figlie. E di amiche sorelle che a volte vivono la vita che avremmo voluto per noi mentre noi non ci accorgiamo che la nostra è quella che avrebbero voluto per loro.
È una storia, come dice il titolo, di piccoli grandi sentimenti. Realizzata con delicatezza e attenzione ai dettagli. Il cui leitmotiv è il consiglio richiesto a Dear Sugar. Che è il pretesto per Claire per fermarsi a pensare su di sé. Che poi forse è questo il motivo per cui van di moda le lettere alle bambine o ragazze che eravamo. Perché la vita va veloce, e nel momento in cui la viviamo, raramente abbiamo il tempo di parlarci davvero. A noi e a chi ci sta a fianco.
Bilancio finale di Le piccole cose della vita
Bella serie. Lieve, scorre veloce, come la vita che rappresenta. Perfetta per chi ama i racconti psicologici e introspettivi, ideale in particolare per un pubblico femminile o sensibile. Mi piacerebbe immaginare che ci possa essere un seguito, anche se in realtà si conclude perfettamente così.