Paulette: come arrotondare la propria misera pensione

Esce in Italia dopo il grande successo in Francia, “Paulette”, un film brioso che declina in chiave leggera molti temi di scottante e triste attualità.Qui su Cinemio la recensione .

Le miserie del nostro tempo in allegria

 

 

 

 

Dopo il grande successo ottenuto in Francia e negli altri paesi europei in cui è già passato e dopo un’anteprima nazionale all’ultimo Bif&st 2013 dove gareggiava nella categoria Panorama Internazionale il sei giugno arriva anche da noi “Paulette” un film sicuramente singolare che sa affrontare molte situazioni oscure dei nostri tempi con il sorriso sulle labbra, complice anche la sua strepitosa interprete, la grande Bernadette Lafont,attrice francese celebre oltr’alpe sin dagli anni Cinquanta, premiata a Bari dalla giuria come miglior attrice per i film in lingua originale. Il premio è stato più che meritato visto che la pellicola ruota decisamente intorno al personaggio di Paulette.

Chi è Paulette?

Vedova, ormai anziana Paulette vive in un anonimo e modesto  appartamentino situato in uno di quei casermoni della banlieue parigina ormai territorio misto , con molte famiglie extracomunitarie ( persino il parroco è di colore) e i pochi francesi anziani e appartenenti alla piccolissima borghesia. Un tempo la donna ha visto una certa agiatezza grazie all’attività di ristorazione in gestione con il consorte, ma una serie di investimenti errati le hanno fatto perdere il locale ceduto  a una famiglia nipponica e Paulette ha finito con il vivere carica  di ricordi e risentimenti verso i “nuovi” francesi tanto da comportarsi con modi simpaticamente odiosi anche verso il genero poliziotto nero e persino nei confronti del nipotino caffè e latte. Quando i mercati generali chiudono, nascosta da un paio di occhialoni scuri, la donna raccatta la merce invenduta come altri nuovi poveri, ma dopo l’ennesima umiliazione, Paulette decide di ricorrere a una nuova e poco “pulita” maniera di arrotondare le sue magrissime entrate e tutto inizia a cambiare, anche il suo modo di vedere il prossimo…

L’erba di Grace in salsa francese

 

 

 

 

 

 

Si potrebbe eccepire che la trama di “Paulette” non ha in sè nessuna novità: la donna in età che decide di fare affari sporchi con la droga leggera e riesce a guadagnarci parecchio si è già vista ne “L’erba di Grace” film britannico uscito qualche annetto fa dove l’argomento della pusher anziana e insospettabile era trattato con identico tono leggero. Ma a parte l’ambientazione francese, le tematiche del film di  Jérôme Enrico sono ben altre e tutte decisamente drammatiche: l’anziano costretto a cercare tra i rifiuti a causa del sempre più limitato potere d’acquisto della sua pensione ottenuta dopo anni di sacrifici, il degrado delle periferie, lo sbando della gioventù, la diffusione dei guadagni facili, la solitudine e l’isolamento di chi  essendo ormai anziano sembra non abbia  più niente da dire a questa società  ( l’amica più “matura” di Paulette è un po’ “svanita” ed è per questo messa ai margini dalle sue stesse quasi coetanee), la mancanza di scrupoli di certi criminali che non esitano a calpestare persino i diritti dell’infanzia per ottenere dei risultati: tutto questo è “Paulette” un film che fa riflettere tra i sorrisi e che malgrado il finale ottimista e buonista a ben pensarci lascia un po’ il retrogusto amaro. Sorridiamo e gustiamo le interpretazioni dei bravi attori del film ( tra i comprimari spicca la bravissima Carmen Maura, un’icona della cinematografia spagnola) e pensiamo ad aiutare le nostre Paulette affinché non debbano ingegnarsi ad arrotondare con metodi poco ortodossi per passare gli ultimi anni dignitosamente.


 

 

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