Realizzato da Città futura, il documentario “Ritorno a casa” ripropone in chiave inedita la carismatica figura di Enrico Berlinguer per commemorare i trent’anni dalla scomparsa.
Chi era Enrico Berlinguer
Enrico Berlinguer, nato a Sassari nel 1922 e deceduto a Padova l’undici giugno 1984, è un insigne uomo politico, segretario del Partito comunista italiano dal 1972 alla sua morte sopraggiunta dopo un ictus che lo colpì durante un comizio. Considerato tra gli artefici del compromesso storico, fu molto amato e rispettato. La sua morte portò praticamente allo sfaldamento del P.C.I.
Le “Botteghe oscure”
Il “ritorno a casa” a cui allude il documentario di Elisabetta Ranieri, collaboratrice di Calabria on web nata successivamente alla morte del leader comunista Enrico Berlinguer riporta i due protagonisti del filmato, Alberto Menichelli e Roberto Petruzzi, nella vecchia sede del secondo partuito più importante della Prima Repubblica altrimenti definito “Bottegone”, un palazzo di ragguardevoli dimensioni sito in via delle Botteghe Oscure a Roma e che vide i maggiori eventi del P.C.I. dal dopoguerra allo scioglimento del partito.
Il documentario
Realizzato dalla giovane giornalista Elisabetta Ranieri e prodotto da Città futura, il documentario “Ritorno a casa” ruota intorno alla figura di Enrico Berlinguer, statista di notevole statura a trent’anni dalla sua scomparsa. La giornalista sceglie di intervistare due persone dietro le quinte, Alberto Menichelli, ex autista e Roberto Petruzzi, della scorta che alternando a immagini di repertorio parlano del Berlinguer inedito e privato poichè con il politico di orgine sarda molto avevano condiviso, compresa la fede politica.
L’idea di parlare di un Berlinguer meno istituzionale serve anche per non creare di quest’uomo così amato tanto da vedere una partecipazione di folla esorbitante alle sue esequie un’icona quasi da santificare, ma questa lunga narrazione orale dei due anziani, porta in ogni caso a una ulteriore empatia verso un personaggio che per molti ha significato tanto e crea un filo rosso con le generazioni più giovani che forse a stento conoscono l’ex segretario del P.C.I.
Interessante documento da proiettare nelle scuole a prescindere da ogni ideologia politica.