Eccoci arrivati all’ultima parte della masterclass che il regista Costa Gavras ha tenuto al BIF&ST 2015: dopo aver parlato del suo primo film, della sua filmografia e del lavoro con attori e collaboratori, oggi risponde alle domande del pubblico parlando di politica, di cinema e di televisione.
Costa Gavras: la politica secondo me
Serge Daney nel Cahiers du Cinéma ha attaccato i film di sinistra come quelli di Francesco Rosi.
Costa Gavras: Serge Daney era un grande critico nel mondo del cinema però credo che la sua critica sia stata molto cattiva nei confronti di Francesco Rosi e infatti a Cannes Yves Montand lo ha preso per il bavero della giacca e gli ha detto ‘hai fatto una cosa pessima, ti spaccherei la faccia’. Che cos’è la politica alla fine? Credo che questa sia una discussione piuttosto ampia. Sapete che Hannah Arendt diceva che bisogna cercare di capire filosoficamente che cos’è la politica: se un uomo è solo non c’è politica, la politica è ciò che si crea tra gli uomini.
La mia domanda è che cosa c’è tra gli uomini? Io non sono un filosofo, ho cercato personalmente di vedere che cosa ci fosse tra gli uomini, se rispetto o non rispetto, l’accettazione dell’altro o la non accettazione, l’uso del potere che noi esercitiamo sugli altri o che gli altri esercitano su di noi, questa è la politica per me. Ci sarebbe molto altro da aggiungere però vorrei semplicemente dire che la politica è relazione tra uomini. Ci sono le leggi ma non sono sufficienti: i greci hanno fatto la democrazia, i romani l’hanno completata con le leggi per rendere la vita degli uomini coerente ma secondo me la politica è rispettare gli altri, la loro libertà, la dignità e soprattutto rispettare ciò che l’uomo è e ciò che è stato.
Tutti quanti abbiamo un potere che esercitiamo sugli altri, gli altri hanno potere su di noi e lo possiamo gestire in modo positivo e negativo. Io cerco di essere nella mia vita e al cinema coerente con questa idea di politica perché ancora una volta la politica non significa soltanto indicare una preferenza al voto, ma questa naturalmente è una mia idea personale ci sono molti filosofi e pensatori che possono esprimere un principio diverso ma dopo 50, 60 anni di riflessione ho deciso che questa è la mia idea di politica.
Il ruolo dell’intellettuale
Un intellettuale dovrebbe assumersi un impegno civile per smuovere le coscienze. Lei lo girerebbe un film sull’ISIS?
Costa Gavras: Ogni intellettuale deve essere libero di scegliere il suo ruolo. In alcuni paesi soprattutto nell’est Europa e nei paesi comunisti, o dove c’è la dittatura o nei paesi integralisti è stato imposto agli intellettuali di fare ciò ed è stata una vera catastrofe. Io credo che questo è un mondo di tiranni che impongono la loro idea e la loro volontà. Fare un film sull’ISIS? Perché no? Ma io piuttosto vorrei fare un film capace di sintetizzare la Storia perché oggi alla TV vediamo ogni giorno servizi dedicati all’ISIS. Noi invece come cineasti dovremmo prendere le distanze per un’opera di più ampio respiro ma la difficoltà è trovare la storia.
Ci sono alcuni progetti ai quali sto pensando, ogni giorno assisto agli orrori perpetrati da alcuni islamici, che sono dagli estremisti ma, come fa Le Pen attualmente, si fa di tutta l’erba un fascio. In Francia abbiamo 5 milioni di islamici che sono uomini assolutamente pacifici, lavorano, hanno figli e vivono come tutti gli altri ma ci sono anche estremisti e noi dovremmo cercare di eradicarli, isolarli.
Il potere
Perché un regista o un artista dovrebbe realizzare un’opera che ha come protagonista il potere che è il primo censore dell’arte?
Costa Gavras: Il potere esiste in democrazia proprio per consentire di difendere la libertà di ognuno. Se il potere si allontana da questo contesto allora abbiamo dei problemi perché il potere deve promuovere la libertà. Bisogna insegnare già da piccoli che la libertà degli altri è essenziale, che le leggi devono essere rispettate, ci dev’essere rispetto altrui e soprattutto rispetto della dignità. Ognuno di noi deve avere la propria dignità, deve mantenerla salda. Essere degni o indegni della società passa ogni giorno dalla libertà.
Il cinema francese e quello americano
Perché preferisce il cinema francese piuttosto che quello americano?
Costa Gavras: Io non ho delle preferenze ma amo dei film: il cinema americano ci ha insegnato moltissime cose, se facciamo un passo indietro ai primi 50 anni del Novecento fino ad oggi abbiamo esempi formidabili. Oggi però Hollywood ha virato verso un certo tipo di cinema che non mi interessa molto: effetti speciali, viaggi nello spazio, però abbiamo imparato moltissimo dagli americani su come fare i film, ho un grande rispetto per loro.
Io ritengo che un film sia soprattutto spettacolo, il cinema deve offrire spettacolo, sentimenti, deve far ridere, piangere, odiare, sentimenti che devono essere trasmessi con moderazione e intelligenza. Questo secondo me è lo spettacolo, con questi sentimenti possiamo fare qualcosa di importante, l’ho imparato attraverso il teatro classico greco, italiano, francese, shakespeariano.
Amo i film belli, in America sono stati girati grandi e bellissimi film ma mi sono anche reso conto che c’è una tendenza generale a fare film destinati al pubblico, che scende al suo livello per piacere, mentre secondo me i film devono salire al di sopra del pubblico per attirarlo dal livello quotidiano dove vive normalmente. Il cinema europeo in genere, i grandi registi italiani, i film degli anni 50 e 60 in Italia ci hanno insegnato cose formidabili, ma lo stesso vale anche per il cinema americano. Oggi ci rendiamo conto che in quasi tutti i paesi possono essere fatti grandi film a condizione che vi sia la volontà politica, che esista un cinema nazionale.
Insisto su questo punto, il cinema nazionale è indispensabile perché permette di proiettare altrove le immagini del paese, il suo modo di essere e di pensare. Purtroppo alcuni paesi trascurano questa urgenza e vengono prodotti film privi di interesse. Secondo me invece il cinema dev’essere anche supportato finanziariamente proprio in questa direzione. Il cinema francese è individualista, non dipende da una grande società di produzione o di distribuzione per il finanziamento.
Questo aspetto è ancora più importante oggi tenuto conto della rivoluzione del digitale. Ci sono ottimi film in America, io ho partecipato a festival e ho incontrato molti giovani registi americani indipendenti che cercano di proporre film diversi, non sostenuti dalle grandi compagnie. Io credo che il cinema si debba giudicare per la sua qualità piuttosto che per la sua nazionalità.
Non c’è una ricetta nell’arte. C’è un filosofo francese che diceva che c’è della politica in tutti i film. Possiamo analizzare politicamente tutti i film, è impossibile uscire dall’ambito della politica, non dobbiamo cercare ricette ma i registi devono raccontare ciò che sentono ed è quello che faccio, questo è il significato del film per me.
Che cos’è un film alla fine? Siamo in compagnia, qualcuno racconta delle storie, alcuni le sanno raccontare bene altri meno e di queste storie possiamo trattenere qualcosa o tutto il racconto. Un film deve trasmettere immagini capaci di colpire la mente umana e questa è la grande responsabilità del regista. Però non passiamo parlare di regole e di responsabilità ognuno deve lavorare bene ma soprattutto lavorare in nome della libertà.
La televisione
Lo sviluppo delle serie TV significa perdita per il cinema?
Costa Gavras: non credo ci sia una perdita per il cinema, credo che in generale l’audiovisivo dopo essere stato a lungo un mezzo di entertainment, ora sempre di più cerca di raccontare eventi, la vita, in modo più o meno approfondito. Io amo le serie televisive perché credo che negli ultimi anni le serie usino gli stessi mezzi del cinema dal punto di vista della sceneggiatura. Ovviamente questo non è vero per tutte, ce ne sono alcune che vengono realizzate molto rapidamente, ma ce ne sono altre che ottengono ottimi risultati e che trattano soggetti relativi alla società.
Termina qui la lezione di cinema che il regista Costa Gavras ha tenuto al BIF&ST 2015. Leggi le lezioni degli altri protagonisti di cinemio.