Continuiamo la masterclass del regista Costa Gavras. Dopo aver parlato della sua infanzia, l’arrivo in Francia e il suo primo film Vagone letto per assassini, oggi parla di politica con il suo film Z – L’orgia del potere e dell’influenza dei media con Mad City.
Costa Gavras: la politica
In questo video il regista Costa Gavras parla dell’influenza della politica nei suoi film e di come sia stato influenzato dall’essere stato inserito nell’ambiente culturale francese
Costa Gavras: Quando ho fatto l’assistente nel film di Rene Clément dovevo occuparmi dei problemi di Simone Signoret e così abbiamo iniziato a parlare perché lei era molto interessata e seguiva da vicino ciò che era accaduto in Grecia durante la guerra civile, aveva militato molto a favore dell’instaurazione della democrazia e conosceva bene le problematiche e la storia del paese. Anche la cultura francese aveva un atteggiamento simile a ciò che io avevo già vissuto.
Quando ho iniziato a parlare della mia storia di famiglia, dell’esperienza della guerra civile, della mia esperienza da giovane e della quotidianità della vita in Grecia, questo le interessava molto e mi ha invitato ad andare in campagna per il weekend con lei e con Yves Montand per continuare questa discussione. Ho avuto quindi l’occasione di conoscere anche altre persone, molti intellettuali con i quali abbiamo parlato del mondo e della politica in modo diverso rispetto all’approccio che avevo acquisito quando ero a scuola e all’università.
C’era l’interesse a cercare di capire perché Montand e Signoret per un lungo periodo di tempo erano stati molto vicini al partito comunista perché erano contro la bomba atomica ma poi sorpresi dal fatto che un giorno l’Unione Sovietica ha fabbricato la bomba atomica ne hanno preso le distanze senza però renderla esplicita. Con loro ho anche imparato un nuovo modo di pensare, una nuova visione del mondo e anche un nuovo modo di affrontare la politica senza fanatismo.
In fondo tutti i politici cosa vogliono alla fine? Vogliono far conoscere le loro idee, sono fanatici, ritenendole migliori delle altre. Io ho imparato un altro modo di affrontare la politica anche se molto l’avevo appreso dai miei studi classici sulla Grecia antica, che sono migliori rispetto a quelli che si fanno in Francia. Io ho studiato che l’ideologia non è immutevole perché c’è un nuovo mondo che può prendere il via e quindi ogni qual volta che c’è un cambiamento di civiltà, bisogna anche cambiare le ideologie. Insomma ho vissuto in Francia in questo ambiente che è stato sicuramente determinante per me.
Jacques Perrin e Z – l’orgia del potere
In questo video il regista Costa Gavras parla del suo film Z – l’orgia del potere e di quanto l’attore Jacques Perrin abbia contribuito alla sua realizzazione:
Costa Gavras: Jacques Perrin aveva lavorato moltissimo in Italia dove aveva girato molti film, io gli ho chiesto di partecipare al mio primo film Vagone letto per assassini e lui ha accettato, poi l’ho anche ingaggiato per un secondo film che non è stato assolutamente un successo né per la critica né per il pubblico però siamo restati amici. Allora gli ho proposto di partecipare a Z – l’orgia del potere.
Io non intendevo fare un film politico, all’epoca un film politico era diverso da quello che si intende oggi. Il film era incentrato sulla questione della presa del potere da parte dei colonnelli greci, molte petizioni venivano firmate nei paesi democratici e io avevo ricevuto alcune informazioni da mio fratello. Ho sottoposto il mio copione a Jean-Louis Trintignant e a molto altri attori importanti però non trovavamo soldi, nessuno voleva finanziarci. C’era un grande produttore francese che mi ha detto un giorno ‘Costa sicuramente tu hai un’ottima fama ci sono dei tecnici ottimi ma questo film che mi proponi sarebbe una catastrofe’.
Allora un giorno ho chiamato Jacques Perrin e gli ho detto che purtroppo il film non si poteva fare, non c’erano soldi e che avevo cercato di trovare coproduttori in Italia ma avevo soltanto ricevuto delle risposte negative. Avremmo potuto girare il film in Sicilia dove potevo trovare una città sul mare che ricordasse Salonicco ma ovunque chiedessi ospitalità ricevevo rifiuti. Tutti ritenevano che parlare dei colonnelli fosse piuttosto compromettente.
Jacques mi ha detto: ‘perché non proviamo in Algeria?’ Così ci siamo recati lì e abbiamo visitato Algeri che mi è piaciuta molto. Abbiamo incontrato il ministro, un grande intellettuale che ha accettato che ambientassimo il film ad Algeri anche se non c’erano finanziamenti e quindi Jacques è diventato produttore per la prima volta e tutt’oggi, oltre ad essere un grande attore, è un grande produttore, sicuramente tra i più originali e che produce i film meno scontati.
Questa è la storia del film, tutti gli attori volevano farlo, quasi rinunciando al loro onorario perché erano convinti della sua utilità. Io conoscevo molti attori, li avevo conosciuti durante il periodo in cui ero stato assistente alla regia, quando il casting era fatto dagli assistenti. Si frequentavano i corsi di teatro e cinema e lì ho conosciuto moltissimi attori che quando ho proposto di essere ingaggiati per il mio film hanno quasi tutti accettato, colpiti dal tema del film.
La prima settimana di uscita di Z – l’orgia del potere è stato un fiasco a Parigi. Ma il distributore ci ha detto di non preoccuparci e di aspettare. Alla seconda settimana la situazione si è un po’ mossa. Voi sapete che se oggi alla seconda settimana il film non ha successo viene ritirato ma noi abbiamo dovuto aspettare un tempo un po’ più lungo e alla film il film è diventato un successo mondiale. Ci chiamavano dappertutto, c’era un grande entusiasmo e noi accettavamo gli inviti con piacere. Non volevamo fare un film di successo ma semplicemente fare un film contro il regime dei colonnelli e poi la gente ci ha seguito.
Lo sguardo sul mondo
In questo video il regista Costa Gavras parla di come le sue esperienze di vita, il suo sguardo sul mondo abbia influenzato i suoi film:
Costa Gavras: Sono gli uomini ed il potere il mio interesse, ho cercato di vedere come noi uomini nel mondo reagiamo di fronte al potere, come lo accettiamo come lo seguiamo e come il potere più essere positivo o negativo sull’uomo. La stampa spesso presenta i film cercando di seguire una linea evolutiva della carriera ma in realtà ogni film che ho fatto era il riflesso di un evento che mi ha colpito e mi ha dato la voglia di fare un film. Questo spiega la diversità della mia filmografia.
Ho fatto un film, Chiaro di donna che era semplicemente una storia d’amore con Romy Schneider e Yves Montand. Una volta ero al ristorante e mi hanno chiesto ‘perché ha fatto questo film? Non ha senso’. Ma io in realtà avevo voglia di fare un film su un quarantenne che aveva problemi con sua moglie che era scappata e su una donna che aveva a sua volta problemi col marito. Quindi ogni film riflette, corrisponde ad una mia passione.
Talvolta gli americani mi hanno proposto dei film, per esempio un mese fa ho incontrato un produttore che mi ha detto che il successo de Il padrino è dovuto anche al mio rifiuto di dirigerlo perché non ero interessato alle storie di mafia americana. Naturalmente io non avrei potuto fare un film ottimo come quello di Coppola, io guardavo il mondo dove avevo vissuto, il mondo parigino, Simone Signoret, Montand e tutto il gruppo con i quali parlavano, discutevano del mondo e noi eravamo il mondo. Il nostro sguardo era più lungo e io ho cercato di riflettere tutto questo nei miei copioni e nei miei film.
L’influenza dei media: Mad City
In questo video Costa Gavras parla di come ha sempre cercato spunti nelle storie di cronaca o negli avvenimenti reali per i suoi film, in particolare Mad City con Dustin Hoffman e John Travolta:
Costa Gavras: Io sono sempre stato interessato al cinema e in un paese come la Francia la forma è ritenuta la principale dimensione di un film mentre io ero interessato piuttosto alla sostanza. Chiaramente la forma è importante ma la sostanza impone la forma, cioè è sicuramente la storia che impone la forma ad un film. Se ho cercato storie qua e là è perché queste storie mi hanno interessato profondamente e la mia conoscenza non era soltanto personale ma voleva essere una conoscenza estesa alla società.
Mad City dimostrava che la moltiplicazione dei media può creare una sorta di lotta permanente per fare meglio in termini di spettatori o di lettori. Questa lotta quotidiana riduce sempre più il livello qualitativo dei media, televisione, giornali, è una sorta di corsa alla ricerca del lettore, dello spettatore, cioè del cliente e questa è l’idea del film. Gli americani mi hanno dato la possibilità di fare un film su questa tematica e naturalmente ho dovuto assumere il rischio di essere criticato dai media.
Per esempio in Francia c’è stata un’enorme copertura sull’ascesa al potere di Marine Le Pen: lei è stata legittimata proprio dai media perché ogni giorno vengono trasmessi i suoi discorsi oppure si parla del suo sentimento razzista e nonostante magari i suoi sostenitori non siano molti, questa copertura mediatica potrebbe portare ad un aumento dei suoi sostenitori.
Termina qui la seconda parte della masterclass del regista Costa Gavras. Continua a leggere la terza parte.