Until Dawn: fino all’alba – La trasposizione del videogioco horror di casa Sony

Until Dawn: fino all’alba è un film di genere horror del 2025 diretto da David F. Sandberg tratto dall’omonimo videogioco di casa Sony. La pellicola distribuita da Eagles Pictures uscirà solo in sala a partire dal 24 aprile.

di Michele Scarperia

Nel cast corale troviamo Ella Rubin, Michael Cimino, Odessa A’zion, I-young Yoo, Belmont Cameli, Maia Mitchell e direttamente dalla controparte videoludica Peter Stormare.

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Until Dawn: fino all’alba

Dopo la misteriosa scomparsa della sorella Melanie, Clover ed il suo gruppo di amici si recano nel paesino della sua sparizione in cerca di risposte. Le cose non andranno come previsto e anch’essi si troveranno ad affrontare la loro stessa scomparsa.

Il trailer del film

Una buona idea per trasporre il videogioco ma che cade in troppe banalità

Trasporre il videogioco divenuto di culto di casa Sony “Until Dawn” era apparentemente un compito semplice vista la natura già di per se molto improntata sulla narrazione dell’opera di base. La difficoltà subentra dal momento i cui si vogliono trasporre la dinamica del gameplay che ha reso celebre la controparte videoludica, ossia la diversità dell’andamento degli eventi data dalle scelte ogni volta diverse del videogiocatore.

Ed è proprio qui che viene il colpo di genio del regista, trasformare l’opera originale in un time loop horror (sottogenere in cui gli eventi si ripetono in continuazione fino a che i protagonisti non trovano un punto di svolta) per portare al cinema la rigiocabilità pur ovviamente venendo meno la parte interattiva. Idea che rappresenta il punto di forza maggiore del film, è divertente vedere come Sandberg si sia sbizzarrito con la sua macabra fantasia nel trovare minacce sempre più fantasiose per i protagonisti, attingendo per quella principale a piene mani dal videogioco portando sul grande schermo la celebre creatura denominata Wendigo.

Direttamente dall’opera digitale abbiamo anche la figura del professor Hill interpretato sempre ottimamente da Peter Stromare (già volto e doppiatore del corrispettivo in game), qui reso centrale in un ruolo parzialmente inedito ma che funziona altrettanto bene giocando come nel videogioco sulle paure dei protagonisti ma in modo diverso.

Until Dawn – Punti da migliorare

Una delle note dolenti invece è il cast e la caratterizzazione dei protagonisti, la scelta di attori semi esordienti non giova a dei personaggi privi di mordente che incarnano i classici stereotipi degli horror più dozzinali, e le blande interpretazioni contribuiscono a renderli totalmente dimenticabili.

La componente horror è altrettanto blanda, a tratti è comedy horror e funziona ma quando vuole davvero spaventare viene fuori la poca maestria nel muovere la macchina da presa di Sandberg tanto bravo nel concepire le dinamiche prima citate quanto meno bravo nel creare terrore. La regia non è mai capace di creare tensione vera basandosi solo e solamente su clichè del genere e jump scare prevedibili, mai andando veramente sull’inconscio dei personaggi cosa che invece avveniva nel videogioco.

Gli effetti speciali e visivi funzionano, in particolare nelle creature dispiace per la mediocre regia totalmente incapace di valorizzarle.

Until Dawn: fino all’alba ha alla base un’ottima idea per trasporre una dinamica che era complicato riportare su un media diverso, peccato che il buono si fermi lì per via di una messa in scena pigra basata su stilemi visti e rivisti e la mal gestione di quella componente psicologica estremamente affascinante della controparte videoludica.

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