#RomaFF12 – One of these days di Nadim Tabet

#RomaFF12 – Presentato nella Selezione Ufficiale oggi, One of these days è l’esordio al lungometraggio di Nadim Tabet che decide, nell’esiguo tempo di 80 minuti, di raccontare 24 ore dentro la vita di alcuni giovani di Beirut e di seguirli nell’intimo dei loro sentimenti ed emozioni.

One of these days

One of these days

One of these days

É una generazione che ha vissuto la guerra sin dalla nascita, quella dei ventenni raccontati dentro a questo film, e per questo vivono la cosa come mille altri aspetti quotidiani della vita. La guerra è dunque distante da loro, nei pensieri quanto fisicamente, in una Beirut vista in modo nuovo e sdoganata dal cliché della guerra e basta.

Sono giovani legati a problemi di cuore, alla passione per la musica o alla dipendenza per la droga, giovani appassionati e giovani passivi alla quotidianità, giovani che bramano l’amore e giovani che lo temono.

One of these days

One of these days

E Nadim Tabet con One of these days riesce, quasi con un tratto da documentarista a seguirli, a farceli conoscere e a narrare dei loro tormenti interiori con una lucidità e un ritmo che scorre e non annoia. D’altra parte, forse, è fin troppo esiguo il discorso che fa da non lasciarci il tempo (o non darci il modo) di legarci a loro e ai loro problemi e di non chiudere il film quel tanto che sarebbe bastato a darne un senso. Ed è un vero peccato perché la prospettiva del racconto è originale e i dialoghi sono sinceri, eppure il racconto sembra come trattenersi, lanciare un messaggio e poi credere che al pubblico possa bastare. Sarebbe stato allora più coerente decidere se seguire un percorso legato al documentario o procedere appieno verso il film di finzione. Peccato.

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