Oceania 2 è un film d’animazione del 2024 diretto da Dave Derrick Jr, Jason Hand e Dana Ledoux Miller (tutti e tre all’esordio), questa pellicola rappresenta il sequel dell’omonimo film del 2016 e il 63 classico Disney. Il lungometraggio uscirà in Italia solo in sala a partire dal 27 novembre distribuito da The Walt Disney Company.
Nel cast vocale troviamo come nel capitolo precedente, Dwayne “The Rock” Johnson su Maui, Auli’i Cravalho su Vaiana e tante new entry da scoprire durante la pellicola.
Oceania 2
Dopo una visione nella quale gli antenati chiedono a Vaiana di riunire tutti i popoli dell’oceano, essa accoglie questa richiesta e parte insieme a tre bizzarri compagni di viaggio alla volta di un isola epicentro di tutte le civiltà.
Il trailer del film
Una riproposizione del primo film riuscita poco meno
Oceania 2 è un’idea che nasce durante la pandemia del 2020, inizialmente come una serie televisiva per rimpolpare lo scarno (al tempo) catalogo della neonata piattaforma Disney+. Successivamente per volere soprattutto dei registi, vista la resa visiva incredibile delle immagini, si è spinto per portare il progetto sul grande schermo adattando di conseguenza la sceneggiatura pensata per una serie a quella per un film, creando così dopo quattro anni di gestazione questo sequel dell’acclamato Oceania del 2016. Visto questo cambio di direzione e il cambio dietro la macchina da presa, sarà riuscita la Disney a bissare il successo del precedente?
La risposta è presto detta, no ma comunque è riuscita a regalare al pubblico una pellicola gradevole e magnifica visivamente. Ma partiamo dalla motivazioni principale per le quali mi sono sentito di dire no, ossia proprio il fatto che si noti tanto che fosse stata pensata inizialmente come serie Tv.
In questo film abbiamo sotto trame che non trovano una conclusione, tanti personaggi interessanti introdotti ma di cui non sappiamo nulla, su tutti Matangi, e un oceano (difetto che imputavo anche al primo) che non dà mai l’idea di immensità. Per la tematica portante di questo film, l’unione tra le varie diversità che fa la forza di un popolo, c’era la necessità di una maggiore esplorazione, un maggiore approfondimento su queste diversità, un epico viaggio attraverso esse per unirle. Invece nulla viene semplicemente ripresa la struttura della prima pellicola modificando qualcosina, aggiungendo dei compagni per Vaiana e questi altri popoli vengono relegati solo ad un finale sbrigativo senza neanche concedergli due battute. Difetti elencati qui dovuti per l’appunto all’adattamento di una sceneggiatura che è palese fosse per una serie televisiva nella quale si avrebbe avuto molto più tempo per esplorare tutto e tutti.
Oceania 2 – un sequel da vedere
Le new entry, oltre la già citata Matagi per me il più grande rimpianto del film, funzionano sono personaggi simpatici, peccato siano poco approfonditi e si abbia la costante sensazione che sono messi lì giusto per aggiungere qualcosa ad un film che sennò sarebbe stata la copia del primo.
Anche la minaccia e ciò che rischia di accadere è la stessa idea avuta nel capitolo precedente, ed è un peccato viste le potenzialità di una mitologia come quella Maori che offriva tante altre alternative.
Vaiana invece è una grande nota di merito, personaggio che è maturato è diventata donna e lo vediamo, un eroina femminile indipendente che mantiene sempre la sua femminilità e che qui si prende la scena con il suo percorso di ulteriore consapevolezza di se stessa e soprattutto del suo popolo. Maui qui meno protagonista ma che rimane funzionale e memorabile.
Memorabilita’ che manca invece alle canzoni presenti, al contrario del primo film pieno di canzoni potenti che rimanevano in testa, qui sono quasi tutte dimenticabili.
Il comparto visivo è da pelle d’oca, nonostante non abbia visto queste grandi migliorie nei confronti del predecessore ma di cui forse non c’era neanche bisogno essendo entrambi film visivamente sbalorditivi a livello di colori, di messa in scena, di creature che ci vengono mostrate e di tanto altro. Non si sente per niente il cambio alla regia e anzi un applauso a tre registi esordienti che hanno confezionato una pellicola così bella esteticamente.
Un film che merita sicuramente la visione sul grande schermo, ma che rimane un gran peccato per tutti i difetti che si è portato dal cambio del formato in corsa.