Weapons è un film di genere horror del 2025 diretto da Zach Cregger, regista di Barbarians, con protagonisti Josh Brolin e Julia Garner. La pellicola uscirà a partire dal 6 agosto distribuita da Warner Bros Pictures.
-Articolo di Michele Scarperia
Nel cast di comprimari troviamo Alden Ehrenreich, Austin Abrams, Benedict Wong e Amy Madigan.
Weapons
Una notte tutti i bambini di una classe scappano misteriosamente, tranne uno. Nel film si indagherà su questa scomparsa.
Il trailer del film
Un’opera disturbante in cerca di risposte
Weapons è un’opera che arrivava con altissime aspettative, vista la genialità di Barbarians del 2023, e di fatti si pone sin da subito come qualcosa in più di un semplice horror. Qui si nota che il regista ha preso consapevolezza del suo talento e tenta un salto d’ambizione, con questo lungometraggio cerca di unire il thriller horror corale alla critica sociale, la violenza all’umorismo nero e la paura psicologica a quella fisica.
Tanti elementi, forse troppi, che creano un film tanto imperfetto quanto interessante e coraggioso. Disturba e stordisce, di fatti dopo la fine serve un attimo per elaborarlo. Ma approfondiamo questa complicata opera.
Struttura e personaggi
La struttura è semplice ed efficace, diviso in sei atti ognuno dedicato ad un personaggio. Atti che rivelano piano piano il mistero al centro della narrazione. Si parte analizzando la psicologia e la sofferenza della maestra Justine, interpretata ottimamente da Julia Garner, colei che viene scelta come capro espiatorio additandola a strega poiché il regista ci mostra una società non in grado di non ricevere vere e proprie risposte. Società rappresentata dall’Archer di Josh Brolin, padre devastato e rabbioso in cerca ossessiva della risoluzione del mistero. Successivamente ci vengono mostrati per l’appunto altri quattro punti di vista sempre più risolutivi, tutti perfettamente inquadrati.
L’opera attraverso i suoi protagonisti, e le loro reazioni, analizza l’isteria di massa e la conseguente ricerca costante di risposte da parte di una società malata che si può rifugiare solo nel sovrannaturale.
Weapons – un film da elaborare
Cregger si diverte a stordire lo spettatore alternando sequenze cariche di ansia, ad altre che virano sulla commedia nera strappando più di una risata. La tensione, la comicità e la violenza sono suggerite per tutta l’opera, si percepisce che il regista si è volontariamente trattenuto per poi esplodere nel delirante finale. Finale in cui tutti questi elementi divampano, violenza e comicità così dosate creano nel pubblico una strana reazione. Tante risate davanti a scene violentissime, con una inquadratura finale che lascia sulla poltroncina a riflettere.
La regia è elegante, tanto lenta quanto ipnotica, condita da inquadrature claustrofobiche e costruzioni delle immagini geometriche che aumentano il senso di stordimento assieme al montaggio e la colonna sonora.
Se nel finale abbiamo tutta l’essenza del tono ambiguo scelto dal regista, al contempo troviamo i principali problemi legati alla narrazione. Il regista prende la decisione audace di non dare delle vere proprie risposte, sottointendendo che il mistero era più importante della risoluzione. Una scelta probabilmente consapevole per rafforzare la tematica principale dell’opera, ma che risulta troppo semplicistica superficiale.
Inoltre se inizialmente tutto funziona, verso il termine della pellicola si inizia ad avvertire una certa ridondanza per certe dinamiche, niente di grave ma cosa che come il finale potrebbe far storcere il naso a tante persone.
Conclusione
Weapons non è un film perfetto, neanche lontanamente, ma è un’opera che osa e riesce a colpire tanto la testa quanto la pancia. Induce a riflessioni, mai didascalico, che riesce ad alternare immagini forti a sorrisi beffardi. Un lungometraggio che vista la sua natura spaccherà il pubblico, creando forte materiale di discussione, ma probabilmente è giusto così.
