“Tornando a casa per Natale” di Bent Hamer

Nuovo appuntamento con il nostro collaboratore Davide Cinfrignini che è andato a vedere in anteprima per cinemio Tornando a casa per Natale di cui ha anche seguito la conferenza stampa del regista Bent Hamer. In attesa di leggere cosa ha raccontato, ecco la sua recensione.

La locandina del film

La locandina del film

La recensione di Davide

Tornando a casa per Natale è la nuova fatica di Bent Hamer, che produce, scrive e dirige la pellicola; tratto da una serie di racconti dello scrittore norvegese Levi Henriksen, raccolta nel libro Only Soft Presents Under the Tree. Il film è ambientato in una piccola cittadina norvegese che prende il nome inventato di Skogli, dove si intrecciano e si toccano sei storie diverse, lo spazio temporale della narrazione è risicatissimo, visto che la trama principale si sviluppa nelle ore della notte che precede il giorno di Natale.

A fare da cerniera alle sei storie è la toccante e tragica vicenda di una coppia serbo-albanese, in fuga dal loro paese d’origine e impossibilitati a raggiungere il confine con la Svezia.

Hammer fa un film laico sul Natale, tralasciando le implicazioni religiose che si porta inevitabilmente con se questa festa, si preoccupa di dare vita all’atmosfera del 25 Dicembre. La notte che precede la fatidica data sembra quella giusta per i protagonisti della pellicola per dare una svolta alla loro vita.

Il Natale permette all’uomo di sognare, forse anche illusoriamente, un futuro diverso per se stesso non perchè sia un giorno magico ma perchè lo obbliga a passare il tempo con le persone più care della sua vita e lo costringe a pensare anche per un attimo alla sua esistenza cercando di tirare le somme senza avere il senso di colpa classico portato dai doveri della routine quotidiana. Tornando a casa per natale è un film che parla di persone sole e di solitudine, della mancanza di affetti, di rimorsi, di sogni e di speranze.

Una scena del film

Una scena del film

Hammer si prende tutto il tempo per girare le scene più cariche di tensione drammatica ma non se ne lascia per sviluppare al meglio psicologie e debolezze dei sui personaggi, troppo pochi 85 minuti per rendere perfettamente 6 storyline e più di 10 personaggi principali. La storia che ci racconta però ci concilia con una festa fin troppo banalizzata da un consumismo sfrenato e che può trovare una propria dimensione anche nella vita delle persone che non credono in Dio o che professano una fede diversa da quella cristiana.

Il film si conclude con la splendida Home for Christmas, cantata da Maria Mena, che ci regala un ultimo momento di magia, restituendoci l’intera atmosfera del film.

Il regista Bent Hamer

Il regista Bent Hamer

Ringrazio Davide per la recensione e rimando il lettore all’intervista al regista Bent Hamer

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