The legend of Tarzan: quando la magia non c’è

Per la programmazione estiva, arriva nelle sale italiane dal 14 Luglio, prodotto da Warner Bros., il nuovo film del regista degli ultimi quattro capitoli della saga di “Harry Potter” David Yates: The Legend of Tarzan. Anche in 3D.

The legend of Tarzan

The legend of Tarzan

Trama

John Clayton III (Alexander Skarsgård; Battleship, Melancholia) è ormai integrato nella civiltà londinese dopo otto anni lontano dalla giungla africana. Tutti conoscono però la sua vera identità. La vita nella giungla rappresenta un passato che John sta tentando con fatica di lasciarsi alle spalle. Sua moglie Jane (Margot Robbie; The wolf of wall street, Suicide Squad) risente a propria volta della nostalgia dell’Africa. Un giorno si presenta l’occasione di tornarci, su invito ufficiale di Leopoldo II Re del Belgio, e John si lascia convincere da George Washington Williams (Samuel L. Jackson; Cell, The Hateful Eight), venuto dagli USA per indagare sulla possibile schiavitù che si sta consumando in Congo proprio ad opera dell’esercito di Leopoldo.

Trailer del film “The legend of Tarzan”:

Castello di sabbia

Seppur interessante l’intento di regia e sceneggiatori di costruire su fatti e personaggi reali il mondo attorno alla legenda del titolo che porta il nome di Tarzan, e per quanto la storia raccontata già magistralmente dalla Disney nel 1999 si presta ad introdurre ed analizzare tematiche interessanti come il razzismo, la tratta degli schiavi, il rapporto con la natura e il mondo animale, il risultato nel suo insieme è parecchio debole e ben chiara quindi diventa la collocazione nel palinsesto estivo da parte della distribuzione. Yates punta incerto verso il suo protagonista, come incerta pare la macchina da presa che si muove perdendo i tempi della commedia come del dramma da una parte all’altra, instabile fin troppo rispetto alla tipologia del prodotto e senza un motivo sensato che né giustifichi la grammatica.

The legend of Tarzan

Una scena del film The legend of Tarzan

Il problema è che la sceneggiatura non dona lo spazio necessario all’approfondimento psicologico di personaggi a cui non riesci ad affezionarti, tutti macchietta di sé stessi, perfino un Samuel L. Jackson interessante per il personaggio (reale) che propone ma che poi si limita a lanciare battutine e fare da spalla ad un Tarzan che da uomo diviso tra ciò che è e ciò che deve essere a rimettersi la ‘maschera’ per essere il supereroe Tarzan, che salva tutti e unisce i popoli. La sua compagna Jane, interpretata dalla bellissima ed espressiva Margot Robbie non è da meno: si presenta come donna ribelle e progressista per poi fare la dama in pericolo già a venti minuti di film.

E poi c’è il cattivo. Ancora una volta Christoph Waltz, ormai bieco riflesso di sé e dei personaggi che gli hanno donato due Oscar in un passato ancora recente. La sua presenza, come il film in sé, si dimentica facilmente e, tra flashback della storia raccontata nel film animato e tanta, tantissima seppur ben fatta, CGI, non resta davvero nulla se non una debole confezione di un prodotto che sembra non trovare il cuore pulsante della legenda e non c’entrare un obbiettivo che sia uno. Il 3D, ancora una volta, risulta (abbastanza) superfluo.

The legend of Tarzan

Una scena del film The legend of Tarzan

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