Nelle sale cinematografiche italiane per soli tre giorni dal 16 al 18 ottobre, Loving Vincent è un connubio straordinario tra due forme artistiche sorelle: l’arte ed il cinema.
Loving Vincent: La storia
Vincent Van Gogh, olandese, considerato iniziatore dell’arte moderna, realizza in solo otto anni circa ottocento dipinti ma riesce a venderne solo uno. Muore probabilmente suicida in Francia nel 1890. Il film inizia la narrazione a un anno dalla morte dell’artista. Dovendo consegnare a Theo, fratello di Vincent l’ultima missiva della incessante corrispondenza tra i due germani, il giovane Armand Roulin, figlio dell’ufficiale postale di Saint Rhemy de Provence, intraprende una indagine che lo porta nei luoghi che videro Vincent nei suoi ultimi giorni.
Ne nasce un omaggio appassionato e vivace al pittore olandese arricchito dal ritmo di una trama quasi da thriller tesa a scoprire le ragioni che portarono Van Gogh al tentativo di suicidio.
Arte e cinema
Produzione anglo-polacca, Loving Vincent è un originale esempio di film di animazione realizzato con una tecnica mai finora tentata che ha previsto la rielaborazione di oltre mille dipinti a mano riadattati modificando il rapporto. La tecnica utilizzata è detta Rotoscope. Il risultato è entusiasmante: i dipinti di Van Gogh prendono vita, i ritratti si animano e lo spettatore ha la straordinaria sensazione di veder prendere forma e di vivere nel mondo interiore dell’artista olandese.
Loving Vincent: oltre il cinema
La tecnica sperimentata nella pellicola di
va oltre la frontiera del cinema perché intende mostrare agli appassionati di arte la capacità intrinseca di un’opera d’arte di celare nella sua apparente staticità una straordinaria vitalità.
Accolto con curiosità e attenzione da studiosi e appassionati il film avvince e intriga anche per l’interessante intreccio e malgrado si tratti di un ennesimo adattamento del percorso terreno di Vincent Van Gogh, è sicuramente il più innovativo ed originale.