A distanza di tre anni dal primo capitolo (anche se in Italia è stato distribuito solo nel 2012), e forte dei quasi cento milioni di incasso, ritornano sul grande schermo le avventure del delfino più famoso al mondo, Winter. E con lui, tutto il cast del primo capitolo al completo. Dal regista Charles Martin Smith alla guest star Morgan Freeman, passando per Ashley Judd e i due bambini protagonisti.
L’incredibile storia di Winter il delfino 2
Per chi non ricordasse o non sapesse nulla su questo mammifero acquatico, Winter fu trovato impigliato in una rete da pesca per granchi. E, subito aiutato dallo staff del Clearwater Marin Hospital, fu trasportato e curato in questa struttura di soccorso per animali marini. Ciò che però lo ha reso così noto è la sua disabilità. Per salvargli la vita, i dottori furono costretti ad amputargli la coda. Poi sostituita da una protesi. E così è divenuto un simbolo di speranza per tante persone invalide che hanno tratto linfa vitale nell’osservare le sue gesta.
In questo sequel, sempre tratto da accadimenti realmente accaduti, Winter si troverà ad affrontare la perdita della sua amica di vasca, il delfino Panama. E per legge, i delfini non possono essere tenuti in solitudine, ci vuole qualche simile che gli affianchi. E così c’è il forte rischio che il caro animale, il maggiore fulcro d’interesse di tutto l’acquario, venga trasferito in un’altra struttura. Sarà una lotta contro il tempo ma il caso vorrà che arrivi Hope, una nuova speranza per tutti. Intorno a questa maglia principale, si sviluppano altre tracce minori. Sawyer, il bambino che aveva trovato Winter nel primo capitolo, è cresciuto e si trova ad un importante bivio della sua vita. Dovrà scegliere se frequentare o meno un viaggio didattico alla scoperta del mondo geo-marino. Come lui, anche la sua amica Hazel è maturata e lo si vede. Scordatevi i bambini del primo film, qui ci troviamo di fronte a ragazzi cresciuti a vista d’occhio e responsabilizzati anche troppo, forse al limite del credibile.
Sarebbe un esercizio inutile andare ad analizzare e scandagliare il comparto tecnico del film. Il tutto gioca sull’unico protagonista di richiamo della storia, Winter. E conseguentemente non si bada troppo ad approfondire meglio gli altri personaggi. E’ stato dato quello che per il target di pubblico a cui è indirizzato, famiglie e bambini, si riteneva più adeguato. Una bella avventura a lieto fine e buoni sentimenti che hanno la meglio su tutto e tutti. Per dargli un tocco di trepidazione maggiore, si è forse un po’ abusato nel convertire alcune semplici azioni in scene palpitanti creando una tensione ad hoc. Ma alla fine, il risultato non è affatto deprecabile. Si fa guardare con piacere, la commozione è dietro l’angolo ed è difficile non affezionarsi a questo simpatico delfino e ai suoi buffi amici. Come non citare il tanto pasticcione pellicano Rufus, già particolarmente amato nel primo capitolo.
Tra gli interpreti c’è spazio per una piccola parte anche per Bethany Hamilton. Una giovane campionessa di surf che è riuscita a cogliere importanti vittorie nel suo sport, nonostante il braccio amputato a seguito di un incidente con uno squalo. Come spesso viene ripetuto nel film, “chiusa una porta, si apre un portone”. Ed è proprio questa la parte più bella della pellicola, la voglia di non arrendersi e la forza di lottare. Perché noi siamo solo quello che vogliamo essere.
Per chi volesse vedere questo straordinario animale, senza doversi sobbarcare migliaia di chilometri, c’è un sito apposito seewinter.com che permette tramite web-cam di osservare cosa sta accadendo nella sua vasca.
Film bellissimo stupendo significativo.. da lasciare a bocca aperta.. grazie di aver realizzato questo magnifico film tratto da una storia vera. .. grazie ☺