Ritornano in Hotel Transylvania 3 – una vacanza mostruosa il conte “Drac” Dracula, la figlia Mavis, il suo marito umano e bietolone Jonathan e l’allegra combriccola di mostri creata dalla penna di Todd Durham. Il terzo episodio del franchise, nei cinema italiani dal 22 agosto, è ancora una volta diretto da Genndy Tartakovsky, che per l’occasione si occupa anche della sceneggiatura, con l’aiuto di Michael McCullers, già autore di due Austin Powers e del brillante Baby Boss.
Ritroviamo anche le voci originarie, nella versione inglese di attori quali Adam Sandler (Drac), Selena Gomez (Mavis), Steve Buscemi (Wayne, il licantropo), Fran Drescher, la celebre protagonista della sitcom La Tata (Eunice, la moglie di Frankenstein) e Mel Brooks (Vlad, il padre di Drac). Nella versione italiana, invece, di Claudio Bisio nel ruolo del vampiro e di Cristiana Capotondi in quello di sua figlia. Purtroppo dovrà forzatamente cambiare la voce del capostipite della dinastia di conti transilvani, Vlad, che nei due film precedenti era stato doppiato dal compianto Paolo Villaggio.
Hotel Transylvania 3 – una vacanza mostruosa
Antefatto: siamo alla fine del 1800 e Drac e i suoi amici stanno viaggiando su un treno per Budapest travestiti da esseri umani, dandola a bere a tutti salvo il prof. Abraham Van Helsing (Jim Gaffigan), arcinemico del vampiro, che lo segue ovunque per cercare di sconfiggerlo. Con suo sommo smacco, non riesce mai nell’impresa, ormai diventata per lui una vera ossessione. Fine dell’antefatto.
Torniamo al tempo presente, poco dopo la fine degli avvenimenti di Hotel Transylvania numero 2. Drac è sempre alle prese con la gestione del suo hotel insieme alla figlia Mavis, ormai felicemente sposata con quel fricchettone di Jonathan (Andy Samberg) e mamma del piccolo Dennis. Forse anche complice questo clima romantico e familiare che lo circonda, Drac inizia a sentire la nostalgia di una compagna, ma teme che sia impossibile provare più di una volta nella vita il fatidico “zing”, l’equivalente mostruoso del colpo di fulmine umano, da lui provato per la defunta madre di Mavis. Scambiando questa nostalgia per stanchezza, Mavis organizza per padre, famigliola e consueta compagnia di immancabili mostri una vacanza degna di questo nome.
Ecco che i nostri si ritrovano allora in una crociera di lusso per non-umani, in cui, inspiegabilmente, l’unico membro umano a bordo è il capitano, l’affascinante Ericka (Kathryn Hahn). Fin dalla sua prima comparsa, la dinamica biondina dimostra a Drac che più di un zing è possibile nella vita. Ma poiché l’amore – e lo zing – è cieco, a volte capita possa far prendere qualche solenne cantonata: Drac, dopo quasi 126 anni (l’età di sua figlia) di astinenza, finisce con l’innamorarsi giusto della discendente del suo antico nemico, Van Helsing. E Ericka, in quanto tale, non può esimersi dal portare avanti quello che pare essere stato lo scopo dell’intera sua famiglia, e che rimane tuttora lo scopo del suo anziano (anzianissimo, pluricentenario) nonno: disfarsi di Dracula e, con lui, di tutta la progenie dei mostri.
Riuscirà il fascino di Drac a fare breccia nel cuore inaridito dal desiderio di vendetta della bionda comandante della nave o prevarrà il suo senso del dovere nei confronti della missione familiare? E, nel frattempo, riuscirà sua figlia Mavis a superare la gelosia nel vedere il padre innamorato e la sorpresa di scoprire che anche lui, come lei prima di lui, ha ceduto al fascino non di un mostro, ma di un essere umano? Il tutto condito di una serie di esilaranti gag alla “comiche del cinema muto”, come da tradizione del mostruoso franchise.
Un blockbuster estivo spensierato e divertente
Hotel Transylvania 3 – una vacanza mostruosa è un film per famiglie allegro e leggero, dove si ride il giusto e non si grida particolarmente al miracolo. È evidente il gusto del regista Genndy Tartakovsky per lo slapstick, quel genere di comicità alla Charlie Chaplin in cui si sfrutta moltissimo il linguaggio del corpo e le trovate semplici ma efficaci: Drac, con il suo procedere dinoccolato, e le sue varie spalle – da Frankenstein che perde sempre qualche pezzo di sé in giro, alla famiglia di licantropi con la loro carica dei 101 di marmocchi lupacchiotti scatenati, a Blobby che si riproduce a causa del mal di mare e Griffin, l’uomo invisibile, che si prodiga in consigli amorosi per aiutare l’impacciato vampiro innamorato, per finire con il vecchio Vlad che, a differenza del figlio, si lascia corteggiare con nonchalance da tre attempate e intraprendenti streghe.
Il taglio delle inquadrature, il soffermarsi sulla camminata (come l’entrata in scena di Drac e Blobby, splendidi splendenti e sculettanti all’unisono, o l’incedere della famiglia vampiro-umana – Mavis Jonathan il figlioletto Dennis e il baldanzoso nonno Dracula – bardati di pinne e maschere alla volta della piscina); i dettagli come i pesci-camerieri, gli scheletri che mangiano il buffet e il cibo che attraversa il loro corpo cadendo per terra; la scelta della battaglia finale, che riecheggia gli ormai innumerevoli show dedicati alle battaglie di danza all’ultimo passo, e l’attenzione dedicata alla musica, selezionata dal dj Tiësto, considerato uno dei migliori degli ultimi vent’anni: tutto in Hotel Transylvania 3 suggerisce l’idea del divertimento provato da regista e autori nel confezionare questo ulteriore episodio della saga, viene quasi da immaginarseli ridere mentre rivedono le scene montate.
Un divertimento vicino allo spirito dei cartoon di un tempo, con i personaggi che fanno cose assurde e nessuno che si chiede come possano riuscirci e dove sia la continuity con il resto della storia. Perché il lato positivo e insieme, a seconda dei punti di vista, il limite del terzo capitolo delle avventure di Drac & soci è proprio questo: l’essere un puro divertissement, un gioioso e tecnicamente ineccepibile esempio di animazione per chi ama l’animazione. Senza pretese di verosimiglianza, senza volontà di scimmiottare i film con “gli attori veri”, senza ambizione di riscrivere la storia del cinema. Perfetto – e hanno fatto bene ad anticiparne l’uscita, precedentemente prevista per fine settembre – per il periodo estivo, ideale per andarci con i figli, dai più piccoli ai più grandicelli, ottimo per passare una serata scanzonata e divertente con un gruppo di amici già noti dalle precedenti imprese (sì, intendevamo la combriccola dei mostri, pensavate mica amici in carne e ossa?).
Va detto, della trama del primo Hotel Transylvania rimane ben poco, se non i protagonisti. E alcune discrepanze nello script attuale possono apparire evidenti: l’umano che si trasforma in mostro per la sua sete di vendetta al limite può anche starci, ma la nipote orfana che non si capisce da dove salti fuori, la penta crociera di lusso montata in piedi opportunamente nell’istante stesso in cui Mavis decide che il padre ha bisogno di vacanza, Atlantide, il Triangolo delle Bermude, il Polipo Protettore Gigante e chi più ne ha più ne metta, beh, sono oggettivamente molto da digerire per i fan delle storie credibili e lineari.
Difficile però credere che queste siano sviste. Paiono piuttosto la consapevole volontà di affermare il diritto a creare una storia di solo intrattenimento – a tratti con qualche frecciatina nei confronti di chi, tra i colleghi del cinema di animazione, si prende troppo sul serio. Come ad esempio, l’esito della battaglia finale (geniale) o le pillole di saggezza new age style di Jonathan – in realtà frasi ricordate in ordine sparso dallo show televisivo preferito di quando era un bambino -, entrambi momenti in cui si irride un po’ quella diffusa tendenza a volere a tutti i costi inserire “insegnamenti morali”, spesso retorici e in fin dei conti vacui, nei film pensati per un pubblico più giovane (anche solo di spirito).
Bilancio finale di Hotel Transylvania 3 – una vacanza mostruosa
Val la pena anche solo per vedere Drac che tenta di farsi comprendere dal riconoscimento vocale del suo telefono, o il modo che ha di farfugliare le prime volte che vede la bella Ericka. Per non parlare del volo sgangherato della Gremlin Airlines o della fuga dal tempio con trappole alla Indiana Jones che diventa una danza di seduzione per l’affascinante vampiro e la sua amata, due perle che potrebbero funzionare anche da sole, come piccoli cortometraggi. La miriade di personaggi e l’attenzione alla caratterizzazione di ognuno di loro rende Hotel Transylvania 3 – una vacanza mostruosa degno del plauso degli appassionati di animazione, tutto il resto probabilmente sarà all’altezza di più che una risata da parte dei rimanenti spettatori.
Gradevole e leggero, lo si guarda con piacere e senza rimpianto lo si dimentica subito dopo. Proprio come devono essere i passatempi estivi: veloci, rinfrescanti e passeggeri.