Dio esiste e vive a Bruxelles è la nuova commedia surreale del regista Jaco Van Dormael che ha partecipato all’ultima edizione del Festival di Cinema di Cannes in concorso nella sezione Quinzaine des Réalisateurs.
Dio esiste e vive a Bruxelles
L’inquadratura si apre dentro un enorme stanza con uno schedario che arriva fino al cielo, dove ci sono tutte le cartelle di tutti gli uomini che sono vissuti sulla terra, dove Dio (Benoit Poelvoorde) si annoia e gioca con le loro vite, scrivendo leggi assurde e crudeli che non hanno senso.
Lui vive in un appartamento con la moglie (Yolande Moreau) e la figlia Ea (Pili Groyne), dove detta legge e nessuno lo può contraddire. Tutto il film è caratterizzato da un ironia con battute molto divertenti, anche se a certe si ride a dentri stretti, perché hanno un fondo di amarezza.
Il tema centrale di Dio esiste e vive a Bruxelles è se tutti noi sapessimo la data della nostra morte, cosa faremmo della vita che ci resta? Come ha risposto l’attore Benoit Poelvoorde, la questione è molto più interiore. Bisogna chiedersi se fino a quel momento si sia davvero vissuta, avendo il coraggio di fare delle scelte, anche se fuori dall’ordinario, che ti possono portare verso delle direzione inaspettate e magari più felici.
Il regista Jaco Van Doarmel ha gia diretto film di genere surreale fin dal suo debutto con il film “Totò Le Héros, un eroe di fine millenio” nel 1991, la storia di un bambino che è convinto di essere stato scambiato nella culla in ospedale, che vinse il premio La Camera D’Or come migliore opera prima al Festival di Cannes.
L’idea di Dio esiste e vive a Bruxelles gli è venuto pensando ad uno testamento scritto nell’era moderna dalle donne, essendo convinto che quello esistente sia stato scritto dagli uomini per gli uomini, intesi nel senso di maschi. Per cui la vera protagonista è la giovane figlia che va in giro per la città in cerca di nuovi apostoli, incontrando sulla sua strada persone fuori dall’ordinario, che hanno qualcosa di speciale dentro, ma che nessuno prima di lei gli ha riconosciuto. Ed è proprio questo il vero miracolo, quell’umanità che si è persa in mezzo a tutto questo correre, che è parte di una città cupa come Bruxelles, con il suo traffico, i suoi rumori e la pioggia perenne.
La partitura musicale di Dio esiste e vive a Bruxelles è quella più importante, perché tramite essa si evincono l’essenza umana, che in maniera differente, se le diamo ascolto, ci può portare verso la felicità.
La figura di dio non è altro che un simbolo di autorità, di cattiveria e di smania di potere, ed è proprio a questo che si ribellano i suoi figli Ea e Js. Però c’è da dire che gli uomini hanno la cattiva abitudine di spostare le responsabilità delle proprie azioni, addossandole al Signore.
Il regista si ritiene fortunato ad essere nato in un paese dove si può ridere ed ironizzare su questi argomenti, e si rende ben conto che avrebbe rischiato una condanna, facendo riferimento agli ultimi accadimenti delle stragi di Parigi e dell’Isis.
Il film uscirà il 26 novembre in 60 copie distribuito da I Wonder Pictures.