Uscirà nelle sale come evento il 3-4-5 novembre con Fandango il documentario Roberto Rossellini – Più di una vita diretto da di Ilaria de Laurentiis, Andrea Paolo Massara e Raffaele Brunetti. Il film è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2025 dove ha vinto il Premio del Pubblico Terna.
Roberto Rossellini – Più di una vita
Un documentario intenso che ricostruisce gli ultimi venti anni di un genio del cinema, tra archivi inediti, crisi esistenziali e una continua rincorsa alla libertà.
Il film, diretto da Ilaria De Laurentiis, Andrea Paolo Massara e Raffaele Brunetti, è un ritratto singolare di Roberto Rossellini non celebrativo ma piuttosto esplorativo.
Il documentario è costruito su due piani narrativi che si intrecciano: da un lato un vasto materiale d’archivio (filmati, fotografie, testimonianze), per la maggior parte inedito; dall’altro una voce fuori campo che trae vita da scritti, lettere e appunti del regista.
La vicenda si apre nella fase di crisi di Rossellini, quando dopo i grandi successi del neorealismo (come Roma città aperta, Paisà) aveva iniziato a provare un senso di stanchezza nei confronti del sistema cinematografico tradizionale (“Il cinema, così com’è, non mi interessa”). La sua scelta di trasferirsi in India, invitato dal primo ministro Nehru per realizzare un documentario sui progressi del paese, diventa metafora di una fuga da se stesso e al tempo stesso di una rinascita creativa.
Il trailer del film
Un documentario prezioso
Visivamente, l’opera è potente. Il materiale d’archivio non è usato solo come “racconto cronachistico” ma come tessuto emotivo: cinegiornali, interviste audio-visive, primi piani, voci registrate, tutto contribuisce a rendere palpabile la tensione creativa e la fragilità dell’artista. L’alternanza tra pubblico e privato, tra mito e uomo, restituisce Rossellini come figura complessa: sperimentatore, provocatore, non disposto a fermarsi.
Un punto di forza del documentario è sicuramente la ricchezza del materiale d’archivio che consente allo spettatore di avvicinarsi a Rossellini non solo come regista “storico” ma come persona in evoluzione costante. Anche la scelta di dar voce al regista, tramite attori (ad esempio Sergio Castellitto nel ruolo di Rossellini, Kasia Smutniak in quello di Ingrid Bergman) e di usare voci fuori campo, crea un effetto immersivo.
Roberto Rossellini – Più di una vita è un documentario che funziona su più piani: come studio biografico, come riflessione sul linguaggio del cinema e come testimonianza di un uomo che non accettava stagnazione. Non è un film che seduce con facilità — richiede attenzione, ma ripaga con ricchezza di materiali, pensiero e intensità emotiva. Lo suggerirei vivamente a chi, come me, ama il cinema d’autore, la storia del cinema italiano e le figure che hanno osato esplorare nuovi orizzonti.
