Per la rubrica dei registi emergenti parliamo oggi di Outis Suite, lungometraggio di Mimmo Mongelli, trasposizione cinematografica in chiave moderna dell’Odissea di Omero.
Un’immagine di Outis Suite
Nato a Bari, Mimmo Mongelli si è diplomato in Regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e ha studiato e lavorato con Ronconi, Trionfo, Bolognini, Camilleri, De Bosio e Gregoretti in produzioni di prosa, opera, televisione e cinema. Oltre ad essere attore, dall’83 ha firmato numerose regie di Teatro e Cinema (video teatrali e d’arte, documentari, corti e lungometraggi). Ha portato i suoi lavori in prestigiosi contesti internazionali. Come autore ha scritto testi originali, adattamenti e traduzioni per teatro, radio, televisione e cinema.
È docente di Regia e linguaggi cinematografici, Storia dello spettacolo, Storia della musica e del teatro musicale, Storia della scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bari e presiede il Levante International Film Festival – Festival Internazionale di Cinema Indipendente della città di Bari. Outis Suite, del 2014, è il suo terzo lungometraggio.
Un’immagine di Outis Suite
Outis Suite
Trasposizione filmica di un progetto multimediale che ha ottenuto due anni fa un buon successo nei teatri pugliesi, Outis suite di Mimmo Mongelli è una nuova e innovativa versione del mito di Odisseo. Odisseo è celato anche nel titolo, in quanto “Outis” in greco antico significa “Nessuno”, appellativo che Ulisse si dette davanti al ciclope Polifemo.
Girato in numerosi luoghi della zona tra l’ostunese e il fasanese, dalla marina alla sala consiliare del municipio ad alcune masserie e con interpreti tutti pugliesi tra cui spiccano i camei di Mimmo Mongelli, ideatore del progetto e Antonella Maddalena, il film rivisita l’Odissea omerica in chiave moderna ripensando a quell’Ulysses Joyciano che riproponeva a Dublino e in una sola giornata il decennale vagabondare dell’eroe di Itaca.
Con indosso abiti moderni, tra luoghi mediterranei ma contemporanei, i personaggi e i differenti interpreti che volta per volta impersonano le diverse angolature di Ulisse, “pio”, “temerario” o “trionfatore” come accade nel racconto omerico.
Con un sottofondo musicale di derivazione prettamente contemporanea gli attori non parlano ma mimano le varie scene mentre con tono epico voci fuori campo declamano i passi dell’Odissea relativi a quanto visto dallo spettatore in una perfetta fusione/ confusione sensoriale e culturale che permette di percepire chiaramente in un contesto straniato da quello omerico eppure ad esso vicino quanto Ulisse, eroe nato dalla penna di un misterioso scrittore ellenico nel remoto VI secolo avanti Cristo sia in realtà un uomo dei nostri tempi, faber fortunae suae, vittima di dubbi e allettamenti.
Il merito di Mongelli sta nell’aver realizzato un’opera alta, sperimentale che però riesce fruibile grazie al gioco suono/immagine che rende comprensibile e chiaro il messaggio anche a chi poco o nulla conosce del grande poema attribuito ad Omero, uomo che secondo la tradizione era non vedente ma in grado di scrutare nell’animo umano e di catturarne le minime pulsioni.
Intervista al regista Mimmo Mongelli
Iniziamo dal soggetto del film. Quando e perché è nato il progetto “Outis suite”?
E’ nato nell’ambito di un progetto Interreg Italia-Grecia per una produzione teatrale che girasse in tre città italiane e tre greche. Il progetto riguardava un tema di comune appartenenza culturale. Io scelsi l’Odissea, ma raccontata attraverso un cantastorie (o meglio due, un uomo e una donna) che invece di avere dei riquadri e tabelloni avesse una storia filmata a cui rifarsi per la narrazione. Questo filmato, integrato, sviluppato, riedito per il cinema è diventato il film Outis Suite.
Un’immagine di Outis suite
Una curiosità: nonostante i riferimenti al poema omerico, l’ambientazione è contemporanea. Come mai questa scelta? A tuo avviso Ulisse è un uomo dei nostri tempi?
Odisseo è un uomo senza epoca, il suo travaglio è il nostro, è quello di tutti e di nessuno (quindi Outis, in greco antico Nessuno), è l’uomo di ieri come quello di oggi. Joyce nel suo Ulysses lo ha dimostrato bene, facendone un eroe del quotidiano dublinese, il signor Bloom, seguendone le peripezie di un sol giorno.
Da qui l’ipotesi che anche il mio Odisseo potesse essere un nostro contemporaneo e – perché no, visto che è quello che conosco meglio? – un uomo alle prese col travaglio del mondo della cultura nel nostro paese, la sua ricerca intima eppure pubblica, sul piano della sua operatività, artistica e di socializzazione dell’arte, attraverso tutte le manifestazioni di questa.
Outis suite il back stage
La scelta di affidare a diversi attori i diversi appellativi di Ulisse sembra illustrare le diverse personalità di Odisseo. Ti va di approfondirci questo aspetto?
Odsseo è un personaggio molto complesso e diverso nei vari momenti dell’opera omerica. E’ uno, ma ho molti comportamenti differenti, forse derivanti da diversi miti di provenienza di quel personaggio, raccolti dal poeta Omero. Insomma l’Odisseo del periodo di Calypso è già stanco e desideroso di tornare contro tutto e tutti, mentre quello dell’incontro con Polifemo è temerario, arrogante, avventuristico più che avventuroso e così via per gli altri.
Mimmo Mongelli è più Ulisse o si compenetra maggiormente in un altro eroe del poema e perché?
Sì, come ogni uomo, anch’io sono Odisseo, ma questo non mi impedisce di capire i sentimenti e le caratteristiche degli altri personaggi, tutti degni di grande affezione e partecipazione emotive ed intellettuali.
E per concludere uno sguardo al futuro. Ci sono già nuovi progetti nel cassetto? Ti va di raccontarceli?
In realtà ho appena presentato una docufiction al Bif&st su un caso di omicidio avvenuto a Foggia 20 anni fa ai danni di un funzionario dello Stato integerrimo, Franco Marcone. Il titolo infatti è “Franco: un Uomo in piedi e la Signora vestita di Nebbia – una storia italiana“. In futuro ho un documentario sui pugliesi che hanno fatto fortuna in Canada, quindi un corto sperimentale sul cinema stesso e la storia dei suoi supporti, dalla pellicola al 3D, quindi ancora la scrittura di un nuovo Film “Sarah, la donna dell’auto“… e poi tanto teatro ovviamente.
Il regista Mimmo Mongelli
Ringrazio Mimmo Mongelli per la disponibilità e gli faccio un grande in bocca al lupo per i suoi progetti futuri.