Speciale BIF&ST: ‘Mura’ di Ben Pace

Ritorniamo a parlare del BIF&ST 2014 e dei cortometraggi in concorso in questa edizione con l’intervista al regista Ben Pace che ha presentato il corto Mura.

Ben Pace è regista, sceneggiatore e produttore italiano e lavora anche nel Regno Unito. Dopo essersi laureato in Giornalismo presso l’Università di Palermo e lavorato come assistente alla macchina in Italia, si è trasferito nel Regno Unito dove si è laureato con lode alla Screen Academy of Scotland. Mura è il suo cortometraggio di laurea.

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Mura

Nino, un boss della mafia abbandonato dal suo clan e e ricercato dalla polizia, si nasconde nella mansarda di un appartamento disabitato. La situazione però precipita quando l’appartamento viene occupato da una famiglia e il suo unico compagno fidato viene arrestato. Così Nino, dopo aver incontrato segretamente la figlia prende una decisione…

Quanto è diversa la latitanza dal carcere? In entrambi i casi si è rinchiusi in quattro mura senza possibilità di uscire… A questa idea si ispira il regista Ben Pace per il suo Mura, cortometraggio di Laurea alla Screen Academy of Scotland, dove il regista ha studiato, ma interamente girato il Sicilia, sua regione natale. Davvero molto originale l’idea di raccontare la mafia senza buonismo o moralismo ma semplicemente mettendosi nei panni di un mafioso, intrappolato in una situazione da lui stesso generata. Bravissimo il protagonista Franz Cantalupo la cui interpretazione è valorizzata da una sceneggiatura solida che riesce in soli 10 minuti a delineare un personaggio pieno di dubbi e contraddizioni (mafioso ma molto religioso, sofferente per il distacco dalla figlia, che però quasi incolpa della sua situazione) e a creare empatia con lo spettatore. Bella anche la fotografia che risalta luoghi e tradizioni siciliane fin nei titoli di coda durante i quali viene cantata una canzone tipica.

L’intervista al regista

Ciao Ben, benvenuto su cinemio. Del corto sei autore di soggetto e sceneggiatura oltre che regista. Vuoi raccontarci la genesi della storia di Mura?

Mentre frequentavo l’università a Edimburgo mi capitava spesso di leggere tra le news britanniche di alcuni boss di mafia o della camorra arrestati mentre si nascondevano in piccoli e scomodi nascondigli nonostante disponessero di enorme potere e di ingenti quantità di denaro. Ho pensato che sarebbe stato interessante farci un film, anche alla luce dell’interesse che l’argomento suscita all’estero. Nino, il protagonista di Mura, prima di essere un boss mafioso, è un uomo solo. Mi sono concentrato su questo aspetto.

Il film è stato prodotto dal basso, finanziato cioè dalle donazioni della gente comune. Com’è andata questa esperienza? Hai riscontrato entusiasmo in chi ha contribuito al tuo corto?

E’ stata un’esperienza molto faticosa. Potevamo inglobare il progetto dentro piattaforme come Kickstarter o Indiegogo ma abbiamo deciso che era meglio fare la raccolta in modo autonomo, semplicemente con un blog e un pulsante per le donazioni paypal. Purtroppo al contrario del Regno Unito, le carte di credito o di debito, non sono molto diffuse tra i giovani. Più o meno tutti hanno strumenti come la postpay, ma la ricarica si effettua alle poste o al tabacchino, devi pagare una commissione, e tutto ciò rende il crowdfunding difficile e lento. Ma alla fine siamo riusciti a raccogliere la somma che ci serviva, almeno per pagare la pellicola, lo sviluppo e la stampa.

Il cast artistico e tecnico è ben fornito e proviene da tutta Europa. Come hai scelto i tuoi attori e collaboratori e com’è stato girare in un ambiente multiculturale?

Gli attori sono tutti siciliani, Franz Cantalupo, il protagonista, è un attore che proviene dalla Scuola del teatro Stabile di Catania, così come Lorenza Denaro e Luca Iacono. Invece Vittorio Vaccaro viene dalla Scuola del Teatro Stabile di Udine. Loro erano le mie certezze, Federica Genovese l’ho trovata a ridosso delle riprese. Con il piccolo Paolo Piazza avevo già lavorato nel corto Liberi Tutti. Cerco sempre di circondarmi di attori che hanno una formazione seria alle spalle, perché solo loro possono far sembrare vero ciò che invece è finto. Per quanto riguarda il cast tecnico, ho fatto in modo che il film diventasse anche una vacanza per la crew che è venuta da Edimburgo fino a Enna. Alla fine sul set c’erano due tedeschi, uno spagnolo, una finlandese e una decina di siciliani. Un’esperienza fantastica. Sono rimasti tutti molto amici dopo il film.

Per il tuo film di laurea alla Screen Academy of Scotland hai deciso di tornare nella tua Sicilia. Come mai? Solo esigenze di budget o anche voglia di sentirti a casa?

Non direi esigenze di budget, perché girando in Sicilia i costi sono lievitati, biglietti aerei, ospitalità e spedizioni. Dopo i primi corti girati a Edimburgo, ho notato che c’era sempre qualcosa che mi mancava nella storia. Era come se non riuscissi veramente a raccontare quello che volevo. Per il film di laurea volevo fare davvero bene. I professori dell’università erano entusiasti del progetto di girare in Sicilia. Non potevo che far bene in Sicilia, perché conosco l’isola e la gente profondamente. Non era lo stesso con la Scozia.

Un'immagine del corto

Un’immagine del corto

Ho letto che il film è stato girato in pellicola. Come mai questa scelta di controtendenza in un momento in cui il cinema spinge alla digitalizzazione?

Ad ogni storia corrisponde uno strumento per essere raccontata. Magari domani scrivo una storia che potrebbe essere adatta al formato dell’Iphone. Ho subito pensato che lo strumento migliore per raccontare Mura fosse la pellicola. Penso che tutti i registi, prima che la pellicola scompaia definitivamente, debbano girare almeno un film in 35mm o s16mm è un’esperienza che ti fa crescere. Prima di girare devi essere sicuro al 100% altrimenti è meglio continuare a provare, discuti su quello che sarà in montaggio perché non puoi permetterti di fare tante inquadrature diverse. Non hai il film fino a quando non ti danno la bella notizia dal laboratorio, sembra quasi un parto! In digitale invece fai decine e decine di take per ogni inquadratura, sposti la macchina dove vuoi e fai la stessa scena da diverse angolazioni anche se non ne hai davvero bisogno, ma tutto questo è a scapito del film perché non sono scelte sofferte e ragionate, la maggior parte delle volte si va a caso. Per questo l’esperienza in pellicola mi è stata molto utile durante le riprese del mio ultimo film qualche mese fa.

Dopo esserti laureato in Italia hai deciso di trasferirti in Inghilterra per approfondire i tuoi studi cinematografici. Che differenze hai notato tra le due nazioni dal punto di vista cinematografico? Quale consiglio daresti ai giovani registi che come te vogliono avere un futuro nel cinema?

I registi che hanno fatto grande il nostro cinema raccontavano delle storie coraggiose. Oggi ci sono solo “autori” che pensano a raccontare solo i problemi dell’Italia, ma non hanno capito che il pubblico conosce le difficoltà del Paese meglio di loro. La gente vuole storie affascinanti e fantasia. L’unico consiglio che sento di dare è di prestare attenzione a quello che succede nel contesto culturale europeo e di cercare finanziatori all’estero, dove si presta maggiore attenzione alla storia.

E per concludere uno sguardo al futuro. Mentre ‘Mura’ gira per festival nazionali ed internazionali, stai già pensando ad un nuovo progetto?

Sto ultimando la post produzione di un corto che ho girato in Sicilia qualche mese fa, ma per il momento è un progetto molto riservato e non posso darti anticipazioni.

Il regista Ben Pace

Il regista Ben Pace

Ringrazio Ben Pace della disponibilità e lo saluto in attesa di avere notizie su questo suo nuovo progetto.

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