Acciaio: un grande freddo che circonda una città e le sue storie

Dal romanzo di Silvia Avallone, esce oggi nei cinema il film Acciaio, un potente dramma che pone molte domande sul presente e sul futuro dagli occhi di due giovani ragazze.
Presentato al festival di Venezia, nella sezione Giornate degli Autori.

Trama

Di qua l’acciaieria che lavora a ciclo continuo, ventiquattro ore al giorno e non si ferma mai. Di là, l’isola d’Elba, un paradiso sognato e irraggiungibile di famiglie felici.
In mezzo, in riva alla loro spiaggia segreta, né di qua né di là, Anna e Francesca, piccole ma già grandi, che vivono la loro ultima estate di innocenza prima del liceo.

Acciaio dentro e fuori

Il film, del regista Stefano Mordini, si presenta come una piccola chicca nel panorama del cinema autoriale.
Per quanto dovrebbero essere messi in primo piano i protagonisti, la vera protagonista di quest’opera è la fabbrica, l’acciaieria, quella per cui è famosa Piombino e per cui tutti i ragazzi citano alla domanda “e cosa farai dopo il diploma?”.

Ma allo stesso tempo, l’acciaieria è una fabbrica e come tale, non può mai fermarsi ed è per questo che la vita di ognuno dei suoi vicini abitanti si riduce ad un inserimento iniziale e un cambio finale. La fabbrica è grigia, la città è grigia, le vite sono grigie e se ci cerca di viaggiare con la mente, di andare fuori per un po, l’unica cosa lontana, ma vicini, è l’isola d’Elba: da lì, si può avere un punto di vista differente di Piombino, una città dove due ragazze sognano un futuro diverso e dove altri ragazzi più adulti usano quella realtà per cambiare qualcosa.

Se la recitazione delle due giovanissime protagoniste, alla loro prima prova attoriale, risulta in qualche punto lacunosa (grande è il lavoro del regista nel dirigerle), scopriamo che forse il film avrebbe avuto una piega più interessante (e funzionale al racconto) se incentrato sul ruolo di Alessio (un ottimo Michele Riondino), perchè se da una parte le giovani ragazze non fanno altro che chiedersi come sarà il futuro, Alessio, nonostante sia integrato come tutti in quella realtà, è forse l’unico che cerca di crearsi veramente un futuro migliore, leale e onesto e forse in tutto questo giro continuo, il vero anello debole della catena è lui, che deve essere tolto per poter mandare avanti ottimamente un lavoro. E’ quello che succede in ogni catena di montaggio.

Come un grande pendolo, l’acciaieria scandisce le vite di tutti i suoi vicini abitanti.

Acciaio è una grandissima prova attoriali di tutti i protagonisti, ragazze incluse. Lode anche al regista, anche se alcune scene risultano totalmente discontinue, se non proprio ossessive nell’inquadrare determinati gesti o movimenti degli attori: una regia morbosa si potrebbe dire che se in alcuni punti è funzionale al racconto, in altri è vistosamente abusata.

Acciaio si rivela un ottimo film che si merita di essere visto almeno uno volta.

Alcune clip dal film

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