La Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia ha spento 90 candeline festeggiando questo importante traguardo nel migliore dei modi. Al Lido sono tornate le grandi star di Hollywood (a partire da Julianne Moore presidente di giuria), i film da tutto il mondo, i red carpet aperti per permettere ai fans di vedere da vicino i loro beniamini, le sale con capienza al 100% e per la prima volta alcuni delegati dell’Academy.
Tra i lungometraggi più chiacchierati di questa edizione sicuramente si posiziona al primo posto Don’t worry darling (fuori concorso), diretto da Olivia Wilde. Per la sua seconda opera dietro la macchina da presa, la regista e qui anche attrice, si è trovata nelle ultime settimane nell’occhio del ciclone per tutta una serie di problemi, pare nati sul set e il popolo del web non smette di alimentare gossip in merito. Detto questo passiamo ora al film, l’unica cosa che interessa realmente.
Don’t worry darling
Alice (Florence Pugh) e Jack (Harry Styles) sono due giovani sposi che vivono a Victory, una comunità sperimentale in mezzo al deserto dove la vita sembra perfetta. Le giornate di tutti i residenti sono uguali: gli uomini lavorano ad un progetto top-secret le mogli badano alla casa, ai figli e pensano a fare shopping. Tutte le loro richieste possono essere soddisfatte e in cambio viene chiesto solo impegno e riservatezza.
Non è però tutto oro quello che luccica, infatti Alice inizia a sospettare che qualcosa di terribile ci sia sotto quel velo di apparente benessere e sicurezza ma fino a dove è disposta ad arrivare per scoprire la verità?
Il trailer ufficiale del film
Un film senza tempo
Al netto di critiche e polemiche Don’t worry darling è sicuramente un film che merita di essere visto sul grande schermo. Il periodo di ambientazione è quello degli anni ’50 e l’estetica così curata permette subito di essere assorbiti dalla storia, particolare attenzione va alla fotografia, ai set e a trucco/parrucco/costumi ( Arianne Philips ha vinto proprio a Venezia il Campari Passion for Film Award che le è stato consegnato prima della proiezione).
Il potere è il fulcro centrale di quest’opera che vuole portare l’attenzione su questo tema sempre attuale e si sofferma a ragionare su come i corpi e le menti degli altri possono essere influenzati da qualcuno che spesso agisce solo per un tornaconto personale. Neanche a dirlo le donne sono quasi sempre le vittime anche se daranno soddisfazione al pubblico soprattutto nelle battute finali. “Il caos è distruttivo mentre la simmetria è perfezione” dice Pine ad un certo punto ma, il controllo sugli altri cosa può portare alla lunga? Una società di robot programmati a quale scopo? Domande per nulla banali anche nel 2022…
La Wilde dirige un’opera ambiziosa, che sicuramente riscuoterà un buon successo al botteghino grazie ai molti volti amati presenti nel cast, riuscendo ad intrattenere lo spettatore suscitandogli emozioni contrastanti. Giocano un ruolo fondamentale anche le musiche che sottolineano perfettamente i momenti salienti della pellicola creando un forte legame suono-immagine così da non riuscire a far staccare gli occhi dallo screen.
Don’t worry darling non è perfetto, in qualche punto viene un po’ da storcere il naso, forse qualche buco di trama o effetto voluto ma poco importa, si fa guardare e offre qualche spunto di riflessione. Gli attori sono tutti nella parte e se Styles non se la cava male Florence Pugh brilla, offrendo un’intensa ed eccellente prova che da sola vale quasi il prezzo del biglietto. Sicuramente un pilastro di questo film che farà ancora molto parlare di sè, statene certi.
Qualche cosa sa di già visto ma la Wilde stessa non ha nascosto di aver tratto ispirazione da alcuni cult del passato e anche se in laguna il suo nuovo lavoro ha diviso la critica, nel complesso è un film riuscito che merita di essere visto senza pregiudizi per farsi un’idea propria all’uscita dalla sala.
Buona visione!