Continuiamo a parlare delle masterclass tenute durante il BIF&ST 2015. Iniziamo oggi quella tenuta dal regista di origini greche Costa Gavras. In questa prima parte il regista parla delle sue origini e di come, trasferitosi in Francia è arrivato al cinema e ha esordito con il suo primo film Vagone letto per assassini.
Prima di iniziare il regista Costa Gavras ha voluto fare un ringraziamento:
Costa Gavras: Vorrei innanzitutto ringraziare Francesco Rosi, un amico ed un grande autore: i suoi film mi hanno ispirato, film come Le mani sulla città, Il caso Mattei, Salvatore Giuliano e tanti altri. Se volete imparare come fare cinema, sono questi gli esempi, autori italiani come Ettore Scola, Federico Fellini e tanti altri.
I registi greci
Sono tanti i registi greci famosi a livello mondiale:
Costa Gavras: Io credo che sia opportuno fare una distinzione: c’è John Cassavetes che ha realizzato dei film in America e non so se avrebbe potuto fare gli stessi film in Grecia. Anch’io ho realizzato dei film in Francia e probabilmente se fossi rimasto in Grecia o fossi andato in America non so se avrei potuto realizzare gli stessi film.
Theo Angelopoulos è sicuramente un grande regista che ha lanciato il cinema greco, è vero che dobbiamo rendergli omaggio ma senza dubbio i greci che hanno realizzato dei film all’estero hanno probabilmente ispirato anche i giovani greci mostrando che è possibile fare del cinema.
Z – L’orgia del potere
Tra i film più celebri di Costa Gavras c’è Z – L’orgia del potere realizzato da lui, greco interpretato da Yves Montand, attore di origini italiane e scritto da Jorge Semprùn scrittore di origini spagnole.
Costa Gavras: Simone Signoret ci diceva sempre: ‘voi tre insieme rappresentate il Mediterraneo’ ma non l’abbiamo fatto volontariamente è stato un grande caso: eravamo tutti e tre in Francia e abbiamo potuto esprimerci in condizioni francesi alquanto eccezionali.
L’infanzia in Grecia
Costa Gavras è nato in Arcadia, il paese immaginario che tutti quanti conosciamo, sinonimo di utopia e tragedia:
Costa Gavras: Questa particolarità sull’Arcadia io l’ho imparata in Francia perché quando sono nato i miei genitori ignoravano tutto questo. Quando sono tornato in Grecia una volta trasferito in Francia, ho cercato di spiegarlo anche a loro. L’Arcadia si trova al centro del Peloponneso, è un paesaggio eccezionale con colline e molto verde, un po’ come molti paesaggi italiani.
In questo video, la cui traduzione è in seguito, il regista parla della sua infanzia, segnata dalla guerra civile. Il padre, pur non essendo comunista ha combattuto accanto ai comunisti. C’era la povertà e probabilmente questa situazione è alla base della sua indignazione e vena polemica.
Costa Gavras: Io non ho mai cercato di capire quale fosse l’origine dei film che ho diretto. Certo il mio bagaglio culturale greco (perché mi sono trasferito in Francia intorno ai vent’anni) ha svolto un ruolo fondamentale nei film che ho realizzato: non ho potuto realizzare dei film del tipo Nouvelle Vague cioè francesi ma ho fatto film nel quale le due culture, quella greca e quella francese si sono fuse.
Si è vero, mio padre ha partecipato alla resistenza con la sinistra ma non si trattava proprio di comunisti. Quando ho lavorato in Francia come regista e come aiuto regista ho incontrato moltissimi comunisti che lavoravano benissimo, molto onesti e penso fossero persone che erano state tradite dall’Unione Sovietica e dallo stalinismo, persone private della loro ideologia che hanno avvertito un senso di inutilità nonostante avessero agito in buona fede.
Quando ero bambino abbiamo vissuto l’occupazione tedesca nei piccoli paesi, nei piccolo centri del Peloponneso poi la mia famiglia si è trasferita ad Atene. Qui per quattro anni ho potuto sopravvivere contando su riserve di olio, pane, legna e tutto questo mi ha permesso di capire la vita in modo diverso. Oggi per esempio sappiamo che i bambini hanno tutto, semplicemente devono aprire il frigo oppure fare una telefonata, chiaramente la mia è stata un’esperienza del tutto diversa. Essenzialmente per me questa è stata la base della mia vita, la cultura della mia infanzia.
I miei primissimi ricordi al cinema sono legati alla domenica: io provengo da una famiglia ortodossa osservante e dopo la messa avevamo una scuola dove venivano mostrate delle immagini dell’attualità. Le prime immagini che mi hanno colpito furono quelle di Claretta Petacci e Benito Mussolini uccisi e impiccati testa in giù. Vedevo su chi guardava riflessi di gioia e sono stato colpito da questo accostamento tra scene macabre e gioia.
Ricordo anche che sognavo di diventare Humphrey Bogart o Burt Lancaster il che può sembrare assurdo per un giovane greco.
L’arrivo in Francia
Cosa ha portato Costa Gavras a lasciare la Grecia e trasferirsi in Francia?
Costa Gavras: Io volevo completare i miei studi ma mio padre era ritenuto comunista. In realtà lui era contro la monarchia e aveva partecipato alla guerra in Asia Minore per 4 anni, aveva assistito alla morte di molti suoi amici a causa della famiglia reale greca e questo sentimento è stato trasmesso a noi tutti in famiglia che siamo rimasti antimonarchici.
All’epoca i figli di queste famiglie non potevano accedere agli studi universitari perché era necessario una sorta di certificato di buona condotta quindi ho capito che l’unico paese dove potevo realizzare i miei studi era la Francia e per questo ho deciso di trasferirmi lì, dove ho studiato e lavorato perché la mia famiglia non poteva aiutarmi. Però in Francia all’epoca era abbastanza facile trovare dei lavoretti per il fine settimana o per la serata e così mi sono pagato gli studi.
Le prime esperienze cinematografiche in Francia
Nei video che seguono Costa Gavras racconta le sue prime esperienze nel cinema come assistente e come ha realizzato il suo primo film Vagone letto per assassini:
Costa Gavras: Arrivato in Francia ho iniziato prima di tutto i miei studi di lettere e poi sono passato alla scuola del cinema lasciando la facoltà di lettere. Qui per me gli studi sono stati un piacere: per circa due anni ho appreso tutto ciò che riguardava la fotografia, il suono, il montaggio, gli aspetti più specificamente tecnici e ogni volta c’era la possibilità di uno stage ho accettato.
Ho accettato uno stage in un film insieme a Claude Pinoteau, che era primo assistente. Mi hanno messo alla prova per vedere quali fossero le mie capacità e per qualche giorno sono diventato il tuttofare. Naturalmente si trattava di una fase di apprendistato non necessariamente davanti alla macchina da presa: ho portato il caffè, ho riferito dove spostare la macchina. Alla fine delle riprese con attori di prim’ordine ho potuto dire che l’esperienza è stata importante. Pinoteau mi ha detto che potevo diventare primo assistente del suo film successivo ed è stata una grande sorpresa per me perché normalmente uscendo dalla scuola di cinema bisognava realizzare tre stage. Ho partecipato ad un film con star internazionali che è stato girato in Francia e in Spagna e quindi il mio apprendistato è stato straordinario.
Con Pinoteau sono rimasto primo assistente per tre film e ho avuto un chance incredibile perché ho incontrato un uomo straordinario che mi ha aperto porte che mai avrei pensato di trovare aperte. E’ stato anche un grande piacere lavorare con René Clair: rimanevo accanto a lui per tutte le riprese e dovevo trasmettere le istruzioni del regista alla troupe e poi man mano ho potuto anche incontrare i responsabili del montaggio, ho incontrato anche Simone Signoret e Rene Clément e sono stato assistente di Clément e ho fatto un secondo film con lui con Alain Delon e Jane Fonda. Insomma per circa un decennio ho fatto l’assistente.
Vagone letto per assassini
Costa Gavras: Il salto di qualità l’ho fatto quando ho contribuito ad un copione, quello di Vagone letto per assassini che è stato mandato agli Studios. Mi hanno contattato e chiesto un incontro per girare il film. Io in realtà avevo semplicemente realizzato un esercizio nella scrittura di questo copione, ma a quel punto ho chiesto a Simone Signoret se volesse un ruolo dato che c’era un ruolo per un’attrice adulta e quindi tutto è iniziato così.
Ho poi incontrato Yves Montand che mi ha detto che il copione di Vagone letto per assassini secondo lui era buono e quindi voleva anche lui un ruolo. Allora gli ho chiesto di scegliere un personaggio che gli piaceva e uno dei personaggi principali era un poliziotto. All’epoca i poliziotti erano considerati degli sbirri quindi non erano visti di buon occhio e Montand non amava tantissimo questo ruolo. Montand era nato a Marsiglia e aveva un accento molto forte del sud della Francia, accento molto sfruttato per film comici. Allora io gli ho detto: ‘ascolta devi interpretare il tuo ruolo col tuo accento se poi non va potremo doppiarti‘.
E quindi è andata avanti così: io ho capito istintivamente che questo accento era una sorta di maschera per Yves Montand e il film è stato una sorta di liberazione per lui che voleva esprimere al meglio la sua intimità. All’inizio lui diceva, ‘io non sono Gary Cooper, non sono Humphrey Bogart, non posso fumare come lui, assumere le sue stesse posizioni‘. In realtà con questi attori ho potuto girare un film che è stato un grande successo a livello internazionale di cui sono stato molto sorpreso. Iutto è iniziato così e ho potuto spiccare il volo con Vagone letto per assassini. Quindi il passaggio da assistente alla regia è avvenuto grazie a Yves Montand e Simone Signoret.
Com’è nato il copione di Vagone letto per assassini?
Costa Gavras: Io ero molto appassionato di romanzi e film polizieschi perché erano un sistema formidabile per dire tutto quello che si voleva: si potevano creare personaggi di fantasia, mettere le battute che si volevano, scegliere l’ambientazione che si voleva. C’è una totale libertà per i polizieschi, ecco perché sono così famosi in America. Posso dire di essere stato più influenzato dal cinema americano piuttosto che dalla Nouvelle Vague francese perché quest’ultima secondo me era l’espressione francese giovane del realismo italiano perché i registi della Nouvelle Vague provenivano dalle grandi famiglie borghesi dotate di mezzi, hanno realizzato film che li riguardavano personalmente, che parlavano della loro classe sociale e del loro mondo. Io non potevo fare dei film di quel tipo, sarebbe stato impossibile, avrei piuttosto potuto fare un film su un immigrato in Francia e all’epoca questo non mi passava proprio per la testa. Ecco perché l’automatismo è stato quello di girare un film poliziesco:Vagone letto per assassini.
Termina qui la prima parte della masterclass del regista Costa Gavras. Continua a leggere la seconda parte.