E con oggi termina la lezione di cinema del maestro Luis Bacalov. Dopo aver parlato dei suoi esordi e delle collaborazioni più importanti, in questo articolo risponde alle domande del pubblico.
Luis Bacalov: le domande del pubblico
La musica moderna
Qual è il rapporto di Bacalov con la musica pop? Lui che ha scritto bellissime canzoni per Sergio Endrigo, Rita Pavone, Gino Paoli, come giudica quella di allora e quella di oggi e che musica ascolta? La risposta nel video:
Django: ieri e oggi
Luis Bacalov ha musicato Django, il film di Sergio Corbucci cui si è ispirato Quentin Tarantino per il suo Django Unchained. Com’è andata con quest’ultimo riguardo la colonna sonora?
Con Quentin Tarantino non è andata, nel senso che lui è un fan della musica italiana degli anni ’60 e ’70 e va a prendere ispirazione per i suoi film e per le musiche tra i film che vengono chiamati di serie B. Per cui con Tarantino ho avuto lo stesso rapporto, cioè nullo, che ho avuto per un suo film precedente, Kill Bill dove ha utilizzato le musiche che avevo scritto per un film degli anni ’70. Per cui io non ho mosso un dito: mi ha chiamato la mia agenzia a Los Angeles e mi ha detto ‘Ci ha chiamato Quentin (perché lì si chiamano tutti per nome) e vuole utilizzare delle musiche tue che hai scritto per questo film. Sei d’accordo?’ E io ‘ma certo che sono d’accordo’, anzi se mi succedesse una cosa del genere ogni due o tre mesi sarei ricco! Ecco questo è il mio rapporto con Tarantino.
La musica lirica
Quale soluzione si deve cercare per rivalutare la musica lirica? A questa domanda, per il maestro estremamente complicata, risponde nel video che segue:
I film ‘poliziotteschi’ e quelli ‘impegnati’
Luis Bacalov ha composto molte colonne sonore per poliziotteschi, come si chiamava quel genere, un po’ snobbato allora e di cui ultimamente c’è stata una rivalutazione. Cosa ne pensa di quei film? E ha subito anche lui all’epoca lo stesso snobismo considerato che faceva anche colonne sonore per film impegnati?
Nel video che segue l’opinione del musicista che fa anche un commento su Ennio Morricone e sul film Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto:
La musica e la vita
Il famoso filosofo Nietzsche diceva che la vita senza la musica sarebbe un errore. Bacalov condivide?
Luis Bacalov: Per un musicista questo è molto gratificante ma bisogna ricordarsi che Nietzsche era anche un compositore. C’è un altro filosofo di origine russa vissuto Francia, Vladimir Jankélévitch, che era anche musicologo e ha detto qualcosa che tutto sommato si può mettere insieme a quello che ha detto Nietzsche: ‘Si può vivere senza amore, senza arte, senza musica, senza letteratura, senza amici…ma che noia!‘. Allora io penso che effettivamente la musica sia come la pittura, la letteratura un valore per i bipedi discendenti dalle scimmie, che dicono di essere superiori, anche se io ho qualche dubbio. A volte infatti penso che siamo mammiferi inferiori, perché abbiamo bisogno dei vestiti, di campare, se andiamo a 30 km all’ora siamo fenomeni mentre i leoni e le pantere vanno a 80 all’ora… Ma questa è un’altra storia. Credo che l’arte sia un valore positivo e che tutto sommato aiuti a vivere.
I compositori contemporanei e Gian Maria Volontè
Quali sono i tre compositori contemporanei più degni di nota e per quale motivo? Ha lavorato con Gian Maria Volontè che ricordo ha di lui?
La musica, il tango ed i ricorsi storici
Luis Bacalov: Ne hanno parlato anche i filosofi, l’eterno ritorno, chissà forse hanno ragione, forse no. Io penso che molte volte i filosofi hanno scritto delle cose insensate e non è che dato che hanno l’etichetta di filosofo tutto quello che hanno detto è vero, le cose sono un pochettino più complicate. Io ho alcune idee, ma il futuro potrebbe anche smentirmi: per prima cosa che penso che un certo mondo della radicalizzazione estrema e della musica cosiddetta colta e contemporanea quantomeno del ‘900 sia un’esperienza in parte storicamente abbastanza limitata, non credo che ci siano ormai giovani compositori, al di fuori di alcune cerchie, che continuano per quella via. Poi penso che la globalizzazione ci porterà a fare i conti con le culture musicali di altre nazioni soprattutto dell’Asia e dell’Africa dove ci sono cose che potrebbero in qualche modo influenzare, come in parte è già accaduto, la musica che si scrive al giorno d’oggi.
Voglio farvi un esempio su di me. Sono almeno trent’anni che scrivo delle musiche fatte per essere suonate dalle orchestre sinfoniche, musica da camera, per pianoforte per la quale attingo dalle radici della musica che è nata a Buenos Aires dove sono nato io e cioè il tango. Astor Piazzolla, i musicisti argentini e alcuni musicisti che ogni tanto hanno bazzicato con le radici del tango (per esempio Stravinskij che ha scritto due tango) hanno percorso questa strada con esiti vari. Una volta mi chiesero perché si imbratta, e l’hanno detto con una punta di disprezzo, la musica con il tango, musica che è nata nei bordelli, fra gentaglia. Allora qualche volta ho risposto che io sono un tappabuchi e dato che nella storia della musica argentina nessuno l’ha fatto ho deciso di farlo io, mi sembrava che mancasse qualcosa nella storia della musica argentina e ho fatto quello che gli altri non hanno fatto salvo, come dicevo, il caso di Piazzolla che è l’unico compositore che ha in qualche modo perseguito tutta la sua vita quella strada e ha fatto cose notevoli non solo Libertango. Per questo dicevo che una simbiosi, una fusion, una interazione tra alcune esperienze della musica asiatica, africana latinoamericana e la tradizione europea possono portare almeno teoricamente a degli sviluppi diversi di quella che è stata in qualche modo la musica cosiddetta colta dell’Europa in generale.
La musica come valore universale
Per concludere Luis Bacalov ha risposto ad una domanda un pò particolare: la musica è un fatto squisitamente umano o è universale?
Luis Bacalov: intende oltre l’umanità anche per gli animali? Così come gli uccelli sono costruttori e architetti e anche loro cantano, quando c’è vento forte in un canneto le canne cantano e fanno dei suoni che sicuramente hanno influenzato la nascita degli strumenti a fiato. Perchè no? Però certamente noi ccosiddetti bipedi che abbiamo la parola e abbiamo fatto arte per migliaia di anni forse da questo punto di vista siamo abbastanza avvantaggiati rispetto a quella che può essere la lingua di alcune specie animali. Tutto qui.
Termina qui la terza ed ultima parte della lezione di cinema del maestro Luis Bacalov. Se ti è piaciuta continua a leggere ed ascoltare altre interessanti lezioni di cinema.