Uscirà il 26 giugno 2019 Toy story 4, il capitolo n°4 della vita dei nostri giocattoli preferiti. Dura 100 minuti ed è nato dalla Pixar/Walt Disney.
Toy Story 4
La storia è molto semplice. Cosa succede ai giocattoli quando i bambini non giocano con loro? Semplice, prendono vita e vivono. Il mondo si divide in due: giocattoli smarriti e giocattoli di un bambino (preferibilmente con il nome del bambino scritto sotto uno stivale). E Woody non permetterebbe mai, mai e poi mai che un giocattolo sotto la sua tutela diventasse un giocattolo smarrito, lo si capisce benissimo dall’inizio del film, nessun uomo sarà lasciato indietro.
Woody, il pupazzo sceriffo, e tutta la schiera dei suoi amici un po’ matti (in alcuni casi molto matti.) si trovano a essere gli orgogliosi giocattoli di Bonnie, una piccola bimba che sta giusto giusto per iniziare l’asilo. Anche se ultimamente Woody non è più trai giocattoli preferiti di Bonnie, lui non smette una attimo di vegliare sulla bimba, cercando in tutti i modi di farla felice. Dopotutto, il compito principale di un giocattolo è quello di amare il suo bambino, indipendentemente da quanto il bambino ami lui.
Woody (proprio come Max di Pets 2) farebbe qualsiasi cosa per proteggere il suo bambino. Arrivando al punto di andare all’asilo con Bonnie e ignorando il rischio di venire sequestrato dalle maestre. Ma lo stress aumenta a dismisura quando Bonnie, crea e dà vita a Forky, una forchetta riadattata a giocattolo dalla fantasia della bimba, che diventa il suo giocattolo preferito. Peccato che Forky sia un forchetto con tendenze suicide che vuole tornare nella spazzatura. Ma Woody, può permettere che Bonnie perda il suo giocattolo preferito? Giammai.
In Toy Story 4 ritroviamo vecchi personaggi che fanno giusto da contorno. Anche Buzz non ha tanto spazio in questo nuovo episodio, diventando un personaggio di contorno. Nuovi personaggi molto divertenti (Forky con la perfetta voce di Luca Laurenti), unicorni maniaci, peluche satanici (mai visti peluche così violenti in un cartone). Vecchi personaggi scomparsi che fanno il loro ritorno, tenere pastorelle di porcellana forgiate dal fuoco di mille battaglie con Mary, Vera e Lana (pecorelle for president).
Una nota che io sottolineerei è il coraggio dei bambini di oggi, o il coraggio che i produttori pensano che hanno. Perchè Benson e Gabby Gabby io vi giuro che sono due pupazzi inquietanti a dei livelli patologici. Benson è il pupazzo ventriloquo degli psicopatici, e Gabby Gabby è la bambola assassina dei miei incubi. Se avessi visto questo film da bambina, avrei avuto gli incubi per giorni. E già da grande, con Benson che appare e scompare sono saltata sulla poltrona. I miei vicini di visione ve lo possono confermare.
Chi ha visto i precedenti capitoli di Toy Story non avrà grosse sorprese, perché fondamentalmente la trama è la stessa. Il film è bello, ma non bellissimo. Da vedere più che altro per continuità di specie. Non fraintendetemi, Toy Story 4 è fatto bene, fa ridere in diversi punti…
Ma più che altro è un po’ un brodo allungato. Con la giusta quantità di sale e pepe, ma un brodo allungato. Bella la storia, ma è la solita storia. Bello il finale anche se molto intuibile, è un film per bambini grandicelli. La sigla finale riassume al meglio il concetto di Toy Story, interminabile, dovete stare fino alla fine, della fine. Ridendo e scherzando ormai Woody e Buzz hanno accompagnato generazioni su generazioni di bambini, ormai chi ha visto in diretta il primo capitolo, può portare i propri figli a vedere il 4. Bravo Woody, hai fatto il tuo dovere di giocattolo, ora puoi andare, sul serio. Vai. Ma, come dici tu stesso Woody, un giocattolo non smette mai di giocare.