The Lego Movie: un caos “Pop”

In uscita ieri in tutti i cinema italiani, è finalmente uscita la prima trasposizione ufficiale che rende giustizia agli ormai vintage mattoncini di plastica dai più accesi colori comunemente chiamati LEGO, scritta e diretta dai registi del primo capitolo di “Piovono Polpette” e con protagonista un uomo comune di nome Emmett che presto scoprirà di essere più speciale di quanto abbia mai creduto e che nulla è mai solo ciò che appare: arriva The Lego Movie. Anche in 3D, of course.

Trama

Emmett (Chris Pratt; Zero Dark Thirty, Lei) è un uomo comune, un lavoratore instancabile senza personalità e amici che vive ignorando l’oscura anima che si cela nel sindaco della città, Lord Bussiness (Will Ferrell; Candidato a sorpresa, Gli stagisti) che complotta contro tutti loro. Quando viene scelto da Wildstyle (Elizabeth Banks; Una famiglia all’improvviso, Hunger Games: La ragazza di fuoco) come “prescelto” per salvarli dal Lord, le cose si complicano e l’imprevedibile diventa la nuova realtà.

Trailer del film:

Piovono citazioni

Immersi e sparsi per i 17 mondi del mondo dei Lego, i nostri protagonisti sono perennemente circondati da citazioni più o meno esplicite e tutte di stampo cinematografico: accanto ai protagonisti abbiamo, ad esempio, un Batman davvero dark (con la voce di Will Arnett), un Superman (Channing Tatum) che continua a fuggire da un Lanterna Verde (Jonah Hill) in fase-stalker e fino a Vitruvius (Morgan Freeman), anziano saggio a metà tra Gandalf e Silente, anch’essi presenti sulla scena. Divertente anche il poliziotto Poliduro dalla doppia personalità interpretato da Liam Neeson.

Ma avremo poi spazio anche per I Simpson, Star Wars, Le tartarughe Ninja, Robin HoodWonder Woman e, per giustificare la continua esplosione di colori, di brillantezza in battute e ritmo che non lasciano davvero un attimo di pace allo spettatore, rapito totalmente dal primo all’ultimo attimo, arriverà anche un’inevitabile richiamo alla trilogia della Disney Pixar Toy Story.

Doppietta (quasi) perfetta

Dalla doppietta fortunata e intuitiva di Piovono Polpette (animato) e 21 Jump Street (live-action), Chis Miller e Phil Lord mantengono la frenesia del ritmo con alla base l’idea del caos, del corale come canone imprescindibile di racconto. Il film è giocato totalmente su due livelli di profondità dal momento che attira facilmente per colori, musiche e tono i più piccoli e affascina i più grandi con l’elemento della curiosità.

È soprattutto uno strumento fortemente autoreferenziale, che richiama e si costruisce su canoni e strutture narrative assolutamente di richiamo cinematografico e tecnicamente costruito con la tecnica dello stop-motion (o passo uno) quanto con la ricostruzione in digitale.

Tutto questo con l’unica (forte) pecca di partire forte e deciso come non mai nella prima parte di film in questa comunicazione d’intenti per poi lentamente spegnersi verso la seconda parte dove l’imprevisto diventa prevedibile e dove il moralismo del personaggio rappresentato dal villain e il richiamo stesso al meta-mondo “a – la – Toy Story” giustifica un po troppo ciò che forse non andava poi tanto giustificato quanto alimentato verso (e per) una giusta causa, mantenendo quel sopra le righe fulcro dell’intera opera politicamente scorretta sin dal soggetto.

Sostanzialmente è un lavoro che convince quasi del tutto e che vince la sfida di raccontare una storia portando come protagonisti i mattoncini Lego della nostra infanzia. Operazione quasi totalmente riuscita che forse poteva rendere il film una piccola perla e invece rimane un’opera che convince a metà ma che facilmente ammalierà grandi e piccini.

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