Tra gli ospiti del BIF&ST 2013 c’era anche, per presentare il suo ultimo film diretto da Sergio Rubini (Mi rifaccio vivo), l’attrice Margherita Buy che ha intrattenuto il pubblico con tanti aneddoti interessanti.
La carriera di Margherita Buy
Margherita Buy, classe 1962, dopo la maturità classica ha frequentato l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico dove si è diplomata. Successivamente ha iniziato una lunga carriera teatrale ed ha esordito al cinema nel 1986. Così parla dei suoi esordi:
Margherita Buy: C’erano tante attrici che quando ho cominciato io non avevano un ruolo interessante, c’era sempre da fare la spalla di un attore, di un comico, che faceva da padrone sulla scena. Avevi la sensazione di essere un pò inutile nella storia. Io mi sono invece trovata fortunatamente (ed il motivo non lo saprò mai) a condividere spesso la scena con attori importanti, comici o meno. E’ andato sempre tutto abbastanza bene, persino adesso che mi sento “una vecchietta” riesco ancora ad ottenere dei ruoli importanti che mi piace fare, perchè mi piace rappresentare la donna a tutte le età.
E’ una grandissima soddisfazione, raccontare ancora delle storie nonostante il cinema, spesso, giustamente perchè si rivolge ad un pubblico giovane, prediliga attori giovani. Ci sono temi, come l’amore, i problemi di lavoro, che si raccontano quando si è giovani. Con la mia maturità ho avuto la fortuna di incontrare personaggi ancora più belli perchè le persone con cui mi capita di lavorare non pensano solo in un modo forse troppo solito e si sforzano anche di creare delle situazioni, delle storie che riguardano diverse età.
Margherita Buy è il volto simbolo di una generazione di cineasti che hanno rilanciato il cinema italiano, come racconta in questo video
Rubini, Verdone, Ozpetek, Luchetti sono i registi con i quali la Buy ha lavorato di più. Qual è il rapporto con loro? E quando la regista è donna cambia qualcosa? Nel video la risposta dell’attrice che ironizza anche su un suo possibile futuro da regista (“Mi pare di capire che l’idea della regia non ti sfiori nemmeno” “Ma non ci penso proprio!“)
La maternità
Margherita Buy è diventata madre nel 2001 quando ha concepito una bambina, Caterina, avuta dal compagno, il chirurgo Renato De Angelis. Il tema della maternità è però sempre stato molto presente nei film da lei interpretati (Lo spazio bianco, Fuori dal mondo ecc). Come mai? La risposta in questo video nel quale racconta l’esperienza con Giuseppe Piccioni sul set di Fuori dal mondo.
Che tipo di mamma è Margherita Buy? La risposta in questo video nel quale ironizza anche sui personaggi da lei interpretati, spesso ansiosi, nevrotici, grazie ai quali è nato anche un personaggio in Boris – il film, Marilita Loy, a lei ispirato:
I film
Come sceglie i film da fare o da non fare? Quanto conta la presenza di un regista?
Margherita Buy: Mah io penso che ormai i film che non faccio non me li offrono proprio più, nel senso che un pò si è capito che genere di film mi piace fare quindi poteva capitare prima, adesso… oddio ci sono delle cose a cui magari rinuncio, quando mi sembra di tradire in un certo senso quello che sono, che voglio fare o rappresentare. Quando mi sembra qualcosa che non corrisponde esattamente al mio modo di essere, di pensare, di voler trasmettere alle persone, io non lo faccio. Poi mi è capitato di fare anche dei film che magari non avrei fatto ma c’erano dei registi con cui io avevo già lavorato e con cui mi piaceva lavorare, che non avevano scritto una storia che mi interessasse così tanto ma l’ho fatto perchè c’erano questi registi. Ma la prima cosa sono le storie e spesso le storie che mi piacciono sono scritte da persone che mi piacciono. Quindi ormai è abbastanza facile. Sarà difficile se non me ne offrono più.
Termina qui la prima parte della lezione di cinema di Margherita Buy. Continua a leggere la seconda ed ultima parte.
Ho visto da poco “Maledetto il giorno che ti ho incontrato”. Le premetto che scrivo romanzi su base psicologica e che lei potrebbe esse mia figlia, in quanto ad età, per cui non c’è niente di maniacale nel muovermi a fare alcune considerazioni sulla sua interpretazione, per me da Oscar e sottolineare la sua fresca bellezza non scevra da una spontanea simpatia trovata in un personaggio così spumeggiante e difficile, Non voglio parlare degli altri suoi film (ho una cineteca di duecentosessanta film), dove è stata bravissima, ma dove manca quello ben sottolineato nel film di Verdone, per me importante: il ricordo della mia gioventù e delle ragazze che frequentavo. Ottantatre anni mi pesano sempre meno ogni volta che vedo lei nel “Maledetto il giorno che ti ho incontrato” che come cura di ottimismo mi “sparo” una volta al giorno. Le auguro ogni bene a Lei e alla sua famiglia e la ringrazio per iutarmi a vivere.
Sandro Forlani
Grazie mille per il tuo commento Sandro!