Riprendiamo la nostra rubrica sulle serie tv più interessanti con una carrellata sulle serie in corso o già concluse. Iniziamo oggi con American Horror Story, giunta ormai alla terza stagione, a breve su FOX ITALIA.
American Horror Story (id., di Ryan Murphy e Brad FUlchuck, 2011)
Ben (psichiatra), moglie Vivien e figlia Violet si trasferiscono in una nuova casa vittoriana per ricominciare dopo l’aborto di lei dovuto al tradimento di lui con una sua allieva. La casa riserverà non poche sorprese, con un passato inaspettato di morte e delitti.
Horror con stile
Nuova serie creata dal Murphy di NIP/TUCK, che forse stanco della melassa riversata nell’inutile blockbuster televisivo GLEE torna a toni a lui più congeniali, affondando il bisturi della sua arte creativa nelle pieghe quotidiane dove si annida la follia. E spingendosi oltre, forse ancora più che nel suo precedente successo per FOX (il pluricelebrato e ormai leggendario serial sui chirurghi plastici), con AMERICAN HORROR STORY riesce a dire qualcosa di nuovo in un campo particolarmente inflazionato come quello dell’horror: perché se a prima vista la storia di una casa stregata e infestata dai fantasmi del dolore potrebbe sembrare approfittare di una tradizione narrativa abbondantemente saccheggiata da letteratura e cinema, invece la sua narrazione procede fin dalle prime immagini a sbalzi e strappi, narrando per iperboli non tanto la vicenda quanto le atmosfere, realmente e realisticamente pregne di dolore e delirio, con inserti spiazzanti e veri e propri lampi di genio e delirio (come il finale della prima stagione, realmente disturbante e difficilmente sopportabile nella sua malata sessualità).
Ma soprattutto, senza accontentarsi di una semplice storia dell’orrore, ma infiltrando sottocutanea una riflessione molto moderna sulla “paura” e sul suo senso più profondo, sul suo rapporto con la vita quotidiana e con i coni d’ombra che abbiamo dentro. È forse (anche) per questo che AMERICAN HORROR STORY riesce a fare quello che tanto cinema non sa fare più, ovvero spaventare: pur ricorrendo ad espedienti tipici (porte che scricchiolano, cantine buie, flash innominabili, creature notturne, vocine), si infiltra nella più piatta normalità attraverso slarghi narrativi stranianti -una voce fuori luogo, una bambina down che appare e scompare, una domestica fantasmatica- e un intelligente uso delle immagini -già la sigla iniziale da sola mette i brividi- tali da rendere il risultato un affascinante horror psicologico infarcito di misteri e apparizioni e con un nugolo di personaggi centrati e tridimensionali. Splendida Jessica Lange, presenza vivida e sinuosa.
A breve, su FOX ITALIA prenderà il via la terza stagione appena iniziata in America, ovvero AMERICAN HORROR STORY: COVEN.