La Ballata dell’Usignolo e del Serpente – prequel di Hunger Games

Hunger Games: la Ballata dell’Usignolo e del Serpente è il prequel dell’omonima saga letteraria, che racconta l’adolescenza di Coriolanus Snow, soffermandosi sulla sua ascesa al potere. I fatti raccontati avvengono circa 64 anni prima rispetto all’arco temporale del franchise originale. Nel cast troviamo Rachel Zegler, Tom Blyth, Viola Davis e Hunter Schafer.

La ballata dell'usignolo e del serpente

Hunger Games – La Ballata dell’Usignolo e del Serpente

Circa 64 anni prima dello storico Hunger Games, Coriolanus Snow era un semplice diciottenne la cui famiglia soffriva di una grave crisi finanziaria. Questa dovuta all’improvvisa morte del padre durante la Grande Guerra contro i distretti. L’unico modo per Snow di risollevare il destino della casata è dunque quello di vincere il prestigioso premio Plinth. Per ottenerlo, durante la decima edizione degli Hunger Games, il ragazzo dovrà dimostrare le sue capacità come mentore al fine di condurre il proprio tributo alla vittoria. Assegnato alla gracile Lucy Gray, dal distretto 12, il più povero di Panem dovrà lavorare sodo per raggiungere il proprio scopo. Nonostante i numerosi svantaggi la ragazza, piena di energia e dotata di una forte presenza scenica, riuscirà ad attirare le attenzioni del pubblico. Forse, anche quelle dello stesso protagonista, che si ritroverà a scegliere tra regole e sentimenti.

Il trailer del film

La Ballata dell’Usignolo e del Serpente: recensione

Hunger Games, torna con un nuovo lungometraggio, frutto senza dubbio di un lavoro meticoloso di Francis Lawrence, regista di altri film del franchise. Spesso quando nel cinema si parla di prequel o di riportare in vita progetti che avevano avuto successo nel passato c’è sempre un forte scetticismo. In questo caso è del tutto ingiustificato. La Ballata dell’Usignolo e del serpente è una storia originale, ben articolata, ma soprattutto dominata da personaggi carismatici, interpretati alla perfezione dal cast.

La ballata dell'usignolo e del serpente

Molto originale è stata l’idea di Suzanne Collins l’autrice dell’omonimo libro, di proporre come protagonista un antagonista, raccontando la sua ascesa al potere. Il lungometraggio è stato infatti diviso in tre parti che potrebbero rappresentare l’evoluzione del personaggio, da giovane pieno di speranza a spietato leader. L’origine di uno dei giochi più spietati del cinema viene raccontato in prima persona dal nemico. In questo modo lo spettatore può immedesimarsi in lui e provare a comprendere le sue motivazioni.

L’unico obiettivo perseguito da Snow è quello di salvare i cari dalla rovina e sarà disposto a tutto pur di ottenere un risultato del genere. A differenza di altri lungometraggi, in cui cerchiamo di empatizzare con il cattivo, qui è l’esatto opposto, non ci sono archi di redenzione, per un personaggio ambizioso e ossessionato dal potere.

La ballata dell'usignolo e del serpente

L’intrattenimento

Tema centrale della saga e anche de La Ballata dell’Usignolo e del Serpente è sempre l’intrattenimento nella sua forma più spietata. Qualunque atrocità può essere trasformata in uno spettacolo se venduta in modo giusto al pubblico. Tutto può essere mostrato, portando ogni cosa a perdere significato, diventando progressivamente omologata.

La ballata dell'usignolo e del serpente

Lo Stato di Natura

L’edizione di Hunger Games che viene mostrata è molto diversa dalle precedenti, l’arena è un singolo spazio, in cui vi sono poche possibilità di fuga e le morti sono molto più violente e macabre. A seguito della grande Guerra le disponibilità economiche di Capitol City erano infatti più limitate, rendendo il tutto meno spettacolare e mostrando in modo più crudo ed efficiente la vera natura dei giochi; ovvero un gruppo di adolescenti che lottano disperatamente per la sopravvivenza, perché costretti da circostanze sfortunate a sfidarsi.

Il tema centrale è infatti quello dello stato di Natura, una condizione in cui gli uomini lasciati allo stato brado, possono commettere ogni tipo di atrocità. Così i tributi abbandonati al loro destino, si trasformano da vittime a terribili carnefici per ottenere la libertà, perdendo ogni senso di umanità e diventando a tutti gli effetti animali. L’aspetto scioccante che il film vuole sottolineare è infatti che questi comportamenti possono essere potenzialmente adottati da tutti, persino dal perfetto Snow, presentato come simbolo di rigore morale e ineccepibilità.

L’amore non basta

Nonostante sia presente, la storia d’amore tra Snow e Lucy non è il punto centrale della storia. Tra i due nasce immediatamente un’intesa unica, un rapporto basato sulla fiducia reciproca. Entrambi hanno infatti un obbiettivo, da un lato la ragazza vuole vincere per essere finalmente libera, dall’altro il protagonista desidera ottenere nuovamente l’agio di cui la sua famiglia godeva in precedenza.

L’amore non è però sufficiente a salvare il futuro presidente di Panem dalle sue ambizioni di potere, egli è disposto a sacrificare tutto, pur di ottenere un beneficio personale. A questo proposito la cattiveria di Snow non viene giustificata; non c’è stato un evento in particolare capace di scatenarla, è sempre stata lì, alimentata da una superbia ed egoismo sconfinati, incapaci di essere cambiati da un sentimento più forte.

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