Gelsomina Verde _ Lei la vita se la mangiava a mani piene

Gelsomina Verde, dal 29 aprile in streaming digitale sulla Piattaforma 1895, dove potrete trovare una selezione di film indipendenti e di qualità. Regia di Massimo Pacifico, con Pietro Casella, Margherita Laterza, Francesco Verde.

poster del film Gelsomina Verde
il poster del film

Gelsomina verde – Mi ha insegnato a stare, ferma immobile dentro lo spazio di due scarpe.

Cinque attori che arrivano, e si presentano a noi e al regista, con cui lavoreranno. La storia di Gelsomina inizia in una città difficile, con situazioni difficili; questi cinque, ci faranno scoprire chi era Gelsomina, e perché si trovò suo malgrado a essere coinvolta in una vicenda di cui lei non conosceva assolutamente nulla. L’unico sbaglio della ragazza fu quello di frequentare per alcuni mesi (anni prima alla vicenda) un ragazzo, che nella complicata vicenda della Camorra, a un certo punto decise di passare dalla “parte sbagliata”.

Lei cercava di aiutare, ma non con la carità, lei cercava di cambiare il quartiere, perché “va fatto e va fatto ora”. Il fratello di Gelsomina, ha deciso di voler raccontare la storia, cruenta di violenza, ma anche d’amore. L’amore di due fratelli, e il fratello che vuole ricordare la sorella, torturata e uccisa e poi data alla fiamme.

gli attori del film

Nessuno nasce difficile, difficile lo si diventa

E’ un progetto “scomodo” quello che mettono in scena, ma doveroso, una storia controversa piena di chiaroscuri, ma che devono raccontare, per ricordare Gelsomina, la ragazza di 22 anni che sempre col sorriso aiutava tutti, compresi i bambini del suo quartiere.

Non un film vero e proprio, ma più un docufilm. Il fratello che racconta cosa successe quella notte, filmati d’epoca e testi che ricostruiscono la vicenda. Una ragazza semplice, Gelsomina, che si ritrova dentro un incubo, mentre ti torturano, tutto per un’informazione che nemmeno conosce.

Un docufilm in napoletano stretto, che ha bisogno dei sottotitoli per poter venire compreso, ma un docufilm che riesce a trasmettere tutta l’ansia, la paura e l’indifferenza del caso. A15 anni da questo terribile atto, accaduto nel 2014, il fratello di Gelsomina ha deciso di raccontare la storia, con questo docufilm, molto teatrale, molto scenico, è quasi il riprendere le prove degli attori, quasi a cercare la loro interpretazione più intima, creando una storia che non è teatro, non è documentario, ma nemmeno film. Le emozioni che traspaiono sono autentiche, gli attori che si calano nella parte facendola propria pure.

Non è un progetto che vuole essere perfetto, ma nelle sue imperfezioni vuole raccontare una storia vera, anzi più sfaccettature delle stessa storia. Gelsomina Verde, non vuole essere un film da premio, ma vuole essere un film che racconta una storia.

Una storia cruenta, un fatto di cronaca

«Questo film è un atto dovuto, da quando nel 2014 con Francesco Verde, fratello di Gelsomina, e con alcune associazioni dell’area nord di Napoli, tra cui il Comitato Vele di Scampia e Insurgencia, abbiamo deciso di far nascere il Collettivo Mina, che si chiama così proprio in onore di Gelsomina Verde. Lo dobbiamo alle persone che continuano a combattere perché lo Stato, per troppo tempo, non l’ha riconosciuta vittima innocente».

Gianluca Arcopinto

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