Azul – In scena a Bari Stefano Accorsi diretto da Daniele Finzi Pasca

E’ andato in scena in esclusiva regionale per il Teatro Pubblico Pugliese a Bari dal 12 al 15 gennaio Azul – Gioia, Furia, Fede y Eterno Amor, diretto da Daniele Finzi Pasca con Stefano Accorsi. Un viaggio nella vita tra sogno e fede calcistica.

Azul
AZUL con Stefano Accorsi, Luciano Scarpa, Sasà Piedepalumbo, Luigi Sigillo. Regia di Daniele Finzi Pasca ph Viviana Cangialosi

Azul

Dopo aver portato a Bari, sempre al Teatro Piccinni, il poetico Nuda, Daniele Finzi Pasca ci regala un altro spettacolo coinvolgente che vede come protagonista Stefano Accorsi insieme a Luciano Scarpa, Sasà Piedepalumbo e Luigi Sigillo.

Azul, dallo spagnolo Azzurro, come il colore della squadra di calcio El National de Montevideo per cui tifano quattro amici dai nomi molto particolari: Pinocchio, Golem, Adamo e Frankenstein. La loro passione calcistica è però solo un pretesto per parlare di esseri umani, di amicizie e di storie di vita o, come dice il sottotitolo di Gioia, Furia, Fede ed Eterno Amor.

Difficile raccontare Azul, molto più semplice viverlo, abbandonarsi allo spettacolo, in un luogo sospeso tra realtà e sogno, concretezza e immaginazione. Gli stessi protagonisti sono parte di questo gioco, a partire dai loro nomi che rimandano a quattro personaggi immaginari che hanno in comune il fatto di non essere stati partoriti da madre ma solo generati, in qualche modo, da un padre. Ed è proprio l’assenza della figura materna uno dei perni su cui ruotano le insicurezze dei personaggi, forse proprio per questo motivo portati ad aprirsi in un modo più emotivo.

Nello spettacolo si parla di calcio, di una passione che ti ruba l’anima ma nel contempo lega l’uno all’altro, tra gioie e dolori, amori e sofferenze, pazzia e consapevolezza. E quindi il calcio e l’amore per El Nacional diventa l’occasione per parlare di vita, di amicizia e di famiglia. Le vittorie e sconfitte della squadra diventano vittorie e sconfitte della vita che hanno condiviso.

Uno spettacolo piacevolmente spiazzante

Come si è potuto già notare con Nuda, quella di Daniele Finzi Pasca è una scrittura ambiziosa che sovrappone significati, sensi, suggestioni molto differenti, amplificate da una scenografia molto particolare sovrastata da un maxischermo che proietta immagini oniriche e quasi ipnotiche, giochi di controluce che creano siluette, per uno spettacolo che può non essere semplice da portare ad un pubblico così vario.

Azul è uno spettacolo spiazzante se si è abituati ad un teatro tradizionale perché si viaggia tra sogno e realtà, musica e personaggi inventati, monologhi e dialoghi con il pubblico. Si perché il regista usa lo spazio scenico in un modo molto originale arrivando a sfondare la quarta parete attraverso il dialogo attivo con il pubblico.

Come affermato da Stefano Accorsi in un’intervista forse lo stato di confusione generata inizialmente nello spettatore serve proprio a rimuovere tutte le aspettative e lasciarsi andare all’apparente follia dei protagonisti per goderne appieno il senso.

Di certo a mio avviso Azul è un esperimento teatrale pienamente riuscito, con uno Stefano Accorsi in stato di grazia, che andrebbe assolutamente visto.

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