Uscirà nei cinema italiani il prossimo 4 luglio, il nuovo lavoro di Terrence Malick, To The Wonder.
To The Wonder
Noi di Cinemio tendiamo a scandire un articolo a suon di capitoli, ma oggi faremo un’eccezione, in quanto parliamo di un film che alla sua presentazione al festival di Venezia 2012, è stato ampiamente fischiato e quindi adegueremo la stesura allo stile del film.
La trama ruota attorno a quattro personaggi: Neil (Ben Affleck) è un uomo che in un viaggio a Parigi conosce Marina (Olga Kurylenko) e innamorandosi a vicenda, si trasferiscono negli Stati Uniti. Marina è a disagio e allo scadere del visto, torna a Parigi. Neil gestisce il dolore incontrandosi con Jane (Rachel McAdams) una vecchia fiamma con cui scoppierà di nuovo l’amore, ma quando Marina sentirà la mancanza di Neil e degli Stati Uniti, gli chiede di sposarla, così da poter rimanere lì. Neil accetta, ferendo il cuore di Jane che andrà via, mentre nella sua vita sarà costante la presenza di Marina, ora sua moglie.
Ma tutto non è destinato ad andare come previsto.
Terrence Malick
Terrence Malick, chi è costui?
Regista quasi settantenne che ha all’attivo pochi film, in quanto le sue pause sono quasi decennali (la pausa più lunga è stata nel 1978 con l’uscita del I giorni del cielo, per poi tornare solo nel 1998 con La sottile linea rossa).
Nonostante la filmografia povera si può considerare uno dei registi più importanti della storia del cinema. I suoi lavori sono sempre stati incentrati, ed apprezzati, sulla figura dell’uomo in determinate circostanze.
L’opera che può considerarsi più completa potrebbe essere La sottile linea rossa, che come molti sbagliano, non è un film sulla guerra, ma un film su uomini in guerra.
Questo fa del cinema di Malick, un cinema di domane, di paesaggi ripresi a grandi angolazioni, di uomini intesi come unica grande anima a confrontarsi con quello che hanno davanti a loro, abbracciandolo, criticandolo o semplicemente, domandarsi il perchè di tanta bellezza/bruttezza.
Sono proprio questi i motivi che fanno di Malick uno dei registi più odiati e amati dai critici e addetti ai lavori.
To The Wonder
To The Wonder, si può definire un seguito, spirituale del anch’esso poco apprezzato, Tree of Life, con la tecnica della ripresa a mano libera, l’elevazione dell’immagine sacrificando la sceneggiatura a brevi monologhi, anzi sappiamo dagli addetti ai lavori che Malick non scrive sceneggiature, ma detta momento per momento quello che gli attori devono fare e alla fine, non è neanche sicuro che il tuo personaggio rimanga nella pellicola, infatti abbiamo appreso che da To The Wonder, sono state interamente tagliate, sequenze in cui recitavano attori del calibro di Jessica Chastain e Rachel Weisz.
Come per Tree of Life, qui troviamo la stessa tecnica della ripresa a mano libera, vaga nei ricordi e nelle frasi dette a bassavoce dei protagonisti, a cercare in un segno della natura, o divino per qualcuno, la forza di prendere decisioni.
Importante, quanto profonda la figura di padre Quintana (Javier Bardem), un prete che improvvisamente perde la fede e viaggia tra i malati, i poveri del proprio paese, cercando in ogni passo, il segno dell’esistenza di Dio, del suo amore per gli uomini, in un modo dove nessuno è più capace di amarsi in modo puro.
Critica
La sua parte la fa anche la critica, che si è totalmente divisa su questo film.
Come detto in precedenza, a Venezia il film ha ricevuto tanti applausi quanti tanti fischi.
Malick è un autore che basa il suo cinema nell’insicurezza di ogni uomo, nelle sue costanti domani e nelle sue lotte quotidiane.
Un film intenso, molto probabilmente non alla portata di tutti, ma se avete amato Tree of Life, amerete anche questo To The Wonder.