“La verità è che non gli piaci abbastanza”, racconti di coppia dolceamari

Non vi conosco ancora, lettori di Cinemio, ma sento che il primo passo, in questa conoscenza, devo essere io a farlo.
Il mio nome è Giovanna, ma potete chiamarmi Gio; scrivo da una vita eppure non sono una giornalista nel vero senso della parola; mi occupo di cinema, ma anche di attualità, tv, e costume.

Non mi piacciono i puntini sospensivi e quelli esclamativi quando scrivo, seguo il cinema di nicchia con passione, anche se l’ultima volta sono andata a vedere “I love shopping”, trascinando il mio fidanzato per le orecchie (questo dopo averlo pregato per ore di accompagnarmi), se mi date un programma tv trash contribuirò a distruggerlo e non smetterei mai di parlare.

Ho pensato molto all’articolo zero di questa nuova rubrica e ho deciso: a parlar d’amore e di cinema non si sbaglia mai.

Ma l’amore zuccheroso oramai non tira più, subissato di critiche da parte dei fan che non ne vedono l’ombra da molto tempo.
E quello struggente? Fa troppo male.
Meglio lo humour nero e l’ironia andante, meglio allora una massa di personaggi svitati e sfigati in cui lo spettatore può riconoscersi.

Da questa idea, da una costola di “Sex and the city” e dal soffio divino dei due sceneggiatori della serie Greg Behrendt e Liz Tuccillo, nasce “La verità è che non gli piaci abbastanza”, in sala dal 20 marzo, per la regia di Ken Kwapis.

Cast di all-stars, begli ometti e attrici fashion, sceneggiatura brillante ma dolce-amara, titolo univoco e lapidario.

Galeotta Carrie Bradshow, che, nell’episodio “Il silenzio è d’oro” della celebre serie tv, diceva queste esatte parole a una Miranda ormai rinunciataria con gli uomini, illuminandola d’immenso:
Behrendt e la Tuccillo c’avranno pensato e ripensato, a come rendere al cinema una simile questione.

Il risultato è la pellicola che vedremo nelle sale il prossimo week-end, che vanta interpreti come Jennifer Aniston, Ben Affleck, Drew Barrymore (nella doppia veste di attrice e produttore esecutivo), Jennifer Connelly, Ginnifer Goodwin, Scarlett Johansson.

Gli intrecci del film, illimitati quanto illimitate sono le possibili combinazioni tra i personaggi, li lasciamo alle immagini; in compenso, possiamo anticipare che questo manuale d’amore in salsa Hollywood, svela trucchi e meschinità sempre in agguato in un rapporto di coppia nascente.

C’è Gigi l’ossessiva, Conor il fedifrago, Anna, provocante istruttrice di yoga, Mary l’amica consigliera, la moglie in crisi Janine, l’allergico al matrimonio Neil.
Di caratteri ce n’è per tutti i gusti: basta sapersi riconoscere.
E se per caso siete tra quelli che, almeno una volta nella vita, si sono sentiti dire dopo il primo appuntamento:
“ Sai, domani proprio non posso: devo accompagnare mia nonna a fare la tac” oppure “Sabato?! Accidenti! Ho promesso al mio amico di portarlo dall’altra parte della città!” o ancora “Ma scherzi?
Mi piaci un casino, ma ho dei problemi da risolvere prima”
e infine il classico “Non sei tu, sono io”, potete anche aspettare questo film con l’ansia di chi vuole delle risposte a certe domande.

I single dovrebbero andare al cinema accompagnati da un amico fidato e gli accoppiati insieme, pur trattandosi di una pellicola al femminile, a crogiolarsi nella forza del loro amore non soggetto a certe crisi.

E se vi state chiedendo perché parlarne adesso, se l’uscita è prevista per il prossimo 20 marzo, non c’è che da concludere così: per dare possibilità alle ragazze di convincere in anticipo i propri uomini a seguirle al cinema e allo stesso tempo, dare a questi uomini più tempo per rassegnarsi al fatto che al cinema ci andranno, eccome.

Perché c’è un’altra verità indiscussa oltre a quella recitata dal titolo di questo film: quando una donna decide qualcosa, quella cosa si fa, punto e basta.

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(con lo pseudonimo di TuaGio).

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