il giovane favoloso

Il giovane favoloso: il film con Elio Germano

La locandina del film

La locandina del film

Per la prima volta la vita, il pensiero, l’animo di Giacomo Leopardi vivono sul grande schermo con Elio Germano come interprete de Il Giovane Favoloso.

La trama

Recanati. È qui che il Conte Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi (Elio Germano) nasce nel 1798 ed è qui che rimarrà sino al 1822 quando, non senza poche difficoltà, ottiene il permesso di recarsi a Roma (e di lì a Firenze, Milano, Bologna, Torre del Greco, Napoli dove morirà) perché non ama, sente ostile, lontano da sé il luogo natio.

Elio Germano in una scena del film

Elio Germano in una scena del film

Il disamore per la sua città

Giacomo Leopardi è uno dei geni del diciannovesimo secolo: grazie alla ricchissima e ampia biblioteca messa a sua disposizione dal padre Monaldo (Massimo Popolizio) il futuro padre del pessimismo e del concetto della Natura matrigna impara come autodidatta il greco, studia filosofia, filologia, lettere antiche, letteratura iniziando, così, a intessere fitte corrispondenze con i più importanti letterati ed editori dell’epoca. Dello studio Leopardi fa la sua croce e delizia tramutandolo nell’unico svago che possa concedergli Recanati, tanto da scrivere al classicista Pietro Giordani (Valerio Binasco), suo intimo e caro amico: “Qui, amabilissimo signore mio, tutto è morte, tutto è insensataggine e stupidità (…). L’aria di questa città è mutabilissima, umida, salmastra, crudele ai nervi. (…) Unico divertimento in Recanati è lo studio, unico divertimento è quello che mi ammazza: tutto il resto è noia”. Il giovane Leopardi, infatti, fa dello studio e della scrittura la sua unica ragione di vita facendo sì che la sua salute, già debole, ne risenta pesantemente: gravi problemi alla vista, una forte scoliosi con deviazione della spina dorsale, febbri frequenti.

Clip del film

Amori sfortunati

Ad aggravare la sua situazione fisica ed emotiva ci sono anche i numerosi amori non corrisposti: quello per la giovane Teresa Fattorini (Gloria Ghergo) cui dedica i versi di A Silvia, per la bella Fanny Targioni Tozzetti (Anna Mouglalis) che, invece, intesse una relazione con il miglior amico del poeta ovvero lo scrittore viveur Antonio Ranieri (Michele Riondino). Tutto questo non fa che accentuare in Leopardi la sua idea di pessimismo cosmico e di inadeguatezza chiudendosi sempre più in se stesso e nelle sua scrittura la cui massima espressione si ritrova ne Lo Zibaldone: una sorta di raccolta di tutti i pensieri leopardiani, di suoi appunti e sue riflessioni.

Elio Germano in una scena del film

Elio Germano in una scena del film

Ma è con l’amico napoletano Antonio Ranieri che Leopardi saggia il vero sapore della vita toccandola come, forse, non gli è stato mai possibile fare seppur ricevendone amare delusioni ma anche importanti ed inestimabili prese di coscienza. E sarà proprio il giovane bohémien ad essergli vicino, a prendersi cura di lui e dei suoi scritti sino alla sua morte.

Elio Germano in una scena del film

Elio Germano in una scena del film

Il film

Va detto che Mario Martone, con questo film in concorso alla 71° edizione del Festival di Venezia e in uscita nelle sale il prossimo 16 ottobre, ha dimostrato di avere un gran coraggio e una grande intuizione a portare sul grande schermo la vita, le passioni, gli umori, il carattere, la Poesia, la Morale di uno dei più importanti esponenti della Letteratura mondiale quale è Giacomo Leopardi. Non deve esser stato facile concentrare una vita e una personalità simile in poco più di due ore eppure il risultato del regista è sorprendente. Martone riesce a tracciare un ritratto psicologico, emotivo, letterario, umano di un Genio della Cultura rendendolo quanto più umano, naturale, fanciullesco, essenziale, vero possibile. Fa quasi tenerezza immaginare e vedere sullo schermo l’infinito Giacomo Leopardi gustare quasi di nascosto un gelato (di cui era ghiotto) perché i medici glielo avevano vietato perché dannoso alla sua salute. E poi si risale.. e si vedono, si ascoltano le parole del Leopardi raccolte nelle sue Operette Morali, nel suo Zibaldone che svelano quanto gli sia dolce e doloroso “naufragare in questo mare”. E tutto questo senza mai (mai!) cadere nel tranello dell’essere scontato o di creare una forzatura poetica, narrativa.

Clip del film

Le interpretazioni

Ma la punta di diamante del film è senza dubbio l’interpretazione di Elio Germano, anche lui giovane favoloso senza minimante tradire le aspettative date dal titolo del film. È assolutamente perfetto nei panni del Leopardi: carismatico, tenero, dimesso, coraggioso, ribelle, studioso, amante respinto, deluso, malato..tutto questo l’attore ha portato sullo schermo, con tutti questi colori e le loro infinite sfumature ha disegnato attraverso il suo corpo, i suoi sguardi, la sua recitazione il volto e la personalità dello scrittore italiano. Tutto è perfettamente dosato, non c’è nulla che Germano non sia riuscito a tenere sotto controllo, non c’è una solo nota stonata nella sua incredibile interpretazione. Ed è certo che se non ci fosse stato lui a dar vita e anima a questo Leopardi cinematografico l’esito non sarebbe stato lo stesso. Un plauso va anche a Massimo Popolizio che in modo superbo incarna il ruolo del padre di Giacomo Leopardi, il Conte Monaldo che – un po’ come fece il papà di Mozart – forza un po’ la mano vedendo le capacità e il talento del figlio scegliendo per lui la strada più giusta da seguire eppure cercando di rimanere (nonostante la sua severità e autorità), in un certo senso, quasi complice del figlio per il quale sembra avere un debole. Non si può dire lo stesso di Michele Riondino che nei panni di Antonio Ranieri sembra calcare un po’ troppo la mano lasciandosi trasportare più dalle belle donne, dalla fame di vivere, dall’ansia degli innumerevoli traslochi e del mantenere la fama di bello e dannato che dalla sua effettiva funzione e partecipazione nella vita del Leopardi. Sembra quasi che la struttura di questo persona(ggio) non si sia stata approfondita a dovere risultando sullo schermo non troppo convincente e di certo di minore spessore accanto a quella del bravissimo Germano.

Elio Germano in una scena del film

Elio Germano in una scena del film

Un film da vedere

Certamente con questo film Martone darà la possibilità ai giovani (soprattutto agli studenti), agli appassionati di letteratura, e al pubblico in generale di conoscere più da vicino un Poeta dal valore inestimabile quale è il Leopardi. Ed è altrettanto vero che Il giovane favoloso ci ricorda quale è il sapore del vero, dell’autentico Cinema italiano: ottime interpretazioni, una sceneggiatura ben scritta (forse troppo ricca di citazioni), una vera Storia da raccontare e tanta pura Poesia.. e che non si racconti più che Giacomo Leopardi sia un Autore, uno Scrittore per pochi eletti. In una sala cinematografica ognuno è quel che vede. Qui c’è la storia semplice di un Uomo dall’animo complesso. Ma è pur sempre un Uomo colmo del suo Infinito.

Continua a leggere il focus su Elio Germano, attore protagonista de Il giovane favoloso.

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