Lezioni di cinema: Liliana Cavani – Seconda Parte

Eccoci arrivati alla seconda parte della lezione di cinema di Liliana Cavani. Dopo aver ascoltato aneddoti sul suo esordio al cinema oggi possiamo ascoltare quelli sul suo periodo dei documentari e sui suoi due film su San Francesco: Francesco D’Assisi con Lou Castel e Francesco con Mickey Rourke.

Il periodo dei documentari per la televisione

Liliana Cavani

I primi passi dietro la macchina da presa Liliana Cavani li muove grazie alla televisione, in particolare alla RAI che le commissiona diversi documentari:

In televisione allora nasceva il canale secondo che doveva essere culturale e si era dato l’impegno di raccontare la storia della Seconda Guerra Mondiale. Io ho sempre pensato di conoscere meglio la guerra dei 30 anni del Peloponneso tra Sparta e Atene che quello che era accaduto in Italia ed in Europa durante la seconda guerra mondiale.

Questo è un errore dei programmi scolastici che temo ci sia ancora ora. In ogni caso ho avuto l’opportunità di entrare in questo gruppo e ho fatto un documentario di quatto ore sulla storia del Terzo Reich grazie al quale ho potuto vedere tanto materiale cinematografico. La Seconda Guerra Mondiale è stata infatti la prima guerra tutta fotografata e ripresa sia da una parte che dall’altra grazie alla famosa Ariflex, telecamera leggerissima sempre pronta.

Ho visto la guerra di Russia, la nascita del Nazismo, la propaganda, l’apertura dei lager. Per me è stato scioccante ed è stato come un passaggio formativo che non si può dimenticare.

Piu guardavo quel materiale più mi stupivo della pretesa, da parte di molti, che è durata tra i venti e venticinque anni, di metterci una pietra sopra. C’era la voglia di guardare in positivo, di non rivangare quei momenti quasi fosse un delitto perchè, dicevano, si coltivano gli odi.

Ancora oggi si parla del famoso ‘armadio della vergogna‘ dove erano stati nascosti i documenti grazie ai quali si sarebbero potuti processare in Italia i criminali di guerra. Se penso a quello che dice Tucidide sulla Guerra del Peloponneso: io lo racconto perchè gli uomini non dimentichino cosa possono provocare le guerre. A distanza di 2400 anni eravamo al punto di prima. Questo vuol dire che gli uomini non riescono ad imparare da niente perchè ci sono sempre persone che provvedono a far si che non si possa fare un esame di coscienza collettivo.

Comunque questo periodo dei documentari (ne ho fatto anche uno di 3 ore sullo Stalinismo) è stato per me, che venivo da studi classici, abbastanza formativo ed ha modificato e maturato la mia sensibilità.

Liliana Cavani con Felice Laudadio ed Enrico Magrelli

Il primo film: ‘Francesco D’Assisi’

Nel video che segue il racconto di Liliana Cavani su come è maturato il suo primo lungometraggio, Francesco D’Assisi, del 1966, e sull’incontro con il protagonista del film, Lou Castel:

Questo film ha portato la Cavani, da giovane esordiente, al Festival del Cinema di Venezia, quell’anno vinto da un grande del cinema, Roberto Rossellini:

Ricordo le interviste durante il Festival, allora si montavano le luci perchè le camere non erano abbastanza sensibili e ricordo che mentre aspettavamo Roberto Rossellini, che è un grande narratore, mi ha raccontato tanti aneddoti.

Il film ha avuto successo ed ha girato i cineclub però è stato trasmesso in TV solo grazie ad un Monsignore che allora era direttore del Centro Cattolico Cinematografico e si assunse la responsabilità della messa in onda del film in tarda serata, lo stesso responsabile anche della messa in onda de Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini.

Quel Monsignore era così emancipato che l’anno dopo l’hanno spostato. Il cinema è molto connesso con la Chiesa perchè riguarda la società e la propaganda di idee attraverso media molto importanti.

Io sostengo che ci siano dei quotidiani che non hanno ancora capito questo fattore, fanno dibattiti eruditissimi sulla letteratura senza rendersi conto che parlano tra di loro, mentre sul cinema e sulla televisione la stampa giornalistica dei quotidiani non ha avuto la sensibilità di capirne l’importanza nella diffusione di idee e nel creare opinioni.

Da questo punto di vista sono più arretrati dei fascisti che ne aveva capito la potenza: tant’è che Cinecittà, Centro Sperimentale e Festival di Venezia sono nati tutti in quell’epoca.

 

Il secondo ‘Francesco’

Nel 1988 Liliana Cavani torna sull’argomento e gira Francesco. Questa volta il protagonista è Mickey Rourke:

Nonostante io non sia cattolica, la storia di Francesco mi ha sempre affascinata. Nel suo periodo in Terra Santa, c’era un sultano che aveva desiderio di conoscerlo. Questo sultano era un poeta sufi ma anche Francesco era un poetae  tra l’altro ha scritto la poesia italiana più bella della sua epoca.

Che cosa si siano detti nessuno lo sa, sta di fatto che si lasciano da amici e lui gli dice che il Santo Sepolcro si più sempre visitare.
Ci sono degli aspetti interessanti e attualissimi di questo rapporto, perchè noi poi abbiamo con gli islamici ancora oggi lo stesso drammone ed è incredibile e non riusciamo a trovare (salvo forse il cardinal martini che ha scritto cose interessanti) una politica seria e sana.

Termina qui la seconda parte della lezione di cinema di Liliana Cavani. Continua a leggere la terza parte.

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