100 anni della Universal: una chiacchierata con Richard Borg – Quarta parte

Quarta ed ultima parte della lezione di cinema di Richard Borg, Direttore Generale ed Amministratore Delegato di Universal e Paramount. Dopo un interessante viaggio nel mondo della distribuzione, traiamo le conclusioni finali sullo stato del cinema italiano e sulle possibili soluzioni per superare la crisi.

La distribuzione

Franco Montini, critico de La Repubblica che si occupa, tra le altre cose, di aspetti dell’industria cinematografica, ed interlocutore di Richard Borg, ha sottolineato la differenza tra distributori ed esercenti, spesso confusi:

C’è un po’ di confusione tra le figure dei distributori e degli esercenti. Se ai distributori venissero offerte più sale, avrebbero tutto l’interesse ed il vantaggio di far uscire i  loro film con un numero maggiore di copie. E’ un sistema molto complicato. A volte un film non arriva in una città perchè non c’è nessun esercente disposto a programmarlo. D’altro canto se un film trova un riscontro di pubblico, anche l’esercente ha tutto l’interesse di programmarlo anche per motivi strettamente economici.

L’accordo che c’è tra distributori ed esercenti prevede che nella prima settimana di programmazione l’esercente paghi una quota di noleggio maggiore che diminuisce man mano che le settimane aumentano. Il problema è che purtroppo certi film, per motivi culturali, non riescono a trovare un pubblico sufficiente che consenta un’uscita maggiore. E’ anche un problema di pubblico non solo di cattiveria dei distributori.

Richard Borg con Franco Montini

Si parla di film che escono addirittura ad agosto. Ma magari ci fossero dei distributori e dei produttori che hanno il coraggio di far uscire i film per dodici mesi all’anno! L’italia è uno dei pochi paesi al mondo nel quale da aprile a settembre non esce praticamente niente. Io non capisco: non si va più in vacanza, non ci sono i soldi, le città sono piene ed i cinema sono attrezzati.

Se un film che ha dei problemi distributivi viene fatto uscire ad ottobre, ha più probabilità di andare male e venir subito tolto dalle sale. Se invece uscisse a giugno o luglio, quando non c’è una grande concorrenza, ci sarebbe la voglia da parte del gestore e del distributore di tenerlo in sala e piano piano durante tutto l’arco dell’estate raggiungerebbe un incasso che avrebbe giustificato facilmente l’investimento della distribuzione. Però il pubblico deve andare al cinema anche d’estate!

Noi non abbiamo differenze economiche a distribuire film con il caldo o con il freddo. Sul periodo invernale si incassa di più ma per breve tempo, sul periodo caldo si incassa un po’ di meno ma per molto più tempo e più o meno la somma è la stessa.

L’evoluzione tecnologica

Richard Borg:

Il nostro mercato sta subendo una enorme evoluzione tecnologica che in assoluto darà una mano alla diffusione del prodotto sia dal punto di vista qualitativo che organizzativo. Dal punto di vista qualitativo stiamo lavorando su quella che è la digitalizzazione della pellicola. Oggi un film viene fatto con una pizza in pellicola, ogni pizza ha un costo elevatissimo (stampare una copia costa intorno ai 1000 euro).

Grazie a questa politica di digitalizzazione di tutte le sale del cinema nel mondo, il gestore avrà a disposizione un drive che costa un cinquantesimo di una copia e gli darà la possibilità di avere una flessibilità enorme. Nella stessa sala potrà programmare 4/5 film nell’arco della giornata. Questo permetterà una diffusione maggiore del prodotto, per così dire, difficile e una facilità nettamente superiore a rientrare nei suoi costi.

L’obiettivo è questo. Come ci si stà arrivando? Negli altri paesi sono intervenuti i governi che stanno pagando. Purtroppo l’installazione di un impianto digitale costa intorno ai 50/60 mila euro a schermo. I distributori, a livello mondiale, dato che ne trarranno grandissimi privilegi economici, stanno partecipando economicamente dando per ogni programmazione che viene fatta in digitale un contributo economico al gestore, in modo che possa ammortizzare la spesa.

In una intervista Borg ha dichiarato che dal 1 gennaio 2014 i distributori non stamperanno più copie in pellicola. E’ ancora convinto che si riuscirà ad arrivare a questa data per compiere definitivamente questa rivoluzione?

Ci si deve arrivare. In Italia restano da digitalizzare intorno ai 1800 schermi. Siamo oltre il 50%, una buona percentuale dal punto di vista europeo. Questa decisione, che abbiamo preso di comune accordo tra distributori ed esercenti, serve a spronare chi è titubante nell’investire. Certo rimaranno indietro alcune strutture ma noi stiamo cercando di ottenere dei finanziamenti sia statali che regionali.

Richard Borg

I cortometraggi

Durante la lezione di cinema è stato chiesto a Richard Borg come mai i cortometraggi non vengano proiettati al cinema. Ecco la risposta:

Quando una volta si facevano vedere i corti in sala per legge erano obbligatori. Questo avviene ancora in Francia e forse anche in Inghilterra. E’ triste dire che bisogna obbligare la proieizione dei cortometraggi. I corti sono la base per arrivare ad un lungometraggio. Purtroppo siamo in un circolo vizioso, quello economico.

Se non interviene un minimo chi oggi dovrebbe gestire l’identità culturale di un paese credo che difficilmente si possa imporre la proiezione di un cortometraggio in una sala cinematografica, a meno che non ci sia la volontà espressa da parte del gestore.

I festival sono un vettore importante, il trampolino, la vetrina necessaria per farsi notare. Ai festival si spera partecipino i produttori che fanno i lungometraggi e si accorgono dei registi. Purtroppo però i festival sono abbastanza limitati. Lo stesso problema ce l’hanno i documentari. Anche in questo caso dovrebbe fare l’emittenza pubblica come la Rai per esempio.

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