Basta solo il titolo Un giorno di pioggia a New York per indovinare tutto il film. E’ al cinema l’ultima impresa di Woody Allen.
di Cristiano Salmaso
Un giorno di pioggia a New York
Anche quest’anno Woody Allen ci porta una commedia romantica che contiene i soliti ingredienti di sempre: la musica jazz e i piano bar, i bicchieri di whiskey e le bottiglie di vino, gli uomini a pezzi e le belle donne, la giovinezza e la paura della morte, il matrimonio e il tradimento, Henry James e Shakespeare, il Met e il Central Park, George Gershwin e Charlie Parker, i mazzi di rose, i vecchi film, le passeggiate, la psicanalisi, i parties, il corteggiamento, il sesso, le battute di spirito…
Insomma tutto quello che abbiamo già visto in più di sessantanni di carriera ma che continuiamo a voler vedere perché, come dice una delle protagoniste del film, la vita reale è per chi non sa fare di meglio.
La storia d’amore questa volta è tra Gatsby, giovane studente al college con la passione per il gioco d’azzardo e la bionda Ashleigh, giornalista in erba che ha l’occasione di intervistare un famoso regista e passare così un week end a New York con il fidanzato, entusiasta di mostrarle i luoghi prediletti della sua città natale; una serie di incontri più o meno fortuiti metterà però in crisi la loro relazione.
Ancora una volta New York, vera protagonista del film, prende il sopravvento mettendo in scena la precarietà dell’amore e la perdita dell’innocenza: Gatsby scoprirà che sua madre era una prostituta e di aver da lei ereditato la sua fascinazione per il demi-monde mentre Ashleigh si lascerà sedurre in un batter d’occhi da un noto attore.
Il trailer del film di Woody Allen
Come in tutti i suoi film, fortemente autobiografici, quando non appare sullo schermo il regista mette in scena se stesso attraverso i suoi personaggi: a partire dal giovane Gatsby – interpretato da Timothée Chalamet – che è Woody nel modo di vestire e camminare, nelle sue malinconie e nel suo amore per New York, fino all’amico regista che gli offre una parte come comparsa, creando così l’occasione per incontrare Chan (Selena Gomez)
Un giorno di pioggia a New York non è certo all’altezza dei migliori film di Allen ma di questo ce ne eravamo fatta una ragione già da un po’: c’è un patto non scritto tra il regista e noi spettatori grazie al quale ogni anno godiamo di un suo nuovo film, che non ha niente da aggiungere a tutti gli altri ma che neanche ce li fa rimpiangere troppo.
Woody Allen, dall’alto dei suoi ottantaquattro anni, confeziona l’ennesima commedia amara e divertente insieme, con i consueti dialoghi brillanti (anche se non si conta una sola battuta memorabile) e uno stupore sempre sincero (anche se un po’ più stanco di un tempo) davanti all’insondabilità dell’amore. Un film newyorchese che non ha la potenza di Manhattan e nemmeno la sagace ironia di Basta che funzioni ma che vuole bene ai suoi personaggi, alle loro debolezze – che sono poi le nostre – e al loro bisogno d’amore; perché in fondo di cosa altro ci si può occupare se non di questo? “E’ sempre una questione di sesso, tutto è una questione di sesso, l’economia è questione di sesso”