The Purge – La notte del giudizio: il futuro distopico di James DeMonaco

The Purge – La notte del giudizio è un film del 2013 diretto da James DeMonaco. Oltre a Ethan Hawke in veste di protagonista, il cast vanta la presenza di Lena Headey (300, Game of Thrones…) e Rhys Wakefield.

The Purge
La locandina ufficiale di The Purge

Nonostante l’insuccesso di critica, il progetto esordì nelle sale americane accaparrandosi 36 milioni di dollari durante i primi giorni di proiezione: superando di gran lunga le spese di produzione. In Italia, la pellicola debuttò in piena estate e superò il milione d’incasso.

The Purge – La notte del giudizio

2022, Stati Uniti. I nuovi Padri Fondatori hanno risanato l’economia della nazione e riportato sia il tasso di disoccupazione che di povertà, ai minimi storici. Le ragioni di tal successo sono da ricercare nella notte dello sfogo: 12 ore durante le quali nessun tipo di crimine viene perseguito…compreso l’omicidio. Quando un intruso irrompe all’interno della lussuosa dimora di James Sandin, imprenditore che opera nel campo della sicurezza domestica, quest’ultimo e i familiari saranno costretti a difendersi.

Trailer ufficiale di The Purge – La Notte del giudizio

Kammerspiel

Nonostante la cornice risulti estremamente interessante, il regista pone particolare attenzione alle dinamiche interne di una facoltosa famiglia americana. Benché i rapporti interpersonali non siano sceneggiati con originalità, ciò che colpisce è la crescente stratificazione dei protagonisti, poiché legata intensamente sia allo spazio che al tempo: fattori fondamentali della pellicola. Ed è proprio qui che la scenografia fa da padrona; collocata in un quartiere elegante della città, l’abitazione dei Sandin si mostra ampiamente soleggiata, estesa, provvista di comfort e di un sistema di sicurezza pressoché inespugnabile. La solidità dell’edificio quindi, esprime l’integrità della borghesia in rapporto alla condizione economica e al ruolo che ricopre nella rinnovata collettività. Presto però, le mura assumeranno un’aria tutt’altro che rincuorante, andando a sradicare le convinzioni dei nostri…calano le tenebre, lo sfogo ha inizio.

The Purge
James Sandin dietro la porta blindata

Home Invasion

La parte orrorifica è affidata al secondo tempo del lungometraggio. Il cineasta non solo incrementa il numero di soggetti in scena, ma riduce sensibilmente la distanza tra quest’ultimi. A enfatizzare il concetto ricorrono regia e montaggio: mentre la macchina da presa punta ai volti e a restringere il campo, il secondo va pian piano a farsi più serrato (soprattutto durante gli scontri fisici). La sensazione di claustrofobia esasperata sia dall’illuminazione che dal ritmo perciò, fa breccia nello stato d’animo dello spettatore, il quale si sentirà più volte braccato.

Il gruppo di sconosciuti fuori dall’ingresso

Non manca la violenza, diretta manifestazione di come l’istinto umano si faccia beffe del ceto sociale o del buoncostume, svelando di contrappunto l’animalesca natura che sopprimiamo in profondità. Distinguere i buoni dai cattivi è impossibile; l’estenuante lotta per la sopravvivenza scuote nel profondo gli animi e rimescola le carte in tavola: chi a una prima occhiata sembrava vulnerabile si dimostrerà crudele, viceversa colui che inizialmente appariva violento si rivelerà tentennante.

Il sogno americano, o meglio…l’ incubo

La tematica del progetto poggia su quesiti più che mai attuali. Infatti viene sondata la moralità della nazione in preda a un nuovo regime totalitario, specificando come sia necessario spazzare via le fasce deboli in favore delle più abbienti. DeMonaco è diretto: il sopruso rappresenta il metodo a cui gli USA si rivolgono per preservare il classismo del proprio sistema. A questo vanno aggiunti la legalizzazione dell’orrore (iperbole che condanna l’utilizzo di armi da fuoco nel paese), e l’impiego dei mass media; nonché potenti mezzi di propaganda capaci di soggiogare una popolazione ormai indifferente alle mostruosità.

The Purge
Immagini durante i titoli di testa

The Purge – Giudizio

In conclusione, al netto degli evidenti limiti in termini di scrittura, la seconda fatica del regista statunitense intrattiene intelligentemente il fruitore. La trama non sempre viene delineata con accortezza, tuttavia, sono proprio i reparti a risollevare quest’ultima e a ricondurla su soglie di qualità più che discrete. A convincere maggiormente è l’aspetto socio-politico che tratteggia l’idea di partenza, seguito infine dalle interpretazioni di Ethan Hawke e Rhys Wakefield.

Grazie per l’attenzione! Continua a leggere gli articoli della rubrica horror da me curata.

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