Onda su onda: Papaleo alle origini

Arriva nelle sale italiane oggi 18 Febbraio il terzo film nelle vesti di regista e interprete di Rocco Papaleo che, dopo il non riuscitissimo tentativo de Una piccola impresa meridionale, decide di tornare ai temi e alle musiche del suo esordio in Onda su onda.

Onda su onda

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Gegè Cristofori (Rocco Papaleo; La scuola più bella del mondo, Il nome del figlio) è un cantante in viaggio su una nave merci verso l’Uruguay per un concerto che lo riporterà sul palcoscenico dopo molti anni. Dopo aver perso la voce, però, sarà l’introverso cuoco Ruggero (Alessandro Gassman; Se Dio vuole, Gli ultimi saranno ultimi) a prendere il suo posto e a far credere alla manager Gilda (Luz Cipriota) di essere Gegè.

Papaleo alla terza

Nel 2009 Rocco Papaleo sbucava fuori dal guscio tra Pieraccioni e simili e, prima della ‘svolta’ avuto con Checco Zalone, si presentava nelle vesti di regista con umiltà e semplicità, nella sua Basilicata, con (appunto) Basilicata coast to coast, un cast di tutto rispetto e il racconto (musicato) di outsider e falliti che non cercano seconde possibilità ma accettano la vita per ciò che viene, affrontandola (soprav)vivendo e riconoscendosi nei propri difetti e fallimenti senza più maschere.

Proprio quella forza sincera veniva a mancare in Una piccola impresa meridionale (2013) dove questi temi si macchiavano di colori saturi, di un cast strabordante e di moralismi facili che confezionavano un prodotto mainstream che tradiva però la ricerca della semplicità iniziale. Oltre all’assenza della musica, così presente nel primo film come in questo.

onda su onda

Una scena di Onda su onda

La nave

Quello che è visibile in questo terzo lavoro di Papaleo Onda su onda è la voglia di tornare a quella semplicità. Ed è tutto molto visibile, come visibili sono i temi a lui cari che dalla Basilicata qui raggiungono voracemente questi personaggi, tra tutti un delicato e profondo Gassman. Personaggi pieni di errori, di difetti, reietti di una società metropolitana lontana, immersi nelle periferie, in questo mondo quasi monocromatico e ormai sentimentalmente spento. Buona la scelta della sconosciuta (per l’Italia) Luz Cipriota e funzionante la strana coppia Papaleo–Gassman.

Purtroppo, però, comunque nell’estrema presenza delle musiche, questo film sembra non riuscire mai a trovare il punto focale giusto, l’equilibrio tra farsa e dramma: il montaggio parallelo sembra non trovare contrappunto con il procedere della storia, l’inserimento di alcuni siparietti di personaggi secondari (che si, a volte fanno anche ridere) sembrano davvero fuori luogo e la ricerca della risata spesso rompe le regole di un racconto lineare e dolceamaro senza trovare nemmeno la chiave di volta della commedia che è ora farsa, ora quasi slapstick, ora nera.

Onda su onda

Una scena di Onda su onda

È apprezzabile il tentativo di Papaleo di tornare alla semplicità del suo esordio con Onda su onda e gli va dato merito di aver trovato la storia giusta e semplice per farlo, con accanto un attore di tutto rispetto e un comprimario come Massimiliano Gallo che s’impone come la macchia comica del film. Purtroppo però la sceneggiatura risente di tante incertezze e vuoti che portano il film a stancarsi già a metà del suo percorso, per giungere ad un epilogo triste e vero che lascia però l’amaro in bocca per un prodotto che nella filmografia di Papaleo vince solo a metà.

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