Avatar – Fuoco e cenere – Il terzo capitolo dell’epopea di Cameron

Avatar – Fuoco e cenere è un film del 2025 co-scritto, co-montato, co-prodotto e diretto da James Cameron, con protagonisti Sam Worthington e Zoe Saldana. La pellicola uscirà solo in sala a partire dal 17 dicembre, distribuito da 20th Century Studios.

-Articolo di Michele Scarperia

Questo lungometraggio rappresenta il sequel di Avatar – La via dell’acqua (2022), ed è il terzo film del franchise di Avatar. Nel ricco cast di comprimari troviamo, Stephan Lang, Kate Winslet, Michelle Yeoh e tanti altri.

Avatar - Fuoco e cenere

Avatar – Fuoco e cenere

Dopo essersi stabiliti nella tribù dell’acqua, Jake (Sam Worthnington) e la sua famiglia elaborano il lutto di Neteyam. La loro nuova vita verrà sconvolta da una nuova e aggressiva tribù, oltre che dal solito generale Quarritch (Stephan Lang), che minaccia la loro esistenza.

Il trailer del film

Cameron torna su Pandora, ma la magia non si rinnova

Il nuovo capitolo della saga di James Cameron arriva nelle sale portando con sé l’aura dell’evento cinematografico, l’ennesima prova di forza tecnologica di un autore che continua a spingere avanti i confini del cinema spettacolare. Eppure, dietro la perfezione tecnica e lo splendore visivo, affiora una sensazione di déjà-vu che attraversa tutta la seconda abbondante parte della pellicola.

La struttura narrativa ricalca infatti quella del precedente episodio in modo quasi identico: una prima parte dedicata ad un viaggio e l’introduzione, questa volta in modo bellico, di un’altra comunità, seguita da un’escalation di conflitti che culminano in una battaglia finale costruita sugli stessi espedienti già impiegati in passato. Il risultato è un racconto che solo inizialmente tenta di ampliare la mitologia, per poi ripiegarsi nelle stesse dinamiche senza mai compiere passi avanti.

I protagonisti e la loro evoluzione

Uno degli elementi problematici è la gestione delle relazioni tra i personaggi principali. Legami che nel primo capitolo avevano conosciuto momenti di crescita, tensione e trasformazioni ormai sono fermi da dal film precedente. In particolare i due protagonisti e l’antagonista principale, immobili dal punto di vista dell’evoluzione. Gli unici valorizzati da questa nuova opera sono i figli, su tutti Spider e Loak, i cui conflitti interiori rappresentano finalmente qualcosa di nuovo.

A questo si aggiunge l’introduzione del così detto “teletrasporto”, un artificio narrativo utilizzato per muovere i personaggi nello scacchiere degli eventi: un espediente che finisce per dare l’idea di Pandora come un luogo minuscolo, anziché del pianeta maestoso dei film precedenti. Oltre che il nuovo ambiente, quello del fuoco, si vede letteralmente in una scena. Di fatti il titolo Fuoco e cenere, per un altro film ambientato prevalentemente in acqua, tutt’ora non lo comprendo.

La villain, Varang, annunciata come un personaggio forte, complesso, visivamente magnetico, viene presto ridotta ad una macchietta, favorendo il cattivo che vediamo ormai da tre film con sempre le stesse dinamiche: l’ossessione per il protagonista, e il rapporto con il figlio.

Intuizioni e lato tecnico

Eppure il film non manca di intuizioni interessanti. Il nuovo popolo che ci viene presentato offre uno sguardo inedito sulla complessità sociopolitica del mondo di Pandora: un gruppo che non ha goduto dei privilegi degli altri, che porta con sé un rancore antico e una sete di riscatto che sfiora il fanatismo. Il loro confronto con le armi rappresenta uno dei passaggi più forti dell’intero film.

Purtroppo questa linea narrativa, che avrebbe potuto imprimere novità e una direzione sfaccettata, viene presto sacrificata a favore della solita spirale di inseguimenti, scontri e risoluzioni scontate. Il potenziale conflitto sociale e culturale si dissolve, rimpiazzato da una sequenza di situazioni già viste.

Sul piano tecnico Cameron conferma la sua maestria, la messa in scena delle sequenze acquatiche e della foresta sono ottime come nei precedenti capitoli. Tutto concorre a creare l’ennesima dimostrazione di quanto il regista sappia dominare l’immagine, ahimè ormai abbiamo capito che con questa saga, molto meno la scrittura. La colonna sonora, pur richiamando temi familiari, conserva un impatto emotivo notevole, sostenendo i momenti di tensione e amplificando lo splendore visivo.

Ma l’eccellenza tecnica, per quanto imponente (usa ancora una volta il 3D magistralmente), non basta a promuovere l’opera. Se per il capitolo precedente perdonavo la ripetitività (dato che arrivava tanti anni dopo il primo )e la debolezza narrativa, in favore di uno stupore visivo e una nuova tecnologia per rappresentare l’acqua, qui non abbiamo neanche più l’effetto sorpresa visto che ritroviamo gli stessi scenari dell’opera passata.

Avatar – Fuoco e cenere – Conclusioni

Il dispiacere è forte poiché la prima ora del film sembrava suggerire la volontà di esplorare nuove dinamiche e di mettere in discussione la gerarchia dei popoli di Pandora. L’idea di una comunità esclusa, ferita e pronta a ribellarsi, poteva aprire il racconto verso una dimensione più adulta e complessa. Invece tutto svanisce progressivamente, assorbito dal ritorno del solito schema.

Cameron rimane un autore capace di visioni straordinarie, ma questa volta il cuore del progetto, la storia, appare smarrito. E senza una narrazione all’altezza, anche la perfezione visiva corre il rischio di diventare un guscio vuoto. Arrivati al terzo capitolo, inizio a nutrire forti dubbi sul futuro della saga.

Leave a Reply